[WC] M. Sharapova b. J. Brady 6-1 4-6 6-0
Dalla California alla California, due anni e cinque mesi dopo. Maria Sharapova ha rimesso piede per la prima volta in Nord America, nel circuito WTA, dopo marzo 2015 quando perse a Miami all’esordio da Daria Gavrilova. L’ultimo successo è datato due settimane prima di quell’incontro, il 6-4 6-3 ai danni di Victoria Azarenka nel terzo turno di Indian Wells.
Un rientro, quello della russa, che si è rivelato ben più complicato del previsto, molto più difficile e sudato di quello di Stoccarda, quando scadevano i 15 mesi di stop a causa della squalifica antidoping. Non giocava da Roma, ormai tre mesi fa, prima di fermarsi per uno strappo di terzo grado alla coscia, e l’impressione è quella che ora sia un castello da ricostruire da capo.
“Voglio soltanto abbracciare tutti quanti per essere qui. Grazie per esserci, è il mio primo match negli Stati Uniti dopo un lunghissimo periodo. Questo è il luogo più vicino a casa che io abbia” sono state le prime parole rilasciate in campo, dopo il 6-1 4-6 6-0 quantomai bugiardo ottenuto contro Jennifer Brady. Due parziali vinti, leggendo lo score, in maniera più che netta. In realtà, è sembrato di assistere a un match conclusosi dopo un lunghissimo equilibrio, interrotto nella frazione decisiva da una statunitense che, subito il primo allungo della russa, non ha più avuto le forze per tentare l’aggancio.
Il primo parziale è stato il più falso: Sharapova ha sempre dovuto ricorrere ai vantaggi, tra cui un game di 14 punti, mentre Brady ha sempre perso la battuta in 4 game al servizio con il primo del match dove aveva recuperato inizialmente da 0-40 e quello subito dopo dove la perdeva da 40-0.
Non è stata la miglior versione di Sharapova, forse più in difficoltà anche dei match persi durante il primo rientro del suo 2017. Il problema è che l’avversaria di turno era una che in stagione ha ottenuto veramente poco. Brady è al numero 77 del mondo perlopiù grazie all’Australian Open, quando partendo dalle qualificazioni raggiunse il quarto turno. Da lì in avanti ha ottenuto un solo successo nei tabelloni principali, a Wimbledon. Sharapova, però, semplicemente non riusciva a giocare come sa fare. Le accelerazioni vincenti, tese, da fondo campo apparivano solo come sprazzi isolati in un insieme incompleto. L’aveva notato anche il coach della statunitense, che a fine primo set le diceva, per scuoterla: “Guarda che lei non ti sta mettendo pressione, ti lascia giocare: non farti prendere dalla foga di spingere per non ricevere i suoi colpi”.
Parole che sono state linfa vitale per Brady, che rientrava in campo con tutt’altro spirito e fiutando le crescenti difficoltà al servizio della russa operava subito due break. I doppi falli, dal lato Sharapova, aumentavano, così come gli errori durante lo scambio. Un po’ imprecisione nel cercare soluzioni definitive, ma anche tante palle finite a metà rete perché scarica. A completare il quadro negativo, un atteggiamento che sembrava abbastanza spento rispetto alla Sharapova di sempre, quella che fa tremare le gambe già solo con la cattiveria agonistica che mette in campo. Brady, vistasi inizialmente recuperare da 3-0 e servizio a 3-3, ha poi subito ripreso il largo e chiuso il parziale al decimo game.
Nella frazione decisiva, i primi game sono stati fondamentali. Nuovamente, la statunitense ha avuto tante occasioni. Palle break nel primo e nel terzo gioco, palla game nel proprio turno di battuta. Un momento delicatissimo da cui ne è uscita sempre con un pugno di mosche tra le mani: 3-0 Sharapova, che in qualche modo, in grande affanno, ma aveva appena scollinato per prima sulla salita più impervia della serata. “Sono stanca, non so se riuscirò a provarci” diceva Brady al suo coach, al cambio campo. “Stai andando alla grande, se tieni così avrai un’altra chance” le rispondeva, cercando di incoraggiarla. Tutto inutile, perché nel game successivo un nuovo break segnava la fine del match, bisognava solo capire se si sarebbe replicato il 6-1 del primo set o si poteva arrivare al “cappotto”.
Sharapova, vinta la battaglia, ha invece voluto strafare per prendersi l’intero bottino. I colpi aumentavano di intensità, come a infierire su un’avversaria ormai inerme. Brutale, ma quantomai sintomo di una giocatrice che vuole ricominciare, vuole tornare a essere quella feroce e fiera giocatrice temuta da chiunque. Oggi, in qualche modo, l’ostacolo è stato superato e probabilmente, col passare dei giorni, la condizione non potrà che migliorare. Lesia Tsurenko, al prossimo turno, proverà a fornire ulteriori indicazioni.
Risultati odierni:
K. Day b. M. Doi 6-4 6-2
N. Vikhlyantseva b. [Q] D. Lao 6-4 6-3
[5] A. Konjuh b. [Q] M. Erakovic 6-3 1-0 rit.
[WC] M. Sharapova b. J. Brady 6-1 4-6 6-0
[7] L. Tsurenko b. L. Arruabarrena 6-3 6-3
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