Subito dopo lo US Open, Maria Sharapova sarà impegnata in un tour per pubblicizzare la propria biografia, annunciata a fine 2015 e terminata pochi mesi fa, già in testa alla lista di prenotazioni online. “Unstoppable: my life so far” (“Inarrestabile: la mia vita fino a ora”) è il titolo del libro che ritrae, in copertina, una foto di lei in primo piano.
La russa ha scelto People magazine per lasciare un’anticipazione dei contenuti e, come sempre, non ha scelto una parte banale. Si parla del rapporto con Serena Williams, l’unica avversaria in grado di sconfiggerla ininterrottamente dal 2005 a oggi per 18 volte. “Io e lei dovremmo essere amiche – inizia – condividiamo la stessa passione. Invece no […] Forse un giorno, quando tutto questo sarà finito, lo diventeremo”.
Il racconto vero e proprio comincia con la finale di Wimbledon, il giorno in cui tutto il mondo imparò il nome e il gioco di una diciassette russa destinata, in futuro, a dominare non solo in campo ma anche dal punto di vista economico. “Quando il match finì Serena mi abbracciò e mi disse: “ben fatto”. Mi sorrise, ma dentro di sé era furiosa.
Ero nello spogliatoio dopo il match e l’ho sentita piangere, singhiozzare. Me ne sono andata il prima possibile, ma lei sapeva che io fossi lì dentro.
Le persone mi chiedono come mai io abbia tutti questi problemi con Serena: i miei precedenti con lei sono 2-19. Per me, la risposta è in quello spogliatoio. Penso che Serena mi abbia odiata da quel momento, quella ragazzina magrolina che l’aveva battuta contro ogni pronostico sul centrale di Wimbledon. Soprattutto però pensa che mi abbia odiata perché l’avevo sentita piangere nello spogliatoio.
Non molto tempo dopo, ho sentito che Serena aveva detto ad una sua amica: “Non perderò più contro quella piccola stronzetta”
(dice “I’ll never lose to that little bitch again”, scegliete voi la traduzione migliore per “bitch”).
Sharapova, che è ancora ferma ai margini delle prime 150 del mondo, è iscritta al momento al torneo di qualificazione per lo US Open. Tra non molto la USTA deciderà comunque a chi assegnare le wild-card a disposizione per il tabellone principale e lì si capirà se la russa potrà tornare in un main draw Slam a quasi 2 anni di distanza dall’Australian Open 2016.
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