N. Kyrgios b. D. Ferrer 7-6(3) 7-6(4)
Possono essere soddisfatti entrambi in semifinalisti: Kyrgios dopo la sua terza semifinale in un master 1000 in carriera, la prima lontana da Miami, raggiunge finalmente l’ultimo atto in una stagione che rischiava di essere un po’ deludente. Lo spagnolo invece torna in semifinale in un master 1000 dopo due anni (l’ultima volta era successo nel 2015 a Bercy) e recupera ventuno posizioni nel ranking (solamente lo scorso 17 luglio era numero 46, da lunedì sarà 25). Certo, questo succede in un torneo che ha visto la defezione di ben sette dei primi dieci del ranking ma il risultato non è certo meno prestigioso per i due, che hanno giocato la prima semifinale senza teste di serie dal lontano 1972, quando Guillermo VIlas, sulla terra verde del tempo, superò il sudafricano Frew McMillan.
Il match è stato sicuramente piacevole e molto combattuto, del resto si tratta di due giocatori che stanno risalendo la classifica e che probabilmente non si trovano in una posizione in linea con la qualità del loro gioco. Importanti sono stati i segnali dati da Ferrer, che in questo torneo è andato in crescendo, e dopo l’orribile vittoria contro Tipsarevic ha giocato sempre meglio giocando stasera la miglior partita del torneo non limitandosi al palleggio da fondo campo. Lo spagnolo infatti a tratti ha messo in difficoltà Kyrgios guadagnando campo colpo dopo colpo per poi chiudere con sicurezza a rete e soprattutto è stato sempre aggressivo e pronto a prendere l’iniziativa e giocare molto più profondo rispetto agli ultimi giorni, in cui ha spesso vinto più per le prestazioni negative dell’avversario che per suo merito.
In tutta la partita non è mai stato perso il servizio, anche se sull’1-2 del secondo set Ferrer ha annullato due palle break e nel game successivo Kyrgios ha fatto lo stesso ma con tre palle break, grazie a un servizio vincente e a due dropshot spettacolari. Kyrgios ha poi avuto un match point potuto chiudere una decina di minuti prima, grazie ad un buon passante di rovescio, ma poi ha giocato una risposta qualsiasi.
Esperienza, freddezza e lucidità non sono bastate allo spagnolo che può rimproverarsi solamente due piccoli passaggi a vuoto nei tie-break che gli sono costati il match. Kyrgios, così come contro Nadal è stato spietato al servizio, che ha inciso pesantemente nel’ esito del match, come nell’occasione del 6-5 15-30 quando Ferrer, seppur a due punti dal set, non ha potuto fare niente contro tre proiettili alla battuta dell’australiano, oggi artefice di quattordici aces anche e ben tre nel secondo tie-break.
Esce a testa alta David Ferrer, che ha ritrovato un buon gioco (considerando anche i suoi 35 anni) e ha smentito quelli che lo davano già sulla via del tramonto.
Ma naturalmente gli occhi sono già puntati sui due neo-finalisti. Con questo risultato l’australiano rientra nei primi venti del mondo (sarà almeno numero 18 lunedì, 12 se dovesse vincere la finale) e sfiderà Dimitrov, che è di nuovo top10, nella prima finale di un Masters 1000 tra giocatori nati negli anni ’90, anche se i Fab erano più giovani quando hanno cominciato a giocarle tra loro. Ci hanno fatto attendere un bel po’ e hanno dovuto attendere che tre dei quattro Fab fossero altrove ma alla fine il tempo ha vinto ancora.
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