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All’inferno e ritorno, assieme

New York, città che non dorme mai, città ricca di fascino, città che propone storie ed è scelta di tanti registi del cinema per ambientare le loro storie. New York non delude e ancora una volta si propone per una nomination agli Oscar (del tennis) per una doppia vicenda che regalerà enorme fascino al terzo turno delle qualificazioni per il torneo femminile.

Due ragazze nate nel 1995, che per essere arrivate fino al turno finale delle qualificazioni hanno vinto molto più che due partite. Se per molti atleti l’incubo più grande è quello di non poter competere a causa di un infortunio, Allie Kiick e Victoria Duval hanno dovuto convivere con un problema ben più grande e che a solo 20 anni poteva diventare una mazzata pesantissima per la carriera ed il morale di entrambe.

Duval nel 2014, Kiick nel 2015, nel giro di 12 mesi sono state colpite dal cancro. La prima dal linfoma di Hodgkin proprio nella settimana in cui, grazie al secondo turno a Wimbledon, raggiungeva la top-100 per la prima volta in carriera. Pochi mesi dopo l’annuncio che grazie ai cicli di chemioterapia a cui si era sottoposta era riuscita a sconfiggere questo male che nei mesi precedenti aveva rovinato, invece, la carriera di Alisa Kleybanova, rientrata solo poche settimane fa in un ITF da 25.000 dollari in Thailandia dopo i vari tentativi andati a vuoto nel corso degli ultimi 5 anni.

Duval sbocciò per la prima volta proprio allo US Open, nel 2013, quando si trovò ad affrontare la campionessa del 2011 Samantha Stosur. Lei, che già ad 8 anni si trovò una pistola puntata alla fronte. Era a casa di sua zia ad Haiti, suo paese natale, ed un gruppo di rapinatori fecero irruzione in casa. Anche “grazie” a questo episodio la famiglia decise di portarla negli Stati Uniti, sud della Florida. Pochi anni dopo, infine, il tragico terremoto che sconvolse la vita dell’intera isola caraibica provocando decine di centinaia di morti. Il padre di Duval, rimasto ad Haiti perché medico (elemento indispensabile in quei luoghi) venne trovato miracolosamente vivo sotto le macerie di casa. Decine di fratture ossee e condizioni disperate. La famiglia fu aiutata dal padre di due amiche di “Vicky”, Harry Kitchen, che donò 18.000 euro per permettere ad un aereo privato di volare fino ad Haiti e portare in salvo il padre. “In quella tragedia abbiamo perso gran parte della nostra famiglia – ricorda Duval – e mi domando come mai mio padre abbia voluto tornare ad Haiti quando potrebbe stare con noi”. Jean Maurice, infatti, una volta guarito, lasciò Fort Lauderdale per tornare a casa e contribuire a salvare quante più vite umane poteva dopo la catastrofe naturale.

L’immagine di lei che salta, gioiosa, incredula e con gli occhi di chi aveva appena ribaltato il mondo, ha fatto da cornice a quell’edizione degli Open. Una partita incredibile, vinta in tre set dopo aver lottato e mascherato il fatto che fosse appena la seconda partita di sempre tra le grandi. Da lì è cominciata la sua scalata che l’aveva portata ad essere una top-100 meno di un anno dopo, prima della mazzata del cancro. Ci volle un anno prima di rivederla in campo, ma dopo 3 tornei in 1 mese tra agosto e settembre la decisione di prendere più tempo per preparare al meglio il 2016. L’anno nuovo però non porta fortuna e dopo l’Australian Open arriva la rottura del menisco che la costringe ad un nuovo lungo stop. Altri 3 tornei in estate e poi, nuovamente, la decisione di fermarsi perché il fisico non aveva ancora ritrovato forza e condizione necessaria.

Nel 2017 il rientro definitivo, i primi risultati veramente incoraggianti (soprattutto per la continuità) e la wild-card per il Roland Garros sfiorata dopo essere arrivata seconda nella classifica della USTA in un circuito di 4 tornei ITF su terra, dietro soltanto ad Amanda Anisimova. Ora la chance di conquistare il primo Slam della stagione nell’appuntamento di casa, di fronte ad un’amica come Kiick. Il rapporto tra le due potrebbe essersi fatto molto più stretto proprio a causa di questi sfortunati eventi che anche per Allie ebbero inizio nel 2014, quando le venne scoperto il primo disturbo alle ginocchia. Da lì la situazione rimase traballante, con tanto di mononucleosi avuta a fine stagione finché non precipitò del tutto pochi mesi più tardi e a giugno, dopo l’eliminazione nelle quali a Wimbledon e la scoperta di un problema congenito alle ginocchia è arrivato anche il cancro, sottoforma di melanoma.

Furono mesi molto difficili e se anche qui il cancro venne sconfitto, c’era da sistemare la questione delle ginocchia. Durante l’autunno Kiick subì 3 interventi chirurgici: 2 alle gambe e 1 alla mascella per curare un problema di masticazione. A fine dicembre il controllo medico che doveva garantirle l’idoneità sportiva si rivelò invece essere una condanna: le ginocchia non erano guarite, la cartilagine era sparita e serviva un trapianto da un donatore. Nel momento in cui si sarebbe conclusa la seconda operazione, partiva la riabilitazione che doveva durare un anno intero.

A marzo 2016 il primo intervento, poche settimane dopo il secondo. Nel frattempo Allie si era iscritta a medicina e cercava di rimanere in contatto col tennis insegnando in una scuola della Forida. A dicembre è arrivata la prima luce verde dai medici, ma serviva un ulteriore test, arrivato a marzo, per l’ufficialità definitiva del rientro. Secondo i piani iniziali il momento sarebbe dovuto arrivare il 7 maggio a Naples, ma la morte del cane (che nel frattempo si era ammalato di cancro) a cui era molto legata l’ha spinta a rinviare di un altro mese. Finalmente, a Bethany Beach, il momento tanto atteso.

Da che non aveva ranking, dopo 4 tornei è già risalita al numero 633, battendo tante avversarie classificate in top-300. In questo US Open ha battuto Olga Ianchuk 6-4 al terzo set, nel primo turno, e poi la giapponese Sayawangi 6-4 6-3 nel secondo. Duval, numero 401, ha superato al primo turno Dalila Jakupovic e al secondo Yafan Wang, 6-4 al terzo. Oggi si affronteranno l’una contro l’altra. Il destino è crudele, perché solo una delle due entrerà nel main draw, ma la partita rappresenterà una bellissima rivalsa contro le tante sfortune vissute da entrambe negli ultimi 3 anni. All’inferno e ritorno. Assieme.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani
Tags: US Open 2017

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