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Wimbledon: Querrey completa l’opera, Dimitrov non fatica, sorpresa Mannarino

A. Mannarino b. [15] G. Monfils 7-6(3) 4-6 5-7 6-3 6-2 (Giovanni Putaro)

Divertente, repentino e con continui cambi di fronte il derby francese svoltosi nel campo 12, che ha coinvolto la testa di serie numero 15 del torneo, Gael Monfils, e Adrian Mannarino, con vittoria, a sorpresa, di quest’ultimo nel set decisivo. Inizia non bene “La Monf” al servizio, tentennando non poco e regalando punti, riuscendo comunque a tenere botta, ma è artefice di un quinto gioco orribile, in cui guarda il cielo, si tocca i muscoli, si distrae come spesso gli capita e con due gratuiti ed un doppio fallo permette al suo avversario l’allungo. Con uno scatto d’orgoglio riesce a rimettersi in scia, sul 4-4, e ad aggrapparsi al tiebreak. Ma con 17  errori non forzati non si vincono i set ed infatti basteranno un minibreak nel primo e nel nono punto a Mannarino per chiudere.

Inizia come ha finito Monfils, non riesce ad essere pericolo in risposta e in battuta è un’agonia continua: si salva in apertura, ma cede sotto 1-2, salvo poi recuperare fino al 3-3. Si ricorda, finalmente, di essere in un campo di tennis ed alza il suo livello. Il lungolinea ora è efficace, dritto e rovescio rimangono quantomeno in campo e i piedi si muovono bene, permettendogli di ottenere il break nel nono game e chiudere 6-4.

Il piano tattico di Mannarino è semplice, cerca di tenere la palla bassa e giocare sulle diagonali, in modo da portare all’errore Gael. Gli riesce alla perfezione e dopo sette game di stallo, riesce a brekkare e a salire 5-3 e servizio. Arriverà a set point, ma vederseli annullati gli provocherà un blackout tecnico che consentirà ad un Monfils, meritevole solo di aver spedito la pallina aldilà della rete, di conquistare quattro game di fila e sigillare il 7-5.

Sarebbe il momento propizio per infliggere il colpo di grazie, chiudere un match già troppo lungo e raggiungere gli ultimi 16. Ma Monfils non ci ha abituato a questo nella sua carriera e, d’altronde, se uno con la sua bravura non è mai riuscito a vincere grandi tornei, un motivo ci sarà. Si estranea per un set intero da gioco, cancellando quanto di buono aveva costruito e permettendo a Mannarino di aggiustare la partita. Ma come se non bastasse si fa strappare la battuta ad inizio quinto set ingenuamente e non riesce più ad aggiustare le cose. Al suo avversario è necessaria l’ordinaria amministrazione per tenere i suoi servizi e per bissare il break nel settimo gioco, chiudendo poi 6-2. C’è da dire che Monfils tutto sommato non ha giocato male, escluso quell’assurdo quarto parziale. Ha trovato un Mannarino che è sicuramente andato oltre i suoi limiti e ha avuto il merito di rimanerci per tutto il tempo, ma è stato anche svogliato nei momenti chiave e, si sa, i punti non hanno tutti la stessa valenza, quindi puoi dare spettacolo quanto vuoi, ma perdere le partite. Conferma il suo scarso amore per l’erba, “La Monf”, che non è mai arrivato nella seconda settimana di Wimbledon. Mannarino, invece, attende agli ottavi il vincente di Gulbis – Djokovic.

[24] S. Querrey b. [12] J.W. Tsonga 6-2 3-6 7-6(5) 1-6 7-5 (Daniele Vitelli)

Chissà che stanotte Tsonga non abbia avuto qualche incubo sulla sconfitta al primo turno del Roland Garros patita per mano dell’argentino Renzo Olivo. La situazione era la stessa: sospensione per oscurità nel momento in cui si trovava a servire per restare nel match. Momento complicatissimo per chiunque, considerando che si è costretti a tenere il servizio a freddo nella giornata successiva. E per la seconda volta Jo ha mostrato di soffrire enormemente.

Il match sul campo 2 valevole per l’accesso agli ottavi di finale, iniziato ieri subito dopo la resa di Camila Giorgi contro la campionessa del Roland Garros, ha visto di fronte due grandi battitori che su questi campi hanno precendenti illustri. Da un lato Jo-Wilfried Tsonga, due volte semifinalista ai Championships e dall’altro Sam Querrey, giustiziere niente meno che di Novak Djokovic nella passata edizione. I presupposti per un match interessante ci sono tutti, considerate anche le caratteristiche dei due giocatori, che basano entrambi il loro tennis su un gran servizio e un potente diritto, pur non disdegnando soluzioni di volo più classiche. L’interesse è tutto nel vedere chi dei due riuscirà a prendere per primo l’iniziativa, per cercare di annullare il gioco dell’altro.

Primo set disastroso per Tsonga, entrato in campo poco centrato al servizio e falloso anche con il suo fondamentale di riferimento, il diritto. Il francese, infatti, dal 2-1 in suo favore subisce una serie di 5 giochi consecutivi, tra cui due break, che lo portano a rincorrere sotto di un set dopo soli 28 minuti di gioco. Per fortuna, per il transalpino e per lo spettacolo, il match torna in equilibrio già dal secondo set, soprattutto grazie alla ritrovata fiducia nei colpi di Tsonga, che inizia a tornare quello che all’inizio della stagione ha vinto ben 3 titoli. A causa dei ripetuti attacchi di Jo, il servizio di Sam inizia a vacillare e, alla seconda occasione, l’americano è costretto a cedere il servizio e con esso il set. Il terzo set è il più equilibrato, con i due tennisti che si aggrappano al loro turno di battuta con le unghie, e annullano palle break a più riprese. Alla fine saranno 3 quelle annullate da Tsonga e 2 da Querrey. Il tie-break è la conclusione più scontata del parziale e si decide su un solo punto, il mini-break subìto da Tsonga nel sesto punto. Ceduto sul filo questo set, il francese ritorna in campo con un piglio diverso, più cattivo e determinato e, approfittando anche di un calo al servizio del suo avversario, mette a tabellino un convicente 6-1 per portare il match al quinto. Il set decisivo si rivela la summa degli altri quattro, con entrambi i giocatori consapevoli che ogni break a questo punto può essere quello decisivo. La concentrazione con cui i due affrontano i loro turni di servizio allontana ogni speranza di vedere una palla break. Si sono appena superate le 21:00 al All England Lawn Tennis Club di Wimbledon quando il giudice arbitro decide di sospendere in match, stranamente non in condizione di parità: Tsonga è indietro 5-6 e deve servire.

Oggi, alla ripresa del gioco, si consuma il “dramma”. Il francese appare subito teso, commettendo doppio fallo nel secondo punto e subendo un rovescio vincente di Querrey sulla palla del 6 pari. A questo punto, il nervosismo e i fantasmi che tornano alla mente provocano due sanguinosi errori, una volée e un diritto di attacco, che condannano Jo a una dolorosissima sconfitta.

Sarà, dunque, Sam Querrey a contendere un posto nei quarti con il sudafricano Anderson, altro tennista dal potente servizio, per tentare di replicare l’ottimo risultato ottenuto già nella passata edizione.

[13] G. Dimitrov b. D. Sela 6-1 6-1 rit. (Piero Vassallo)
Poco più che un’esibizione quella che ha visto Grigor Dimitrov impegnato contro l’israeliano Dudi Sela nella prima partita di giornata sul campo numero 3. Un’ora di gioco in cui il bulgaro ha fatto un po’ tutto quello che ha voluto contro il “piccolo” giocatore israeliano, godibilissimo da veder giocare, ma che a certi livelli paga tanto e non solo a livello fisico. Sul 6-1 6-1 in favore della testa di serie numero 13, Sela ha dato forfait mandando in anticipo Dimitrov agli ottavi dove si potrebbe proporre la sfida con Roger Federer. Non si affrontano dall’Australian Open dello scorso anno, potrebbe essere un bel banco di prova per lo svizzero e un modo non banale di cominciare la seconda settimana a Church Road.
Redazione

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