[24] S. Querrey b. [1] A. Murray 3-6 6-4 6-7(4) 6-1 6-1
Due ore e quarantuno minuti per urlare al mondo intero: “ora il mio sogno è diventato realtà”. Sam Querrey riporta un giocatore statunitense nelle semifinali del singolare maschile a Wimbledon otto anni dopo la splendida semifinale vinta da Andy Roddick, pensate un po’, proprio contro Andy Murray, prima di perdere in finale in cinque set contro Roger Federer, dopo una battaglia conclusasi al 30esimo gioco del quinto set. Non proprio lo stesso Andy Murray che oggi, sul centrale amico, ha fatto piangere un Paese intero, ora decisamente aggrappato alla Konta.
Murray, più che giocare bene, ha tenuto botta sino all’1-0 del quarto e con in dote, a quel punto, anche un set di vantaggio. A quel punto i problemi all’anca si sono acuiti. Lo scozzese non è più riuscito a liberarsi di questo peso fisico, ma oseremo dire anche psicologico, e manovrare la “gialla” Slazenger a suo piacimento e per un Querrey, comunque, sempre nel match, è stato un gioco da ragazzi, o quasi, avere ragione dello scozzese: 3/6 6/4 6/7 6/1 6/1 in due ore e quarantuno minuti.
Per Querrey si tratta della prima semifinale Slam in carriera, anche se bisogna dire che questa vittoria è, forse, meno eclatante di quella dello scorso anno ottenuta contro l’allora “cannibale” Novak Djokovic. Lo dicono i numeri del quarto e quinto set, dove Murray ha fatto solo la comparsa. Se si fosse giocato altrove e non nel “giardino” di casa sua, il britannico avrebbe probabilmente alzato bandiera bianca prima del game, set e match del giudice di sedia. Con questo però non va assolutamente sminuita la prova di Querrey, giocatore che anche oggi ha dimostrato di sapersi trovare a meraviglia sui verdi prati di Church Road. Lo statunitense è sempre rimasto in partita, anche quando sotto di un set e con Murray a servire per andare avanti di due, ha saputo tenere botta, restare lì con la testa e aspettare il proprio momento, trovando, cosa non facile, modo e tempo per non farsi influenzare non più di tanto dalle precarie e visibili condizioni fisiche di Murray. Perso il terzo al tie break e con Murray in vantaggio 1-0 nel quarto, il giocatore “stelle e strisce” è riuscito a mettere insieme nove giochi consecutivi, sciorinando il suo tennis migliore. Insomma, non ha avuto pietà di Murray e, alla fine, è riuscito meritatamente a qualificarsi per la prima semifinale della sua carriera. Oseremo dire più che meritata, nonostante l’anca di Murray ed una resa anticipata.
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