M. Brengle b. [11] P. Kvitova 6-3 1-6 6-2 (Carlo Rosati)
Dopo le passeggiate di esordio, Petra Kvitova e Madison Brengle si sfidano sul Court 2 per un match tutt’altro che scontato. Le due tenniste condividono solo l’età: il palmarès recita 20 titoli a zero per la ceca, ma l’americana conduce 2-1 negli scontri diretti. Se Petra vuole continuare la serie di vittorie a Wimbledon ogni 3 anni (2011 e 2014), dovrà portare a casa questo primo incontro su erba tra le due. Ma non sarà facile…
Inizio in sordina, primi tre games con altrettanti break. Kvitova perde addirittura a zero il secondo turno di servizio, commettendo molti errori soprattutto col dritto: Brengle capitalizza e si porta 4-2. Nonostante un servizio più potente e veloce, Kvitova è fallosissima (22 gratuiti contro 3 nel primo set) e capace di ritrovare potenza e precisione solo a sprazzi. L’americana è invece ordinata e primeggia nelle percentuali di successo di prime e seconde. Sul 5-3, Brengle resiste ai tentativi di rientro dell’avversaria e chiude in bellezza il set con un dritto in corsa da cineteca: 6-3 pesante in 35′, con 6 break su 9 games.
Nel secondo set Kvitova si ritrova e chiude perentoriamente 6-1 in 23′. Questione di tener dentro i dritti, piazzare qualche risposta da brivido e azzerare le velleità dell’americana. Se Petra gioca in fiducia, si spegne la luce per molte delle giocatrici del circuito: il problema è tenere accesa la fiammella della continuità.
Allo scoccare dell’ora di gioco si va al terzo set, dove i fantasmi della discontinuità riaffiorano nel gioco della ceca. Brengle allunga gli scambi e impegna mentalmente e fisicamente l’avversaria. Il risultato è una battaglia di nervi e break (4 nei primi 7 games), con Brengle che sale 5-2 pesante grazie ai 49 (diconsi qua-ran-ta-no-ve) gratuiti di Kvitova contro i 16 dell’americana. Dopo aver ceduto il servizio al settimo game, Kvitova chiama il MTO ma non evita il 6-2 finale.
Brengle si porta meritatamente 3-1 negli scontri diretti con una vittoria su ogni superficie e sfiderà la vincente tra la francese Garcia e la romena Bogdan.
[PR] V. Azarenka b. [15] E. Vesnina 6-3 6-3 (Giancarlo Di Leva)
Victoria Azarenka è rientrata nel circuito dopo un anno di assenza a seguito della maternità, e sembra aver già trovato una buona condizione. Su una superficie che non le si addice granché come l’erba è tornata a battere una giocatrice in top-20, nel caso di oggi Elena Vesnina, che lo scorso anno aveva raggiunto la semifinale proprio qui a Wimbledon.
Prima di oggi la bielorussa aveva disputato solo 3 partite compresa quella d’esordio nello Slam londinese contro la giovanissima americana Bellis, classe 99 e già numero 40 del mondo. Questi primi risultati aumentano il desiderio di tutti di rivedere la ventisettenne bielorussa, numero 1 del mondo tra il 2012 e il 2013, la combattente indomita che abbiamo ammirato negli anni scorsi, una delle antagoniste più ostiche di Serena Williams.
L’incontro di oggi era un primo test probante per verificare il recupero della forma da parte della tennista di Minsk. A dispetto dei precedenti che recitavano nettamente a suo favore (7-0 con 14 set a zero e 31 games ceduti in 7 incontri), la Vesnina attuale è molto più solida e consapevole dei propri mezzi come conferma la 16sima posizione nel ranking ed anche il titolo vinto a Marzo ad Indian Wells, che rappresenta anche il risultato più importante della sua carriera di singolare.
Ebbene, la risposta di Azarenka è andata al di là delle aspettative più rosee. Potente e precisa sin dall’inizio e supportata dal servizio (89% di resa sulla prima), la tennista bielorussa ha giocato un primo set a ritmo molto sostenuto, senza nessuna sbavatura. Vesnina ha provato a trovare la chance in risposta, ma la chance cancellata nel terzo game da Azarenka è stata anche l’unica che la bielorussa ha concesso in tutto il match. Azarenka ha colpito forte, specie in lungolinea (saranno 26 i vincenti finali), spegnendo progressivamente la resistenza dell’avversaria. Il primo break è giunto sul 3-2 in suo favore prima di chiudere al nono gioco dopo 44 minuti.
Azarenka ha graziato l’avversaria all’inizio del secondo parziale non sfruttando altre 2 palle break, ma si è rifatta immediatamente nel successivo game di risposta. La partita in sostanza è finita lì. L’intensità del gioco è calata così come la qualità del gioco espresso da entrambe le giocatrici. La bielorussa si è concentrata sui propri turni di servizio anche se poi chiuderà il match strappando per la terza volta il servizio alla russa. 74 i punti conquistati alla fine dalla Azarenka rispetto ai 57 della Vesnina.
Prova del nove al terzo turno dove ad aspettare mamma Azarenka c’e la rediviva Watson, beniamina di casa, che ha strapazzato la lettone Sevastova che pure era data in buona forma. Sarà un altro match da seguire con molto interesse.
[6] J. Konta b. D. Vekic 7-6(5) 4-6 10-8 (Diego Barbiani)
Vogliamo partire da qui, da una parola e da un’immagine, per raccontare quello che è stato questo incredibile match di secondo turno tra Johanna Konta e Donna Vekic. Probabilmente il match del torneo, almeno in campo femminile, ed il fatto che sia avvenuto di fronte ad un Centre Court stracolmo di tifosi ha reso ancor più giustizia ad un match davvero ben giocato.
Le due avevano avuto modo di affrontarsi già qualche settimana fa, nella finale del WTA International di Nottingham dove vinse la croata, anche lì al termine di tre set tiratissimi. 2-6 7-6(5) 7-5 il punteggio in quella circostanza, 7-6(5) 4-6 10-8 oggi. Tre ore e dieci in cui non ci si poteva muovere, non c’era mai la sensazione che una delle due potesse prendere il largo. Forse Vekic penserà alle tante occasioni, più o meno nitide, avute, come il 5-3 e servizio 40-15 nel primo set, o le volte in cui è stata 0-30 quando già si era ad oltranza: sul 6-6, sul 7-7, sull’8-8. Ha avuto solo due palle break, entrambe salvate con tanto coraggio dalla beniamina di casa.
Sembrava lei, Konta, quella più in difficoltà nelle fasi finali. Vekic serviva molto bene e concedeva poco, ma sull’8-9 è stata lei a precipitare sotto 0-30. Il primo match point è stato salvato con un ace, il secondo è risultato decisivo. Tanta la gioia quante le lacrime, le emozioni giravano come in un mulinello da un lato all’altro del campo. Quasi 100 vincenti messi a segno e la sensazione che se il tennis avesse ammesso un pareggio, oggi sarebbe stato il risultato più giusto. Così non è, e lo sport è fatto di vincitori e vinti. A Nottingham fu Vekic ad esultare, oggi invece spetta a Konta che, nell’occasione più importante, ha preso la sua rivincita.
[10] V. Williams b. Q. Wang 4-6 6-4 6-1 (Diego Barbiani)
Soffre per due set abbondanti, ma alla fine trova il modo di rialzarsi. Venus Williams è al terzo turno di Wimbledon, anche se per piegare la resistenza della tenace Qiang Wang ci sono voluti 25 game in tutto. La cinque volte campionessa di Wimbledon è stata ad un passo dal trovarsi in una situazione quasi disperata, con Wang che sul 3-3 nel secondo parziale ha avuto la doppia chance di andare avanti di un break dopo aver messo in precedenza in cassaforte il primo set rimontando da 2-4.
Si è affidata al servizio, arma che poi nel parziale decisivo ha perso, ma quando oramai la partita aveva ben poco da dire. Prima un servizio vincente, poi un’altra botta al centro seguita da un dritto a campo vuoto. Così è risalita dal 15-40 ed ha tenuto la battuta, mantenendosi avanti nel secondo parziale.
Non è stato quello, comunque, il punto di svolta. La cinese teneva molto profondi i colpi sia al servizio che con la risposta, ma sul 4-5 si è fatta aggredire sui primi punti. Scivolata sotto 0-40, ha salvato i primi due set point con il servizio ma sul terzo, con il lungolinea libero, ha scelto un approccio incrociato di dritto che ha spalancato il suo lungolinea al passante di rovescio della cinque-volte campionessa di Wimbledon, che ha così riequilibrato la partita: 6-4 Wang, 6-4 Williams.
Nel set decisivo, ancora tantissimo equilibrio tra le due fino al quarto game, quando la cinese ha mancato la chance di 2-2 mettendo appena lungo un rovescio. Perso quel servizio, non ha approfittato di 3 doppi falli del’avversaria e di un’occasione per rientrare subito. Presa anche dallo scoramento, ha mollato gradualmente la presa con un nuovo break ceduto e, ancora, non ha approfittato di altri 2 doppi falli di Venus per rendere meno amaro l’esito del set decisivo. Poco male, in fondo, perché la sua partita resta comunque di alto livello. Quando però dall’altra parte della rete c’è una Williams, serve sempre dare quel tanto in più del proprio massimo.
[13] J. Ostapenko b. [Q] F. Abanda 4-6 7-6(4) 6-3 (Diego Barbiani)
Continua a vincere Jelena Ostapenko, continua a farlo in 3 set, come se fosse la cosa più normale di questo mondo. Delle 11 partite giocate dall’inizio del Roland Garros, questa è la nona che finisce al set decisivo, una sola quella persa (6-4 al terzo da Konta, a Eastbourne). Kvitova nel 2013 giocò 37 partite al set decisivo (record) e ne vinse 25 (record), Ostapenko ad oggi ne ha già disputate 22 e vinte 16. L’ultima è il 4-6 7-6(4) 6-3 a Francoise Abanda, coetanea che è andata vicinissima a cogliere lo scalpo d’eccezione quando è stata 4-3 e servizio nel tie-break del secondo set.
Tutto il primo set della canadese è stato ottimo, come pure poi il secondo quando non ha mai lasciato scappare l’avversaria. Ostapenko è stata 3-1, poi 5-4 e serizio, poi 5-5 15-40. Abanda ha preso i suoi rischi, giocato spesso sulle linee, ma la tattica fruttava. Si è salvata anche con un po’ di fortuna, quando sul 5-4 30-30 la sua difesa in chop ha preso il nastro e si è spenta di là dalla rete, ma Ostapenko in questo momento sembra un’altra giocatrice. Nel tie-break è stata sempre dietro, 1-3 e poi 3-4. Qui la canadese ha commesso l’errore, grave, del doppio fallo, poi una risposta profonda e 5-4 Ostapenko che metteva a segno altri due punti e portava tutto al set decisivo.
Abanda, approfittando delle seconde piuttosto deboli della lettone, prendeva subito un break di vantaggio, ma sul 2-1 veniva presa a pallate dalla numero 13 del seeding che sul 15-40 ha colpito un dritto vincente incrociato per il controbreak. Sembrava la fine, anche perché Ostapenko saliva 3-2 15-40, ma due palle colpite male ed un bel servizio della canadese riportavano l’equilibrio.
Il game salvato dalla giocatrice di Riga sul 3-3 è stato fondamentale: ci furono pche prime, ma sul 40-30 ha spinto bene e costretto all’errore l’avversaria che sul 3-4 sentiva tutta la pressione e precipitava sotto 0-40. La terza chance è stata quella decisiva, con il punto esclamativo al primo match point. Adesso, Camila Giorgi.
Altri incontri:
Si rivede Dominika Cibulkova, che dopo il 9-7 del primo turno conquista il pass per il terzo con un ben più convincente 6-4 6-4 contro Jennifer Brady. È il primo torneo in cui la slovacca riesce a vincere due partite di fila da Miami, quando fu fermata agli ottavi da Lucie Safarova. Al prossimo turno avrà Ana Konjuh, che sull’erba può diventare molto pericolosa. In più all’ex numero 4 del mondo manca il successo su una top-30 dallo scorso mese di febbraio.
Grande sorpresa rappresentata da Maria Sakkari, che per la seconda volta in stagione raggiunge il terzo turno in uno Slam. Era dal 2005 con Elenii Danilidou che la Grecia non portava una propria rappresentante al terzo turno. Sakkari c’è riuscita eliminando una delle possibili mine vaganti: Kristyna Pliskova. 6-7(5) 6-4 6-4 il punteggio finale, con la ceca che guidava 4-1 nel secondo set ed ha subito un parziale molto netto di 5 game consecutivi, prima di scivolare indietro 2-4 e palla del 2-5 nel terzo ed avere poco dopo 4 palle break (3 consecutive) per rientrare. Sakkari si è sempre salvata e sul 5-4 ha chiuso a zero l’incontro.
Sorpresa anche da Heather Watson, che però a Wimbledon sa giocare piuttosto bene. Semmai sorprende i 4 giochi appena lasciati a Anastasija Sevastova che la proiettano in un terzo turno contro Victoria Azarenka, quasi sicuramente con l’onore del campo centrale.
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