[14] G. Muguruza b. [1] A. Kerber 4-6 6-4 6-4 (Simone Milioti)
Match importantissimo forse non tanto per il torneo adesso, ma che sconvolge quella che sarà la classifica WTA settimana prossima e di questo siamo già sicuri. Con questo risultato infatti Angelique Kerber, attuale numero uno del mondo, abdicherà dalla vetta del ranking cedendo a Halep o Pliskova, che è ancora leggermente avvantaggiata (costretta a vincere i prossimi due match), la prima posizione mondiale e per entrambe sarà una prima volta. Avremo una nuova numero uno.
Il match di ottavi, che ha visto le due giocatrici darsi battaglia, è nato già prima di scendere in campo per le polemiche sulla disposizione del programma che ha relegato un match tra due vincitrici Slam e due finaliste proprio qui ai Championships, nelle scorse due edizioni sempre sconfitte da Serena, su un campo numero 2 che nel Super Monday è molto “secondario”.
Sicuramente una numero uno del mondo che difendeva la sua posizione, una sfidante titolata Slam, e comunque un match equilibrato alla vigilia e che lo è stato sino alla fine, meritava un campo di migliore visibilità, ma tra i match maschili e i beniamini di casa a Wimbledon – dove l’erba deve essere calcata meno possibile – è sempre difficile trovare spazio.
Venendo al match il livello è stato molto alto, entrambe non si sono mai tirate indietro e hanno cercato di mettere sempre in difficoltà, variando il proprio gioco, l’avversaria. Da fondo la Kerber sembrava a suo agio, cambia piani la Muguruza che si presenta a rete quasi ogni punto. Continui capovolgimenti di fronte specie nel terzo set, ben quattro break nei primi game con Muguruza prima e Kerber poi in vantaggio, alla fine un quinto break al decimo gioco è fatale e sancisce la dipartita di Kerber.
Nel primo set sembra partire meglio la spagnola che tiene con più facilità i propri turni di battuta, è però Kerber ad avere una prima palla break che non sfrutta. Passano i game e la tedesca trova ritmo e contromisure, dal 4-3 per Muguruza Kerber infila tre giochi di fila martellando da fondo campo quasi esclusivamente in lungolinea, conquistando il primo parziale.
Garbine capisce che non può continuare così e cerca nuove soluzioni per togliere certezze alla numero uno del mondo. Muguruza si propone molto più spesso a rete e la strategia sembra pagare anche se dovrà aspettare fino al decimo game del secondo parziale per ottenere finalmente il primo break ai danni della tedesca che corrisponde alla conquista del secondo set.
Nel terzo e decisivo set, scappa immediatamente 2-0 la spagnola, poi sembra ritrovare autorevolezza la Kerber che rende molta più ardua la vita a rete dell’avversaria. Rimonta a prova la fuga vincendo tre game di fila, due dei quali break. Non riesce però a confermarlo e le due tornano in parità sul 3-3. Da quel momento in poi saltano tutti i possibili schemi e sia l’una che l’altra faticano tanto a tenere il servizio. Sembra il momento decisivo nel nono gioco quando Muguruza offre svariate palle break all’avversaria che però non le converte, a seguire in difficoltà ci va la Kerber, come nel set precedente, solo che le palle break sono pesantissime poiché regalerebbero il match alla spagnola. La Kerber annulla le prime due coraggiosamente, ma sulla terza concessa la risposta profonda di Muguruza la mette in difficoltà e il rovescio della tedesca si ferma sotto il nastro.
[13] J. Ostapenko b. [4] E. Svitolina 6-3 7-6(6) (Diego Barbiani)
Jelena Ostapenko non ha paura: undicesima vittoria consecutiva in un torneo dello Slam. Ed anche quando sembra sentire la pressione del momento, come oggi quando ha avuto bisogno di 8 match point, è riuscita a tenere duro ed a raggiungere i primi quarti di finale a Wimbledon da “senior”, dopo la vittoria junior da queste parti nel 2014.
6-3 7-6(6) a Elina Svitolina, che era la numero 4 del seeding a Wimbledon, e come a Parigi eccola tra le ultime 8 giocatrici rimaste. Altra, enorme, prova di forza della giocatrice di Riga, che ha smentito tutti quelli che la volevano vedere soccombere dopo l’exploit al Bois de Boulogne. Tre settimane dopo, invece, ha affrontato e vinto 4 partite giocando, in alcune, non al livello del Roland Garros, dove ha chiuso con 299 vincenti, ma ha tirato fuori tutto il carattere che ha. Quattro match molto equilibrati: tre set complicati contro Aliaksandra Sasnovich, in un incontro preceduto da un comportamento non molto carino degli organizzatori nei suoi riguardi; tre set durissimi contro Francoise Abanda, dove il suo livello era molto a fasi alterne nei primi due set, ma ha progressivamente trovato la forza per riprendere il match e staccarsi dalla canadese che pure aveva servito sul 4-3 nel tie-break, facendosi lì prendere dalla tensione. Tensione che non ha mostrato neppure contro Camila Giorgi, quando invece ha ripreso il match da 5-3 e 5-2 nei due parziali. Infine oggi, quando dopo un primo set da 9 in pagella sembrava aver prima in mano l’intero match e poi è stata vicinissima a dover affrontare un altro parziale.
Carattere. Quando non arriva il tennis, Ostapenko sta tirando fuori un carattere ed una forza mentale che sembrano scontrarsi con il suo agitarsi e le sue gesta verso il proprio angolo. Lo fece già a Parigi, quando perso il secondo set contro Timea Bacsinszky, in semifinale, guardò Medina Garrigues e fece cenno “basta”, come a non averne più. Eppure riparte, come se nulla fosse. Il break sul 3-2 nel secondo set sembrava aver messo in ghiaccio la pratica, ma sul 5-3 perdeva la battuta dopo essersi mangiata 5 match point. Sul 5-5 un altro break subito dopo aver rimontato da 0-30. In entrambi i casi, un doppio fallo sulla palla break.
Sembrava il primo momento delicato da un mese a questa parte, invece dal 5-6 30-0 Svitolina è tornata a spingere, aggredire, giocare vincenti. Quattro punti di fila e tie-break, rimonta da 1-3 con 5 punti su 6 e 6-4 in suo favore. Il sesto match point è affondato sotto rete, il settimo Svitolina ha difeso con tutto quello che aveva fino a farla colpire in ritardo. Eppure, ancora, non ne ha voluto sapere di cedere. Sul 6-6 il rovescio stretto incrociato ha preso un pezzettino di riga e stavolta, all’ottavo match point, ha controllato lo scambio stando però sempre in pressione, che è una delle sue qualità più evidenti: non spinge, talvolta, ma rimane in controllo comunque. Un ultimo rovescio non rigiocato da Svitolina l’ha fatta finalmente esultare e domani, finalmente su un campo principale, affronterà Venus Williams per cercare un’incredibile semifinale.
Undicesima vittoria di fila in uno Slam. Chi ci avrebbe creduto dopo Roma?
[7] S. Kuznetsova b. [9] A. Radwanska 6-2 6-4 (Fausto Consolo)
Svetlana Kuznetsova eguaglia il suo miglior risultato ai Championships e torna ai quarti di finale dieci anni dopo l’ultima volta, quando venne sconfitta da Venus Williams con un doppio 6-4. La 32enne moscovita ha sfoderato una prestazione straordinaria contro Agnieszka Radwanska, inerme dinanzi alla potenza dei colpi della russa, molto centrata e sovente con il pallino del gioco in mano grazie anche ad un servizio oggi quasi perfetto. Eloquenti i 37 vincenti prodotti (contro i 13 dell’avversaria) oltre alle altissime percentuali di punti vinti in battuta (74% con la prima e 67% con la seconda).
Subito in difficoltà la polacca che nel game inaugurale subisce il ritorno dell’avversaria da 40-0 concedendo la prima palla break dell’incontro, convertita dalla russa con un buon vincente di diritto. Netto il contrasto tra i due stili: da una parte la grande intelligenza tattica, dall’altra l’aggressività di chi vuole fare la partita. La due volte campionessa Slam gioca sempre profondo e disegna molto bene in campo neutralizzando le armi difensive della Radwanska e il doppio break non tarda ad arrivare dopo un meraviglioso game condito da 2 risposte vincenti di rovescio e altrettanti diritti lungolinea che lasciano immobile la finalista dell’edizione 2012. Inizia a provare soluzioni diverse “Aga”: maggior spinta, palla corta e un paio di discese a rete; gli sforzi vengono premiati e riesce a sbloccarsi nel punteggio. Nel game successivo fa muovere di più l’avversaria ed è la chiave per ottenere una palla break malamente sprecata. Il resto è ordinaria amministrazione: la Kuznetsova riesce ad imporre il proprio gioco, spesso manovrando da dentro il campo, a fronte di una Radwanska che non riesce ad utilizzare la sua arma migliore: far muovere l’avversaria variando il gioco. È 6-2 per la russa in 32 minuti, ottenuto con il diciottesimo vincente del parziale, a riprova del dominio della numero 7 del seeding.
La ventottenne di Cracovia soffre anche in apertura di seconda manche, ma con un po’ di fortuna riesce ad annullare una palla break e si porta in testa nel punteggio prendendo in mano il pallino del gioco. Oltre 12 minuti di lotta (e regali reciproci) sull’1-1: dopo 23 punti giocati la polacca si salva annullando quattro palle break e aiutandosi con prime di servizio efficaci nei momenti cruciali. Con aggressività la Radwanska resiste anche nel quinto gioco, approfittando di un gratuito di rovescio della Kuznetsova sulla sesta palla break del set e portandosi nuovamente avanti con una volée vincente di diritto. La russa, nel frattempo, continua ad essere pressoché ingiocabile in battuta grazie a percentuali di punti vinti sia con la prima che con la seconda abbondantemente sopra il 60% che le permettono di tenere il passo dell’avversaria senza sforzi. Il settimo gioco invece è fatale per la testa di serie numero 9: Aga lotta ancora ammirevolmente cercando di resistere con ogni mezzo alla maggiore pesantezza di palla dell’avversaria, ma sulla settima palla break del parziale subisce e viene indotta all’errore che consegna la testa dell’incontro ad una Kuznetsova che incredibilmente ha un passaggio a vuoto sul 5-4 e servizio e regala due palle break annullate da un gran vincente di diritto dal centro del campo e un gratuito in risposta della Radwanska. È l’ultimo brivido del match, concluso con l’ennesimo vincente lungolinea di rovescio. Finisce 6-2 6-4 in 1 ora e 30 minuti di gioco
M. Rybarikova b. [Q] P. Martic 6-4 2-6 6-3 (Diego Barbiani)
Magdalena Rybarikova emerge dalla sfida tra outsiders contro Petra Martic. È la slovacca a volare ai quarti di finale a Wimbledon al termine di un incontro che, come era prevedibile, è risultato estremamente combattuto ed incerto. 6-4 2-6 6-3 per la giocatrice originaria di Piestany, a 50 chilometri da Bratislava, e miglior risultato Slam di sempre che la proietterà in top-50, miglior classifica da inizio 2015.
Era precipitata oltre la quattrocentesima posizione a fine marzo, quando aveva perso i punti dei quarti di finale di Indian Wells. Domani sfiderà una tra Caroline Wozniacki e CoCo Vandeweghe per cercare un ulteriore passo in un torneo già ampiamente oltre le aspettative.
Brava, oggi, soprattutto nel mettere sempre sotto pressione il servizio di Martic. La croata si è ben difesa per quasi tutto il primo set, ma è crollata nelle fasi decisive. Aveva preso un break di vantaggio, aveva salvato uno 0-40 sul 3-2, ma dal 4-2 in poi non ha più vinto un game. Nel secondo è ripartita bene, dimenticando l’accaduto, ma nel terzo è stata Rybarikova ad avere più coraggio, a non pensare alla posta in palio ed a prevalere. Il suo torneo è ampiamente vinto, bisogna capire ora se avrà la forza di sognare ancora più in grande.
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