F. Schiavone b. M. Minella 6-1 6-1 (Piero Vassallo)
Inizia con una vittoria schiacciante quello che potrebbe essere l’ultimo Wimbledon della carriera per Francesca Schiavone. Sul campo numero 11 la Leonessa impiega appena cinquantatre minuti per battere la lussemburghese Mandy Minella con un doppio 6-1. Una prova eccellente per la tennista milanese, che al servizio ha perso appena quattro punti in totale e con sedici vincenti si è spianata la strada verso il secondo turno, risultato già acciuffato un anno fa quando però il percorso fu interrotto bruscamente da Simona Halep. Anche quest’anno l’impegno sarà quasi proibitivo: la sua prossima avversaria è la numero 4 del seeding Elina Svitolina, che ha battuto 7-5 7-6(8) l’australiana Ashleigh Barty. L’ucraina fino ad ora è stata tra le migliori giocatrici della stagione e sembra aver raggiunto la piena maturità. L’unico precedente è quello di Baku 2014, quando la campionessa degli Internazionali d’Italia 2017 si impose 3-6 6-1 6-4. Quello che può infondere un minimo di ottimismo è il rapporto non idilliaco di Svitolina con l’erba, superficie su cui fino ad ora ha sempre fatto fatica.
C. Giorgi b. A. Cornet 5-7 6-4 6-4 (Diego Barbiani)
Camila Giorgi è la prima italiana al secondo turno nel tabellone femminile di Wimbledon. Aveva bisogno, la marchigiana, di un buon avvio nel terzo Slam stagionale, soprattutto dopo il ritiro a Birmingham e le tante difficoltà del suo 2017. Fisicamente appare in salute, almeno questo è il giudizio che nasce dopo le due ore e trenta di montagne russe contro Alizé Cornet, sconfitta 5-7 6-4 6-4 al termine di un incontro che già dopo il primo set aveva dettato il suo filo conduttore: un’altalena continua, non solo nel punteggio quanto nei singoli game per come venivano gestiti i momenti critici affrontati dalle due giocatrici.
A Giorgi nei primi 15 minuti non è riuscito nulla e Cornet, rimanendo solida da fondo campo e ributtando più colpi possibili al di là della rete in attesa dell’errore dell’avversaria. 11 gratuiti in 4 game, due turni di battuta su tre vinti da Cornet rimontando da 30-40, vantaggio fin troppo importante sul 5-0. Da lì è iniziata un’altra, con i colpi di Camila che trovavano più efficacia e la guidavano nella rimonta fino al 5-5. Un nuovo black out però, a causa anche di due doppi falli, l’ha spinta ad un quarto break nel parziale per il 7-5 Cornet.
Era solo l’inizio di una partita che è sembrata durare ben più del tempo segnato alla fine, forse per le tante situazioni diverse vissute, ed un filone narrativo che ricalcava molto da vicino i due match tra loro più rocamboleschi: quello all’Australian Open 2013, quando Cornet si impose sotto i 46 gradi dell’estate australiana, e a Katovice nel 2014, quando ancora la francese ebbe la meglio 7-5 al terzo nonostante Giorgi abbia servito per il match ed avuto match point. Stavolta l’esito è stato diverso, con una francese a tratti impotente e non più in grado di essere solida e coi piedi sui pressi della linea di fondo. Per tutto il secondo set ha perso progressivamente campo e, già non avendo colpi definitivi, su una superficie come l’erba è impossibile per lei vincere la partita pensando soltanto a difendersi stando a pochi centimetri dai teloni.
Ancora sette break nella seconda frazione, stavolta però ha prevalso Giorgi per 4 a 3. Cornet sembrava un sacco da boxe, presa a “pugni” a destra e a sinistra dal gioco dell’azzurra. Il servizio non l’aiutava e col dritto non aveva più la stessa profondità dei primi game del match. Quel colpo le sarebbe servito tantissimo, perché spezzava il ritmo dell’azzurra senza dover ricorrere a rincorse e colpi in slice alle volte improvvisati. Qui però, ancora, emergono alcuni limiti dell’italiana che spesso tende ad andare sopra-ritmo non solo con i colpi ma anche con gli spostamenti in campo, arrivando troppe volte male sulla palla da colpire.
Alla fine, comunque, l’obiettivo è raggiunto. Nel terzo set Giorgi ha continuato a mantenere saldo il comando. Mai Cornet, che più passava il tempo e più si innervosiva anche a causa di alcune chiamate molto dubbie del giudice di sedia (le è stato tolto un punto sulla palla game dell’1-0 nel terzo set), ha confermato un contro-break, ripetendo la partenza ad handicap della seconda frazione e cedendo un nuovo turno di battuta sull’1-1. I rimpianti potranno essere, da parte sua, per lo 0-40 non sfruttato sul 3-2 Giorgi nel terzo set, ma da ormai una mezz’ora Camila stava colpendo tantissime righe e lei dal lato del rovescio era diventata non solo inoffensiva in fase d’attacco ma risultava ancora più vulnerabile in difesa. L’ultima chance è stata quando Giorgi ha servito per il match ed è stata indietro 15-30: ancora, Cornet, troppo passiva nello scambio e costretta a cedere sulla diagonale del dritto. Non è facile, è vero, essere propositivi quando negli ultimi 45 minuti in campo si è fatta la parte della comparsa, ma per giocare contro Camila serve una tenuta mentale elevata perché al di là del numero dei vincenti o degli errori, il ritmo è sempre molto alto ma lei è vulnerabile se l’avversaria si dimostra come la francese nei primi punti, portandola ad innervosirsi ed a giocare con ancora più fretta.
Al prossimo turno l’azzurra avrà Madison Keys, che è tornata al successo grazie al 6-4 6-2 ai danni di Nao Hibino. Una sfida importante in una zona di tabellone dove c’è anche la campionessa del Roland Garros Jelena Ostapenko.
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