[2] N. Djokovic b. A. Mannarino 6-2 7-6(5) 6-4
Novak Djokovic, così come Roger Federer e Marin Cilic, guadagna i quarti di finale di questa 140esima edizione di Wimbledon senza lasciare per strada nemmeno un set. C’è da dire che oggi il serbo, pur non brillando particolarmente, sotto il tetto del campo centrale, quando fuori si stava scatenando la bufera, ha giocato una partita solida, finendo col domare il francese Mannarino in tre set: 6/2 7/6 6/4 in due ore e tredici minuti. Una versione del numero due del mondo non ancora del tutto perfetta, ma strada facendo il tre volte campione dei Championships sta acquisendo sempre più fiducia in quei mezzi che, proprio un anno fa, aveva iniziato a smarrire complice la prematura sconfitta contro Sam Querrey. Il Djokovic di oggi non è il “cannibale” dei primi sei mesi del 2016, ma non è neanche la bruttissima copia del giocatore che sembrava in preda più ad una crisi esistenziale che altro nella prima parte di stagione. Oggi, contro Mannarino, avrebbe potuto chiudere molto prima il suo match, se non avesse dilapidato in maniera sciagurata un break di vantaggio nel secondo set, prima di vincerlo complice un tie break complicato, con il transalpino che si era issato 4-2, prima di subire la rimonta del serbo. Adesso affronterà Thomas Berdych, con il quale ha vinto 25 volte nei ventisette confronti diretti. Il tutto, con nel mirino Roger Federer per una semifinale che da queste parti già sognano come quella più nobile dopo l’uscita di scena, nella parte alta del tabellone, di Rafael Nadal. Questa, però, sarà eventualmente un’altra storia, perchè Berdych non è giocatore che fa sconti. Andrà in campo senza nulla da perdere e il Djokovic di questi giorni, buono ma non ottimo come un tempo, potrebbe avere qualche problema. L’idea che ci siamo fatti è che il serbo debba ancora trovare la totale tranquillità interiore e, come se non bastasse, il doppio intervento odierno del fisioterapista per curargli la spalla destra, potrebbe essere un tarlo in più nella sua testa. Intanto, però, il suo percorso sino ai quarti di finale, che piaccia o no, è stato perfetto. Un percorso netto che, inevitabilmente, è molto più che una semplice iniezione di fiducia per l’ex numero uno del mondo. Il resto ce lo saprà dire il match di domani con Berdych.
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