[10] V. Williams b. [13] J. Ostapenko 6-3 7-5 (Diego Barbiani)
C’è voluta una grande campionessa come Venus Williams per fermare la corsa della giovane Jelena Ostapenko, reduce fino ad oggi da 11 vittorie Slam consecutive e dal titolo del Roland Garros. C’è voluta una delle prestazioni più belle della statunitense in questo 2017 per tarpare le ali di una che vuole diventare campionessa, ma che oggi nulla ha potuto nella sua prima apparizione sul Centre Court di Wimbledon da quando ha abbandonato il circuito junior.
6-3 7-5 alla numero 13 del seeding, al termine di un match quasi perfetto. Diversi i fattori che hanno inciso, a cominciare dall’enorme esperienza e dal peso che porta con sé una giocatrice di livello assoluto come Venus su uno dei campi che le hanno dato tanto a livello di trofei, lustro e soddisfazioni. Poi il servizio: tanto incisivo quello della ex numero 1 del mondo quanto attaccabile quello della sua avversaria. 15 le battute non risposte da Ostapenko nel primo set, mentre per la giocatrice di Riga non aiutava l’aver messo solo il 44% di prime palle in campo. Sulla seconda l’aggressione era sistematica, anche a causa del lancio sbagliato, il movimento scomposto e la velocità limitata.
A conti fatti nel primo parziale ha fatto la differenza quel primo turno di battuta della lettone dove, un po’ a freddo, è stata subito aggredita. La Williams dei primi game era una con le idee molto chiare: attaccare, meglio ancora se con il servizio. Tre ace nel primo game, tanti servizi vincenti, sensazione di enorme sicurezza mentre dall’altro lato del campo c’era chi doveva ancora far quadrare il proprio gioco.
Nel secondo la trama stava continuando nello stesso identico modo, con Venus che subito ha allungato sul 3-1. Lì l’unico piccolo calo della sua partita. E lì Ostapenko ha trovato la forza per rendere un incontro a senso unico qualcosa di più intrigante. Una briciola ha avuto, non di più, e su quello ha costruito tre game consecutivi che l’hanno portata per la prima volta avanti nel punteggio. Stava anche cominciando a trovare i giusti tempi sulla risposta, stava impattando meglio, stava trovando continuità nei vincenti (comunque superiori a fine match rispetto all’vversaria) e sul 5-4 ha avuto un nuovo spiraglio, stavolta conquistato per meriti suoi. Sul 15-30 in risposta, però, di nuovo Venus è salita in cattedra: ace, servizio vincente, servizio vincente. Ostapenko ha poi sbagliato l’undicesimo game prima di mollare definitivamente la presa sulla partita.
Decima semifinale a Wimbledon, la seconda consecutiva, per una straordinaria Venus Williams. 37 anni, la più anziana da Martina Navratilova nel 1984. Giovedì, contro Simona Halep o Johanna Konta, la possibilità di tornare in finale 8 anni dopo l’ultima volta.
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