Quanto sta accadendo quest’anno nel tennis maschile appare sempre più irreale. Roger Federer, a quasi 36 anni, diventa il vincitore più anziano di Wimbledon, stabilendo in solitario il nuovo record di vittorie e di finali sull’erba londinese (8 in 11 finali).
Il tennista di Basilea ha vinto senza perdere un set nei 7 incontri disputati, lasciando agli avversari complessivamente solo 74 game. Nella storia del torneo era accaduto solo altre 4 volte:
Col successo di ieri, che si aggiunge a quello ottenuto a gennaio agli Australian Open, lo svizzero ha allungato il vantaggio nei confronti di Nadal nel numero di vittorie complessive negli Slam: 19 a 15
Federer e Nadal insieme, dopo che alla fine dello scorso anno sembravano quasi giunti al capolinea di una carriera per entrambi straordinaria, sono letteralmente resuscitati facendo il vuoto intorno e vincendo 7 degli 8 tornei più importanti fin qui disputati (3 Slam e 4 Master 1000) mancando solo Roma dove si è imposto Alexander Zverev in finale su Novak Djokovic.
Il predomino di questi due campionissimi è confermato dalla classifica della Race che li vede nettamente in testa lasciando presagire sin da adesso che, in ottica corsa al numero uno di fine d’anno, assisteremo a un duello tra loro due senza altri contendenti.
Dando sostanzialmente il cambio a Djokovic e Andy Murray che, dopo 2 anni in cui hanno prevalso su tutti, attraversano una fase dalla quale complici anche problemi fisici stentano a venir fuori, Federer e Nadal stanno assicurando continuità al dominio dei Fab Four che continua incontrastato, come avviene ormai da 13 anni durante i quali hanno lasciato agli avversari solo le briciole: 7 slam su 51 e 17 Master 1000 su 113, 2 ATP Finals su 12.
L’effetto di questi risultati è che a distanza di un anno circa (dal 25 luglio 2016) i Fab Four tornano a guidare la classifica mondiale con punteggi molto inferiori a quelli di un anno fa e con differenze di punteggio molto contenute:
Next Generation: Zverev si conferma l’unico esponente della categoria (i nati dal 1996) ad essere competitivo con i migliori. E’ l’unico dei 16 giovani presenti in tabellone ad approdare agli ottavi di finale dove si è arreso solo al quinto set alla testa di serie numero 6, Milos Raonic, dopo essere stato in vantaggio per 2 set a 1.
Altri numeri del torneo maschile
3 – la nuova posizione in classifica di Federer. Era n.17 all’inizio dell’anno. Da questo momento non ha più punti da difendere fino alla fine della stagione.
8 – gli anni trascorsi dall’ultima presenza di un tennista americano (maschio) nella semifinale di uno Slam. Vi riuscì Andy Roddick a Wimbledon nel 2009 anno in cui fu protagonista eroico ma sfortunato della finale Slam più lunga della storia a livello di game giocati da quando fu introdotto il tie break. Furono giocati 77 games in 4 ore e 16 minuti (punteggio finale per lo svizzero 5-7 7-6 7-6 3-6 16-14).
10 – i ritiri nel tabellone maschile. Eguagliato il record del 2008 e del 2013.
11 – le finali giocate da Federer a Wimbledon. Si tratta del record assoluto per i tornei dello Slam maschili. Staccato Nadal che a Parigi ha giocato 10 finali vincendole tutte.
12 – le semifinali giocate da Federer a Wimbledon. Staccato Connors che si fermò a 11.
14 – gli anni trascorsi dalla prima vittoria di Federer in uno Slam (Wimbledon 2003). Il record assoluto è di Rosewall che vinse gli Australian Open nel 1972 (a 37 anni) a distanza di 19 anni dalla prima vittoria Slam sempre in Australia
19 – i vincitori over-30 di tornei nel 2017 fino a Wimbledon, lo stesso numero finale raggiunto nel 2016.
21 – i match conclusi al quinto set. Furono 26 lo scorso anno.
22 – il nuovo best ranking del lussemburghese Muller che a 34 anni e 2 mesi ha raggiunto per la prima volta in carriera i quarti in uno Slam.
42 – le nazioni rappresentate nel tabellone maschile. Furono 39 lo scorso anno.
87 – i tie break giocati nel torneo. Il record è di 112 e risale al 2014.
91 – i match vinti da Federer a Wimbledon. Superato Connors che si fermò a 84
93- i tornei vinti in carriera da Federer. Meglio di lui solo Connors (109) e Lendl (94)
131 – le edizioni del torneo disputate. La prima risale al 1877.
589 – il ranking di Gulbis alla vigilia del torneo, il più basso di un tennista approdato al terzo turno in uno Slam dal 2002 quando ci riuscì l’olandese Krajicek, da n.1093 del mondo, a Wimbledon giunse fino ai quarti di finale.
855 – la classifica dell’inglese Alexander Ward entrato in tabellone provenendo dalle qualificazioni e sconfitto all’esordio dal connazionale Edmund a cui è riuscito comunque a strappare un set. Trattasi del tennista con la più bassa classifica presente nel main draw maschile dal 1998 quando entrò in tabellone per aver superato le qualificazioni il tennista delle Bahamas Knowles (n.1122), che fu un ottimo doppista, specialità in cui fu anche numero 1 del mondo nel 2002.
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