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L’errore reiterato di Nadal che gli è costato il quinto set

Nel Manic Monday, o Super Monday che vogliate, la sconfitta di Rafael Nadal si è presa tutti i riflettori. Lo spagnolo arrivava da un Roland Garros dominato senza perdere alcun set, stava continuando la sua striscia anche qui ai Championships, striscia interrotta da Muller che in quasi un’ora e mezza si portava avanti 2 set a 0. A quel punto Nadal reagiva, aiutato dal calo fisico che immancabilmente colpiva Muller a 34 anni, e portato il match al quinto nessuno probabilmente avrebbe dato non soltanto Muller favorito, ma nessuno si sarebbe immaginato che il match andasse ad oltranza.

28 game totali, più di due ore di quinto set e per tutto questo tempo Nadal ha commesso ripetutamente un errore in campo che alla lunga potrebbe essergli costato davvero la rincorsa al suo terzo Wimbledon. Va chiarito che l’errore non è propriamente tecnico, ma prettamente tattico. Ve ne sarete accorti anche voi, come anche zio Tony che intorno al 10° game si sbracciava, più con la panchina del nipote visto che con lui direttamente per regolamento non avrebbe potuto farlo, affinché – almeno così è sembrato di capire – Rafa rispondesse un po’ più avanti. Nadal in tutto il quinto set quando rispondeva abbondantemente fuori dal campo, ben 14 game di risposta, lontano dalla linea, ben oltre anche il segno in cui il terreno ha ormai perso il verde dell’erba ed è diventato terra, quindi ben oltre un tennista medio anche difensivo risponderebbe.

Siamo d’accordo che il servizio di Muller è un ottimo colpo, ma affrontarlo così da lontano, considerando anche che il lussemburghese andava a servire per primo nel set decisivo, è stato un errore grave di Nadal.

In primo luogo perché aspettando così indietro lasciavi molto spazio alla curve mancine di Gilles. Spesso con lo slide anche da destra Muller trovava il colpo vincente, da sinistra magari era difficile sul dritto di Nadal, ma lo spagnolo era costretto a rincorrere già sulla risposta.

In secondo luogo Muller aveva tantissimo tempo di poter prendere la rete e di giocare una prima voleé anche non perfetta, non definitiva, quasi in mezzo al campo e se il punto non fosse arrivato immediatamente avrebbe potuto piazzarsi a coprire meglio la rete nel tempo che Nadal dai teloni, dove aveva risposto, venisse a giocare il colpo successivo dentro il campo.

In terzo luogo Nadal per 14 volte si è ritrovato a rispondere dopo aver tenuto il servizio e riportato il match in parità, servire per secondo sicuramente non lo ha aiutato ad essere tranquillo, ma state sicuri che neanche Muller lo era, si è anche visto su dei facili colpi che si sono trasformati in orrori per entrambi nei momenti topici del set. Perché allora non provare, anche psicologicamente, a mettere pressione all’avversario rispondendo più vicino al campo. Hai visto che da fondo non riesce a cambiare l’inerzia? Bene, su 14 turni giocati in risposta due o tre prova a farti vedere più avanti, prova ad anticipare la risposta, impattarla bloccata, prova a mettergli pressione e magari può sbagliare la prima o addirittura commettere doppio fallo.

Così non è stato e Muller ha preso sempre più fiducia, andava al servizio meccanicamente, l’unico suo problema era se il suo fisico avesse retto. Ad un certo punto del match, dal 18° gioco in poi, sembrava davvero che Nadal in risposta non potesse più fare nulla e quindi era chiaro che il match si sarebbe concluso o con l’oscurità o con la sconfitta di Rafael.

Simone Milioti

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