Se la Slovacchia, dal momento della separazione con la Repubblica Ceca, è diventata importante nel mondo del tennis lo deve principalmente a quattro atleti: Dominik Hrbaty, Janette Husarova (numero 3 in doppio e vincitrice di un Master di fine anno della categoria), Dominika Cibulkova (la giocatrice dal ranking più alto mai raggiunto in singolare da un giocatore o una giocatrice slovacca) e Daniela Hantuchova.
“Ciao a tutti, spero stiate tutti bene ora. Ho qualche notizia da darvi: mi ritiro dal tennis professionistico. Non è stata una decisione facile ma ora sento tanta felicità per quello che saranno i miei prossimi impegni. Non abbandono lo sport, ma lascio il tennis competitivo e l’impegno di viaggiare 10 mesi all’anno con la borsa da tennis sulle spalle. Ringrazio tutti voi per l’affetto e la vicinanza lungo tutti questi anni: senza di voi non sarei diventata quella che sono ora. Ringrazio la WTA, l’ITF e la federazione slovacca per l’opportunità che mi hanno dato”.
L’ultima è stata anche quella dalla carriera più duratura, cominciata nel 1999 e conclusasi oggi quando l’ultimo match ufficiale disputato è nell’ultimo turno di qualificazioni del WTA International di Marrakech perso contro Gabriela Dabrowski, a fine aprile. Da lì un infortunio, l’ultimo della carriera, con una frattura da stress al piede destro. Erano comunque almeno tre anni che era cominciato un declino inesorabile, fatto di tante sconfitte. Eppure rimaneva una giocatrice esemplare: uscita dopo 766 settimane consecutive dalla top-100, non aveva avuto problemi a catapultarsi in tornei ITF di basso livello, in campi tenuti in maniera approssimativa e senza raccattapalle, dove al termine di ogni punto bisognava muoversi e raccoglierle per conto proprio o prendere l’asciugamano dall’angolino dove lo si era appoggiato e asciugarsi il volto. Dettagli che sembrano quasi banali ma non posso essere considerati tali se si è calcato grandi palcoscenici per 15 anni e di colpo è passati a girovagare per i tornei da 25.000 dollari di Santa Margherita di Pula o Rancho Santa Fe.
Il momento migliore della carriera è arrivato tra il 2007 ed il 2008, quando le riuscì prima il clamoroso bis a Indian Wells (il primo titolo fu nel 2002) e poi, 9 mesi più tardi, era in campo per giocarsi l’approdo in una finale Slam. Sarebbe stata la prima di sempre per un giocatore o una giocatrice slovacca e di fronte a lei c’era Ana Ivanovic, che rimontò da 0-6 0-2 per vincere 0-6 6-3 6-3. Erano amiche le due, ma da quel match qualcosa cambiò.
7 titoli in singolare su 16 finali giocate, 9 in doppio su 21 finali. Soprattutto la stima ed il merito di essere stata la prima del suo giovane paese a raccogliere molti traguardi importanti come l’entrata in top-5 (numero 5 del mondo dopo l’Australian Open 2003, traguardo che verrà superato solo da Cibulkova ad inizio del 2017).
Grandissima appassionata dell’Italia e fan del compianto Paolo Villaggio, durante la scorsa off season caricò una foto sul suo profilo Instagram della celebre partita a tennis tra Fantozzi e Filini con questa scritta: “Tu sai che una giornata finisce nel modo giusto nel momento in cui ti ritrovi a vedere questo mentre stai ricevendo dei massaggi #Fantozzi #tennis #battilei”. In un’intervista del 2008 con il giornalista e telecronista di Eurosport Federico Ferrero, disse che quando è in Italia ci sono due cose che deve assolutamente fare: mangiarsi un barattolo di Nutella e vedere almeno un film di Fantozzi.
A 34 anni, il momento di appendere la racchetta al chiodo è arrivato. Come dice però nel video, non c’è assolutamente l’idea di lasciare lo sport che l’ha resa importante. Proprio in questo Wimbledon sta sperimentando la sua prima esperienza da telecronista per la tv Fox Sport Asia assieme ad altre ex colleghe come Marion Bartoli e Kim Cljsters.
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