Wimbledon 2017 è giunto alle porte delle semifinali e l’unico superstite del cerchio magico dei cosiddetti “Fab Four+1” è sua maestà Roger Federer. Nulla da dire, se non infiniti complimenti a questo incredibile campione che a trentacinque anni suonati è capace di tirar fuori forse il suo miglior tennis, unito alla passione di chi ha appena cominciato. Bisogna solo inchinarsi e lasciar perdere le questioni di lana caprina sul fatto se sia davvero il suo miglior tennis o sia di una qualità comunque eccelsa ma vincente anche per carenza di avversari. Perché è vero, Roger sta vivendo una stagione magica, ma i suoi grandi antagonisti di sempre, Nadal escluso, Djokovic, Murray e Wawrinka vivono forse il peggior momento delle loro carriere. La fortuna aiuta gli audaci ed è la virtù dei forti, quindi i complimenti restano tutti per lo svizzero, capace di mantenere la voglia dopo l’infortunio al ginocchio e di ripresentarsi in tal spolvero, ma, soprattutto per questo Wimbledon, non si può negare che l’assenza di avversari sia palese. Nadal ha avuto ottimi risultati lungo tutta la stagione, ma è sempre stato evidente che avrebbe potuto essere vincente solo sul rosso e gli altri tre sono infortunati in modo più o meno importante. Federer c’è, bravo lui.
Quello che lascia un po’ di amaro in bocca, che può portare persino a sperare che non vinca questo torneo, probabilmente finito mercoledì 12 luglio, è l’atteggiamento di un buon nugolo di suoi tifosi, molto più impegnati a gioire delle disgrazie dei suoi veri avversari che del tennis del loro campione.
Infastidisce ancor più dopo le parole del loro beniamino, che si è espresso così a riguardo di Djokovic, Murray e Nadal: “Una volta arrivato a 30 anni devi guardarti indietro e pensare a quanto hai giocato, a quanto ti sei riposato durante gli anni, quanto ti sei allenato, se hai fatto abbastanza o meno. Prendere una lunga pausa nel mio caso ha funzionato, ma ciò non significa che possa essere lo stesso per tutti. Ma a volte il corpo e la mente hanno bisogno di riposare. La cosa ideale è prendere la decisione in tempo, prevenire. Puoi giocare con un infortunio solo per un determinato lasso di tempo, altrimenti l’infortunio diventi cronico. Poi pure l’infortunio non è che possa aiutarti più di tanto. Ecco perché sono contento di essermi operato per la prima volta soltanto a 34-35 anni. Novak non ha saltato nessuno Slam praticamente. Non voglio dire che prima o poi queste cose devono sfortunatamente succedere, ma negli ultimi anni ha giocato tanto, ed essere infortunato nel suo caso è normale. Gli auguro di recuperare velocemente così come ad Andy. Spero che lui (Murray) non abbia peggiorato le cose giocando. È stato qualcosa di grande vederlo scendere in campo e provarci nonostante sapesse, come me lo scorso anno, che le possibilità di difendere il titolo erano poche. Lo rispetto tanto per averlo fatto. Spero solo possa rientrare per l’Open del Canada o in America”.”Sono rimasto sorpreso nel vederli uscire, anche Rafa- ha aggiunto Federer, che aveva pronosticato già la scorsa domenica che Nadal sarebbe arrivato in finale – Ma gli altri giocatori stanno giocando bene.”
L’elvetico, che sicuramente ama questo sport come pochi altri al mondo, è stato campione anche in queste dichiarazioni, e ha dimostrato, una volta di più, lo spirito del tennis, che è una sfida dove i più forti vogliono vincere in campo contro i più forti. In campo, appunto, e non per ritiro, e i suoi avversari parlavano allo stesso modo durante la sua assenza.
Non si capisce pertanto chi gioisce per l’infortunio di Murray, Djokovic e Wawrinka, perché senza di essi gli ultimi dieci anni non sarebbero stati così spettacolari. Lo stesso Federer non avrebbe dovuto crescere come tennista e probabilmente non avremmo avuto l’incertezza che è il succo di ogni torneo. È questo uno spirito che appartiene molto di più al mondo del calcio e che si spera resti lontano dal tennis. Lecito e doveroso che si apprezzi più un giocatore di un altro, ognuno secondo le sue inclinazioni personali, ma la sportività e il “vinca il migliore” restano cardini di questo splendido gioco fatto di geometria, sacrificio, intuizione e quel quid misterioso che nessuno sa spiegare, che fa esprimere al massimo alcuni talenti e al minimo altri.
Cari “tifosi” di Roger questo è il tennis e, come alcuni colleghi hanno sottolineato, speriamo che i tuoi avversari rientrino. Quelli veri lo sanno.
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