[LL] A. Rublev b. [4] P. Lorenzi 6-4 6-2
Chissà se se l’aspettava così il primo titolo Andrey Rublev. Arrivato dopo che l’ungherese Balosz lunedì scorso lo aveva estromesso dal torneo. Ripescato da Lucky Loser il non ancora ventenne moscovita ha messo in fila uno dietro l’altro Carlos Berlocq, il finalista dell’anno scorso Andrej Martin, il detentore del titolo Fabio Fognini, l’idolo di casa Ivan Dodig e ha concluso l’opera contro Paolo Lorenzi, non dandogli mai l’occasione di fare match pari.
Eppure Lorenzi aveva iniziato bene il match, tenendo il servizio senza particolari problemi, ma dopo il cambio campo è stato praticamente investito da una giocatore che non sbagliava praticamente mai e che nel giro di 10 minuti andava a servire sul 4-1 40-15. Lorenzi aveva provato a giocare sul rovescio del russo, trovando però un colpo efficace quasi quanto il dritto, in ogni caso non gestibile dall’italiano. Improvvisamente era Andrey a spiegare come poteva entrare in difficoltà. Due palle semplici a metà campo venivano sparacchiate fuori dal russo e allora a Lorenzi veniva l’idea di alzare dei pallonetti altissimi già a partire dalla risposta. Il tutto, oltre a non essere particolarmente gradito dal pubblico, faceva un po’ entrare in confusione Rublev, che si produceva in veri e propri scempi non sapendo decidersi se avanzare per provare a colpire a volo queste “palombe” che cadevano all’altezza della linea del servizio, o cercare di colpirli d’anticipo. Il risultato era che a Lorenzi riusciva una serie di sette punti di fila che lo portavano a ridosso dell’avversario. Qui è stato bravo Rublev che nel turno di servizio dell’ottavo game riacquistava un po’ di calma, quella sufficiente a consentirgli di non impressionarsi troppo quando andava 0-30 nel game con cui doveva chiudere il set. Aiutato anche da un Lorenzi un po’ scarico Andrey chiudeva il set, rasserenandosi.
Secondo set ancora più semplice per Rublev che rifiatava un po’ ma dal 2-1 Lorenzi accelerava ancora in modo decisivo. Il quinto game era un po’ la sintesi dell’intero match, con Rublev terribile nell’aprirsi il campo per poi chiudere con il dritto e Lorenzi che provava col “kick” sul rovescio a evitare il tracollo. Il giochino a Paolo riusciva un paio di volte ma alla terza palla break Rublev entrava nello scambio e chiudeva con un passante di rovescio che faceva sembrare la cosa più facile del mondo. La partita in sostanza si chiudeva lì, con un secondo break regalato da uno sconfortato Lorenzi che da 40-0 faceva due doppi falli e poi non riusciva più ad opporsi alle risposte anticipate del russo. C’era giusto lo spazio per un miracoloso recupero dell’italiano sul 15-0 dell’ottavo game, ma la partita era segnata, e Rublev la chiudeva al primo match point.
Ad onor del vero c’è da sottolineare che il Lorenzi visto oggi ha probabilmente risentito delle fatiche di una settimana faticosa, anche se il senese ha giocato tre partite meno dell’avversario. Ma sia con Veselj che con Giannessi Paolo aveva faticato molto, accusando anche qualche fastidio alla coscia destra, oggi visibilmente fasciata. Ma in ogni caso il Rublev di oggi ha davvero impressionato, perché il russo non si è fatto mancare le irruenze e le ingenuità che hanno caratterizzato fin qui la sua crescita e nonostante questo ha disposto come e quando ha voluto dell’avversario. La serena compostezza con cui ha accolto il suo primo titolo ATP la dice lunga sul carattere di Andrey. La top 50, da domani sarà numero 49, è solo il primo passo.
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