4 su 4 e 1 su 13. Sono probabilmente queste le due statistiche che meglio di tutto spiegano una bella partita, in cui Fognini ha giocato decisamente bene, sopratutto nel momento in cui doveva fronteggiare una palla break. Perché l’1 su 13 è il poverissimo dato che descrive l’andamento delle palle break per Bautista, giocatore in chiaro declino ma sicuramente in grado di giocare fino all’ultima palla. Solo che in 12 di queste 13 occasioni Fognini è stato impeccabile, tra ace, dritti a seguire il servizio, addirittura S&V. E viceversa lo spagnolo è stato terribilmente in ansia quando è toccato a lui dover difendersi in momenti delicati, non riuscendoci mai, come il 4 su 4 racconta.
Il primo set tra i due è stato di ottima fattura anche se col servizio non cedevano nulla, almeno fino al dodicesimo game, quando Fognini giocava un game disastroso e Bautista ne approfittava chiudendo il set con un bellissimo dritto a uscire.
Ma il secondo set cominciava con lo spagnolo che si prendeva una pausa, magari pensando che la stessa cosa sarebbe toccata all’italiano, che invece è rimasto attaccato alla partita approfittando della prima opportunità per andare avanti nel punteggio. Fognini non ha praticamente corso rischi anzi è riuscito a ribrekkare l’avversario e a chiudere per 6-2.
Terzo set che cominciava con lo spagnolo che di nuovo cedeva la battuta ma stavolta Bautista era decisissimo a vender cara la pelle e i turni alla battuta di Fabio diventavano dei supplizi. Dai quali però il ligure usciva sempre vittorioso, anche quando improvvisava degli evitabili siparietti con l’arbitro, forse necessari per cercare di spezzare un po’ il ritmo. Sta di fatto che Fognini giocava benissimo tutte le otto palle break del terzo set, anche le tre consecutive del sesto game, grazie all’aiuto del servizio. Uno sconsolato Bautista aveva l’ultima opportunità nell’ottavo game e poi cedeva ancora servizio e match grazie ad un game giocato a braccio sciolto da Fognini.
Prima finale dell’anno per Fognini, la tredicesima in carriera – con un bilancio non troppo lusinghiero di 4 vittorie e 8 sconfitte – cosa che non gli succedeva da Mosca, quando venne sconfitto da un altro spagnolo, Carreno Busta. Stavolta troverà in finale Yannick Hanfmann, e partirà nettamente favorito.
In precedenza infatti Robin Haase era riuscito a regalare la finale a Yannick Hanfmann, partito dalle qualificazioni e arrivato all’ultimo atto dopo aver superato tre teste di serie, tra cui Feliciano Lopez. Ma la partita più incredibile l’ha giocata oggi, opposto al “solito” Haase che ha sperperato qualsiasi cosa contro un avversario che oltre ad un buon servizio in kick non aveva praticamente nulla da contrapporre all’avversario. Eppure Haase è riuscito nell’incredibile impresa di mancare quattro match point, uno sul proprio servizio mandando fuori un’accelerazione di rovescio più difficile da sbagliare, e di sprecare sia il vantaggio di un break nel secondo set che una quantità enorme di palle break. Ovviamente il tedesco non si è fatto pregare e alla prima occasione ha chiuso il match.
Semifinali
[Q] Y. Hanfmann b. [6] R. Haase 3-6 7-6(6) 7-6(4)
[4] F. Fognini b. [2] R. Bautista Agut 5-7 6-2 6-3
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