Nella giornata dedicata alle semifinale del torneo ATP di Bastad, risorge David Ferrer, che batte per la quattordicesima volta su ventuno confronti il connazionale Fernando Verdasco, incapace di vincere con il valenciano dal 2010, confermandosi così la sua vera “bestia nera”. Vittoria importante per Ferrer, due volte vincitore in carriera a Bastad, che si rilancia in questa difficile stagione e torna in finale in un torneo ATP dopo quasi due anni di distanza da quella giocata a Vienna nel 2015. Chissà che pensieri avranno attraversato la mente di Ferrer quando si è visto annullare due match point sul 5-4 del secondo set, dopo aver superato i quarti di finale salvandone altrettanti contro Laaksonen. Di certo, se ci ha pensato, non si è lasciato condizionare giocando un terzo set sempre all’erta durante il quale ha concesso poco o niente.
Nel quarto di finale contro Ramos Vinolas, Verdasco non aveva mai perso il servizio facendo la differenza con questo fondamentale. Oggi però non è giornata e il madrileno lo cede subito, e a zero, nel game d’apertura con due errori di dritto in uscita dal servizio ed altrettanti in manovra. Ferrer consolida subito il vantaggio nonostante qualche problema con il lancio di palla che gli costa un doppio fallo, e poi rimette alle corde Verdasco con la risposta conquistando il doppio break nel terzo game. L’incubo per il madrileno dura in totale 22 minuti durante i quali uno scatenato Ferrer si prende il primo set quasi senza aver bisogno di giocare visto che la palla gli torna poche volte indietro.
Il secondo set vede subito un Verdasco ritrovato che riesce a scrollarsi di dosso il torpore iniziale, trova la risposta e strappa il servizio a Ferrer in apertura. Inizia un altro match. Verdasco adesso si muove meglio e durante gli scambi riesce a manovrare bene sfruttando le traiettorie anomale del suo dritto mancino. La partita vive un momento di follia nel secondo game con Verdasco al servizio quando, durante lo scambio del 30-0, uno spettatore invade il campo urlando, subito allontanato dalla sicurezza. Alla ripresa del gioco Verdasco non si distrae e consolida subito il break di vantaggio. Il madrileno è in crescita mentre Ferrer sembra sempre più appannato e si trova costretto ad annullare una pericolosissima palla del doppio break nel quinto game. Quando il parziale sembra ormai girare verso Madrid, Valencia si rifà sotto. Nel sesto game Ferrer mette a segno il contro break grazie a due errori di rovescio del suo avversario dettati dalla fretta e, ringalluzzito, ricomincia a macinare gioco, sigla il terzo game consecutivo e sale 4-3. Verdasco resiste, tiene il servizio e rimane in scia. Nel decimo game Ferrer risponde bene, prende in mano lo scambio spostando Verdasco che, un po’ scarico, sbaglia qualcosa di troppo e si trova a fronteggiare due match point che però salva con coraggio. Si arriva al tie-break che si apre con uno scambio di minibreak e poi è Verdasco ad allungare 3-1 approfittando di una seconda troppo leggera di Ferrer e ad incrementare il vantaggio fino al 7-3 finale.
Il terzo parziale si apre all’insegna della lotta con entrambi a spingere da fondo correndo da una parte all’altra del campo e Verdasco che riesce a tenere il primo servizio dopo aver salvato cinque palle break di cui tre consecutive. Le premesse non sono incoraggianti e infatti, dopo un agile turno di battuta tenuto da Ferrer, Verdasco cede il servizio con un game disastroso commettendo, tra i vari errori, anche due doppi falli di cui il secondo sulla palla break. Il momento è favorevole per il valenciano che si muove bene, difende e contrattacca, consolida il vantaggio e non lo molla, come solo lui sa fare, chiudendo 6-4.
Nell’altra semifinale orfana di teste di serie, uno straripante Alexandr Dolgopolov si aggiudica il derby dell’est contro Andrey Kuznetsov. Isprato, a tratti ingiocabile, l’ucraino ha dominato il russo in ogni parte del campo esibendo varietà di soluzioni vincenti con ogni colpo. Nonostante militino da tempo nel circuito tra i due non ci sono precedenti a livello ATP, salvo due occasioni a livello challenger peraltro datate e poco indicative. Appaiati in classifica, numero 88 e 89 del mondo, si trovano di fronte dopo aver giocato un ottimo torneo, il russo ha eliminato Carreno Busta, favorito del torneo, mentre l’ucraino ha battuto Khachanov, quinta testa di serie, salvando due match point nei quarti. Le aspettative (poi però tradite) ci sono tutte per assistere ad un match equilibrato che vale la prima finale in carriera per Kuznetsov e la seconda stagionale (l’ottava totale) per Dolgopolov dopo la vittoria del torneo di Buenos Aires a febbraio.
Dolgopolov vince il sorteggio e sceglie di servire partendo alla grande con tre prime e una smorzata vincente. L’ucraino conferma l’ottimo inizio anche in risposta fulminando con un rovescio anticipato il primo servizio messo in campo dal russo, incapace di contenere la pressione che il suo avversario impone agli scambi, e mette subito a segno il break. Scatenato, l’ucraino sale velocemente 3-0 con un altro turno di servizio autoritario e poi, continuando ad anticipare in modo impeccabile la risposta, prende possesso del campo fin dai primi scambi, sposta bene Kuznetsov lasciandolo spesso sul posto con accelerazioni improvvise e ben piazzate, e si procura tre palle del doppio break nel quarto game. Con i piedi sull’orlo del baratro il russo si scuote e si salva con tre gran prime tenendo il servizio. Lo scampato pericolo rianima Kuznetsov che ritrova fluidità di colpi procurandosi quattro palle break nei successivi turni di battuta dell’ucraino senza pero riuscire a trasformarle. Nelle situazioni delicate infatti, Dolgopolov estrae dal cilindro colpi impossibili come smorzate vincenti o passanti sulle righe e alla fine chiude 6-3 con il quinto ace del set dopo aver annullato due palle del controbreak.
Il secondo parziale si apre con entrambi molto solidi al servizio e nei primi game non si vedono punti del giocatore in risposta. L’equilibrio generato dalla dominanza dei servizi si interrompe nel terzo game quando Kuznetsov mette a segno un paio di risposte vincenti e si ritrova una palla break grazie ad un doppio fallo dell’ucraino. Nei momenti più difficili però Dolgopolov realizza giocate sempre vincenti e con una smorzata millimetrica di rovescio e un passante incrociato in allungo (sempre con il rovescio) si toglie dai guai e tiene il servizio con una prima vincente. Nel game successivo è Kuznetsov a salvare un turno di battuta complicato che poi sarà anche l’ultimo game del match in suo favore. Da quel momento Dolgopolov alza il ritmo in modo impressionante, mette i piedi abbondantemente dentro il campo e domina in largo e in lungo alternando risposte vincenti con angoli che solo lui sa trovare (come quella giocata con un dritto vincente disincrociato da sinistra che gli vale il primo break) a smorzate, ace anche di seconda e accelerazioni in controbalzo. Il secondo break arriva nel settimo game e permette all’ucraino di servire per un posto in finale chiudendo 6-2 al terzo match point.
Finale che si preannuncia interessantissima, con Ferrer avanti 9 a 4 negli scontri diretti, ma Dolgopolov si è aggiudicato entrambi gli scontri diretti su terra, giocati a Rio de Janeiro, senza aver mai concesso un set.
Semifinali
A. Dolgopolov b. An. Kuznetsov 6-3 6-2
[8] D. Ferrer b. [6] F. Verdasco 6-1 6-7(3) 6-4
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