John Isner e Atlanta: un legame inscindibile. Il 32enne nativo della North Carolina, ma adottato dalla Georgia avendo giocato per i Bulldogs della University of Georgia, vince il suo quarto titolo nello Stato in cui ha frequentato il college battendo in due combattuti set il connazionale Ryan Harrison. Si tratta di un record per Isner, che non ha mai calato il poker in altri appuntamenti del circuito.
Non si gioca in apertura di incontro: entrambi tengono agevolmente i rispettivi turni di servizio a zero, con un solo tiro per parte giocato dopo la risposta del ricevitore (attacco di Isner, peraltro non irresistibile, e passante il corridoio di Harrison). Stessa musica nei due giochi successivi con qualche scambio in più. Bisogna attendere il quinto gioco per vedere un punto del giocatore in risposta, grazie a un bel rovescio in avanzamento di Harrison sulla seconda del gigante di Greensboro. Il numero due del seeding, a sua volta, ottiene i primi punti sul servizio dell’avversario nel game successivo ma non sarà sufficiente per spezzare la parità, complici anche i tanti errori gratuiti con la risposta. Nemmeno l’unico game terminato ai vantaggi, l’undicesimo, spezza l’equilibrio ed è tie-break: dopo qualche errore di troppo da parte di entrambi è Harrison il primo ad ottenere un set point, ma Isner lo cancella con il servizio e vince per 8-6 trovando la prima risposta vincente nel momento più importante.
L’inizio del secondo set è targato Harrison, che nel secondo gioco si guadagna la prima palla break dell’incontro grazie alla risposta che neutralizza il servizio avversario, trasformandola con un passante di rovescio convalidato dal falco dopo l’errore del giudice di linea. Isner si innervosisce e si ferisce alla mano destra con un gesto di stizza dopo un facile attacco scagliato in rete, ma riesce comunque ad ottenere il contro break alla seconda occasione utile spingendo da fondo campo e mandando fuori giri il numero quattro del seeding. I game successivi si susseguono senza particolari patemi sulla falsariga dei precedenti, con scambi potenti e non molto lunghi, in cui si segnalano una gran risposta vincente e una elegante controsmorzata di rovescio di Harrison nell’ottavo gioco. Sul 5-5 il texano si aggrappa al servizio e risale da 0-30 e poco dopo il punteggio recita nuovamente 6-6. L’inizio del tie-break vede il numero quattro del tabellone salire in cattedra: realizza un ace e vince il corpo a corpo a rete con cui ottiene il mini break, restituito sul 4-3 con un gratuito di rovescio. Il primo match point è di Isner, ma Harrison non si fa sorprendere da una pericolosa deviazione del nastro e lo annulla. La testa di serie numero due non si perde d’animo, annulla un set point e va ad aggiudicarsi il derby con un vincente di diritto che punisce la poca aggressività dell’intimorito avversario.
Finisce 7-6(6) 7-6(7) in un’ora e quarantasette minuti di gioco. Per Harrison sfuma l’occasione del secondo titolo stagionale (e della carriera) ma raggiungerà il best ranking di numero 40 del mondo. Secondo titolo in altrettante settimane per John Isner, il quale concede il bis dopo la vittoria sull’erba di Newport, rientra in top 20 (sarà numero 18) e torna numero uno degli Stati Uniti.
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