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Wimbledon: e gli altri come stanno?

Ci siamo lasciati la terra alle spalle e dopo due settimane di erba (tranquilli, non ce la siamo fumata!) è già tempo di tirare le prime somme in previsione del terzo torneo dello slam, che comincerà tra una settimana sui prati londinesi.

Cosa ci hanno detto questi ultimi 14 giorni?

A dir la verità ci hanno lasciato con più dubbi che certezze, sebbene un vecchietto svizzero abbia comunque tenuto a ribadire quale sia il suo vero obbiettivo stagionale e chiarendo nella finale di Halle quale sia la mentalità con cui si presenterà al portone di Church Road. Federer infatti si è presentato a Stoccarda dopo i tre mesi di terra passati davanti al televisore mentre gli altri si dannavano a fare i tergicristalli scivolando tra nuvole di polvere. Il rientro è stato alquanto traumatico, con l’uscita al primo ostacolo (con tanto di match point sprecato, un’abitudine ormai, specie quest’anno) contro l’altro nonnetto Haas e una mentalità, almeno nel match, pressoché traballante. Preoccupazioni? Lui non ne aveva e la sconfitta sembrava più un incidente di percorso dovuto alla ruggine e alla poca voglia di non forzare i tempi. A Halle infatti è andato un Federer già più centrato: intendiamoci, non proprio il messia sceso in terra, ma almeno una sua versione più in forma. Così, senza brillare particolarmente, l’elvetico arrivava in finale; poco aggressivo, falloso, a volte deconcentrato. La finale invece ci ha fatto vedere probabilmente quale Roger vedremo veramente a Wimbledon. Davanti c’era quello Zverev re di Roma che lo aveva sbeffeggiato esattamente un anno fa. Aggiungiamo quindi alla voglia di Federer di far vedere di che pasta sarà il suo terzo slam la crudele, spietata e (come spesso accade) puntuale vendetta svizzera. A Zverev non è restato che complimentarsi su Facebook.

Zverev comunque già a s-Hertogenbosch non è che avesse fatto sfaceli, perdendo dal comunque sempre pericoloso Muller, che quando vede erba risorge come la fenice, tanto da arrivare a conquistare non solo il titolo contro un altro erbivoro DOC come Ivo Karlovic, ma a centrare anche la semifinale al Queens’ subito dopo. Almeno il tedeschino a Halle ha fatto vedere una discreta crescita di forma, segno che la prematura uscita di Parigi almeno non ha fatto deragliare il treno. Si spera che da una batosta contro Federer a 20 anni si impari e non ci si deprima. Vedremo.

Chi sembra tornato a poter fare da mina vagante sul verde è Marin Cilic, malgrado non abbia portato a casa alcun trofeo. Il croato è stato sconfitto da Karlovic in Olanda in semifinale e solo al tie break del terzo set dal redivivo Lopez al Queens’ in finale, dopo non aver mai perso il servizio e avendo perso fino alla finale solamente 10 (d-i-e-c-i) punti sulla prima di servizio. Anche lui andrà tenuto d’occhio a Londra e visto il match della passata stagione con Federer c’è da aspettarsi che non faccia solo da comparsa.

Degli altri che dire?

Che tra i big restano tante domande, impossibili da rispondere. Murray al Queens’ ha dato luogo a una prestazione da film dell’orrore uscendo al secondo turno contro il semisconosciuto australiano Thompson. Certo, Wimbledon di solito risveglia anche i cadaveri, figuriamoci i campioni, ma certo le scorie della stagione su terra non sono state ancora smaltite.

Wawrinka ha preso parte all’interessante gara per non essere numero 2 a Wimbledon vincendola alla grande perdendo malamente a Londra. Per chiarire: Nadal se ne è tirato fuori non facendo neanche un torneo di preparazione; Nole ha deciso solo all’ultimo secondo di partecipare a Eastbourne, più che altro per capire in che condizione arriverà ai Championships; Federer ci ha messo del suo perdendo al primo turno a Stoccarda, ma centrando la piazza numero 3 a Halle.

Dimitrov dopo essere riuscito nell’impresa di far vincere a Janowicz due match di fila da forse 4 anni a questa parte a Stoccarda, dove alla fine si è imposto Pouille (un altro che a Wimbledon potrebbe far bene), ha finito per perdere in semifinale al Queens’, dando segni di risveglio che tutti attendono dalla semifinale a Melbourne. Se a Wimbledon tornassimo a vedere quel Dimitrov non ci dispiacerebbe affatto.

Nishikori ha aggiunto al suo palmares un altro ritiro per infortunio. Ormai sono più dei suoi titoli. In Giappone ogni volta che scende in campo partono gli scongiuri di ogni tipo.

Molti dubbi restano anche su Kyrgios, il quale si è dovuto ritirare al Queens’ per un problema all’anca, ma l’australiano ha fatto sapere che per Wimbledon dovrebbe essere a posto.

C’è infine da evidenziare il successo, ormai quasi insperato, al Queens’ di Feliciano, che su erba dimostra di poter ancora dire la sua, e del tennis di attacco. Che sia un segno in vista dei prati che ci attendono a Church Road? In ogni caso per lo spagnolo, dopo la sconfitta in finale a Stoccarda è persino arrivata la vittoria nell’appuntamento successivo, salvando un anche un match point a Cilic. Complimenti vivissimi.

Insomma, l’unico che per Londra pare davvero pronto sembra il solito Federer, che tutti aspettano e tutti temono. Certo, un certo Nadal arriverà a Wimbledon bello riposato ma anche senza match sul groppone e già forse soddisfatto dell’impresa parigina. Mentre gli altri big arrivano con poca erba sulle scarpe, più che altro per una condizione poco invidiabile e sconfitte tutt’altro che indolori.

Che ci aspetti uno Wimbledon di soprese? Forse sarebbe bene sperarlo. E visto come va avanti questa stagione…

Davide Bencini

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