È stato un grande torneo per te. Peccato che non hai giocato come desideravi oggi. Cosa credi sia andato storto? Soprattutto rispetto a come l’avevi immaginato prima di giocarlo, cosa non ha funzionato rispetto ai piani?
Beh, la prima cosa credo sia stato il suo livello. Sta giocando al meglio sulla terra. Nei match al meglio dei cinque set affrontarlo è una sfida difficilissima. Quanto a me, credo di non aver giocato il mio miglior tennis sin dalle prime battute. Esitavo troppo prima di colpire. Mi sentivo in questo modo per varie ragioni. In primis, perché quando giochi contro di lui e gioca così bene ti mette in testa tanti dubbi. E poi, anche per lo sforzo che ho dovuto sostenere nelle ultime due settimane per tornare al mio miglior livello, per ritrovare fiducia e vincere tutte quelle partite, alcune delle quali molto dure. Perciò tante ragioni hanno determinato quel punteggio (6-2 6-3 6-1, ndr), ma in particolar modo il fatto che ha giocato meglio di me.
Hai detto in passato che durante le ultime due finali Slam eri in preda al nervosismo pensando che magari sarebbe stata l’ultima. Come ti sentivi oggi ad affrontare una delle sfide più difficili che ci siano nel tennis?
Di certo stamattina ero nervoso pensando al match, alla finale, contro di lui. Però ripeto, quando ho fatto ingresso in campo, mi sono goduto il momento e ho apprezzato il fatto di essere in finale agli Open di Francia. È sempre qualcosa di speciale, e bisogna anche vedere le cose da una prospettiva d’insieme. Sicuramente il punteggio non è stato buono, la partita nemmeno, ma in fondo ci sono un sacco di cose positive da raccogliere dalle ultime due settimane.
Quanto ha pesato quel quarto game nel primo set, quando il match era molto combattuto e sembrava che potesse anche finire in modo diverso, fin quando lui ha accelerato e si è aggiudicato il set pochi giochi dopo?
Di certo contro di lui, specialmente se non sei completamente convinto di ciò che stai facendo, non vuoi che prenda la testa e che inizi a giocare più aggressivo e libero. Però ripeto, alla fine abbiamo giocato tre set. Niente da dire. Potrei parlare di tante cose sul gioco, di ciò che ho fatto, cosa ha fatto lui o che io avrei dovuto fare o tentare qualcosa di diverso, ma in ogni caso, credo che il punteggio sia abbastanza eloquente.
Se guardi alle ultime due settimane al Roland Garros, al tennis che hai giocato, incluso il fatto che hai battuto il numero 1 del mondo in semifinale, che giudizio daresti al tuo gioco, in particolare quello delle ultime due settimane e come questo ti fornisce una spinta emotiva per la imminente stagione su erba?
Beh, è stato sicuramente un torneo straordinario. In questo momento, non sono felice. Sono abbastanza triste per aver perso la finale. Non importa chi sia l’avversario o quale sia il punteggio. Quando giochi una finale Slam, non vuoi perdere. Fidatevi, mi sentivo meglio le tre volte precedenti in cui ho vinto e mi sono portato a casa il trofeo. Ci sono però moltissime cose positive. Due o tre settimane fa ero molto giù, non vincevo incontri nei Masters 1000, non giocavo il mio miglior tennis, avevo un sacco di dubbi sul mio gioco mentre ero in campo. In tre settimane ho vinto a Ginevra e sono arrivato in finale in un Major, perciò è grandioso per me, sicuramente. Però ho bisogno di qualche giorno per metabolizzare il tutto, perché è dura descrivere la sensazione di aver perso una finale di un torneo dello Slam.
Puoi dirci qualcosa in più su Rafa? Abbiamo visto una performance incredibile da parte sua. Ma da atleta, cosa ha imposto su di te? Cosa è riuscito a neutralizzare? E la sua cavalcata verso i 10 titoli qui, quanto è straordinario?
È qualcosa di difficile da descrivere già quando dici che hai vinto 10 French Open. È una prova Slam, ma è sempre lo stesso. È qualcosa di incredibile per lo sport. Di certo, quando giochi contro di lui, affronti un grande lottatore. Sulla terra battuta è semplicemente difficilissimo giocarci contro. C’è sempre una pallina che torna indietro. Mette sempre tanto spina nei suoi colpi. C’è sempre un rimbalzo differente su questa superficie. Crea dei dubbi che non puoi avere se vuoi batterlo. Specialmente sul rosso, perché il modo in cui si muove rende tutto più complicato.
Hai giocato contro Rafa nel giorno del suo decimo titolo qui al Roland Garros. Puoi paragonare 10 Open di Francia e 18 Slam complessivi come quelli di Roger? Puoi dirmi se tra i due c’è uno più impressionante dell’altro?
Sono cose non paragonabili. Voglio dire, sono due grandi giocatori. Sono riusciti a raggiungere grandi record. Non amo mettere in comparazione giocatori, perciò non mi interessa chi ha fatto la cosa più difficile nel tennis. Stanno ancora giocando, quindi non dovremmo fare paragoni tra di loro. E non sappiamo ancora quale sarà la fine della storia. Vedremo alla fine delle carriere di entrambi.
Nonostante la delusione, cosa ti porti dietro da questo torneo? Quali sono gli aspetti positivi? Ti aiuteranno in futuro?
Ci sono tantissime cose positive. Raggiungere la finale, questa è già un’impresa. È qualcosa di straordinario. Ho battuto il numero 1 del mondo in cinque set. Ho giocato buone partite prima degli Open di Francia. Ho vinto il torneo di Ginevra. Perciò durante le ultime tre settimane ho giocato abbastanza bene. Sono riuscito ad ottenere vittorie convincenti. Mentalmente ero positivo. Sono riuscito ad resistere e a confermarmi. Ancora una volta. Sono convinto di poter battere i migliori al mondo.
(traduzione a cura di Fausto Consolo)
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