Jelena Ostapenko, Caroline Wozniacki [11], Kristina Mladenovic [13], Timea Bacsinszky [30], Elina Svitolina [5], Simona Halep [3], Caroline Garcia [28], Karolina Pliskova [2]. Non stiamo sparando a caso, ma vogliamo farvi capire il mistero: tra una di queste otto si nasconde la futura vincitrice del Roland Garros 2017. Gli indizi sono ancora troppo pochi, ma mettiamoli in tavola: è un’europea, non ha mai vinto un torneo dello Slam. Facile, direte voi. Ebbene, scherzi a parte, era dal 2012 (Australian Open) che le giocatrici giunte ai quarti di finale non provenissero tutte dal vecchio continente.
Nello Slam annunciato come il più sorprendente che si ricordi, si è arrivati alle ultime 8 e si è scoperto che 5 di loro non sono altro che le prime 5 della classifica Race, il ranking che determina le 8 qualificate al Master di Singapore. Qualcosa non quadra, non doveva essere un tabellone aperto a tutte le soluzioni? Eppure Elina Svitolina, leader, c’è. Karolina Pliskova e Caroline Wozniacki, seconda e terza, ci sono. C’è Simona Halep, quarta. C’è pure Kristina Mladenovic, quinta, nonostante un cammino piuttosto travagliato.
A parte Halep, hanno avuto tutte un percorso con qualche inciampo. Svitolina ha impiegato tre set contro Tsvetana Pironkova e Petra Martic, Pliskova ha rischiato qualcosa di troppo contro Veronica Cepede Royg ed è stata trascinata al set decisivo pure da Ekaterina Alexandrova. Wozniacki ha avuto bisogno di tre set contro Svetlana Kuznetsova e, soprattutto, la numero 337 del mondo Jaimee Fourlis. Mladenovic ha ballato pericolosamente sul cornicione contro Jennifer Brady (avanti 3-0 al terzo) e Shelby Roger (avanti 5-2 al terzo). L’unica che ha dimostrato le attese della vigilia è stata la numero 3 del seeding, Halep. Finalista qui nel 2014, è stata la migliore in stagione per il rendimento sulla terra e la prova di oggi contro Carla Suarez Navarro, mai battuta prima di ieri sulla terra e liquidata in 60 minuti con un doppio 6-1, sono un messaggio molto importante a tutta la truppa: “Io ci sono, eccome se ci sono”. Le hanno chiesto in conferenza stampa dei suoi atteggiamenti in campo e di come fosse sempre molto severa con se stessa, lei ha fatto un sorrisone ed ha risposto: “Non più”. È qui che si cela gran parte dei motivi per cui oggi è pienamente in corsa per diventare numero 1 al termine di questo torneo. Abbiamo conosciuto una rumena pronta ad arrabbiarsi ed a scagliare la racchetta al primo momento di stizza e le promesse di migliorare si perdevano nel vento. Oggi invece sembra stia davvero riuscendo a mantenere calma e concentrazione il più a lungo possibile, il che le ha fruttato un titolo (Madrid), una finale (Roma) ed una semifinale (Stoccarda) nei tornei di avvicinamento al Roland Garros.
Ci sono le prime 5 della Race, ci sono anche però altre 3 giocatrici da non sottovalutare. Caroline Garcia, che sta concentrando in questo torneo tutti i motivi di rivalsa maturati nel corso della sua stagione così complicata che si deve per forza sfociare in questioni extra-tennistiche, tra le polemiche per il rifiuto a giocare in Fed Cup, la crisi con Mladenovic ed il bacio, freddissimo, con Alizé Cornet oggi a rete. “È stato il bacio più freddo della mia vita, ma almeno è stato un bacio” ha dichiarato la giocatrice di Nizza, che ha da subito ammesso l’errore fatto verso la giocatrice di Lione quando lei e le altre compagne di Fed Cup scrissero un eloquente “LOL” alla notizia dell’infortunio poche ore prima che arrivassero le convocazioni transalpine per lo spareggio contro la Spagna. Non fu un bel gesto, ma lascia intendere che ci sia dell’altro sepolto sotto questo muro che si è instaurato e le divide. “Vorrei tornare a parlarle, ma ora non è il caso, penso che la nostra relazione sia molto rovinata” ha aggiunto la stessa Cornet.
Una finale Mladenovic-Garcia è ancora possibile. Per evitare spiacevoli inconvenienti, non prendete appuntamenti per sabato pomeriggio. L’unica cosa certa è che chiunque vincerà farà la storia: potrebbe essere il primo centro per la Lettonia (con Ostapenko), per la Danimarca (con Wozniacki), per l’Ucraina (con Svitolina); c’è in ballo il numero uno, con una semifinale che potrebbe valere proprio la leadership tra Halep e Pliskova. C’è la corsa di una Bacsinszky che senza mai farsi notare ma per il terzo anno di fila è almeno ai quarti a Parigi, lei che nel 2015 andò a “tanto così” da una finale che avrebbe avuto dell’incredibile, avanti 6-4 4-2 contro Serena Williams. Dipenderà da come saprà gestire l’enorme tifo francese (non esattamente il più carino verso l’avversario), quel pubblico che nel 2015 la adottò, commosso dalla storia della giocatrice che aveva smesso perché il tennis era solo un’imposizione del padre, è andata a fare la barista e poi di colpo ha voluto darci una seconda chance, ripartendo dai bassifondi ed arrivano a pochi gradini dal sogno. Oggi Pliskova l’ha detto: “Sarà un’esperienza dura e terribile”. Lei però ha già giocato contro Garcia davanti al pubblico transalpino, nella finale di Fed Cup 2016 a Strasburgo. Perse al terzo, per la cronaca.
E se ad imporsi sarà la ragazza che viene da Riga? Ostapenko ha raggiunto un ottimo traguardo coi quarti di finale, ma vogliamo vedere i precedenti con le altre 3 giocatrici nella parte alta del tabellone? Avanti 3-0 contro Wozniacki, sua prossima avversaria (battuta due volte in stagione sulla terra) e poi 1-1 con Mladenovic, avendole però lasciato 4 game sulla terra a Roma 2016. Soprattutto, la lettone sembra la migliore a gestire l’esuberanza del pubblico di casa. Sarebbe invece incredibile se a sbloccarsi fosse Wozniacki. Chi l’avrebbe pensato che il primo Slam della danese potrebbe arrivare sulla terra dove non vince un titolo dal 2011 (Bruxelles)? Eppure è ancora tutto in gioco, a tutte loro servono solo tre vittorie per coronare un sogno o un’intera carriera, con la possibilità per due di loro di aggiungere anche il tassello del possibile numero 1.
Tre delle prime 5 del seeding, le prime 5 della Race, la miglior under-21 in stagione, una che a Parigi ha sempre fatto bene ed una che proprio a Parigi vuole prendersi grandi rivincite. Infine, c’è il 93,75% che questo torneo continui la tradizione iniziata a Wimbledon 2013 e che ha visto 17 nuove semifinaliste negli ultimi 15 Slam. Ostapenko, Mladenovic, Svitolina, Garcia. Una di loro potrebbe essere la diciottesima, sempre che il numero non abbia voglia di crescere ulteriormente. Chi l’ha detto che questo Roland Garros, nato tra tanto scetticismo, non possa essere un torneo (un po’ più) normale?
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