Roland Garros

Murray a fatica, avanti Wawrinka, infortunio per Almagro

[1] A. Murray b. M. Klizan 6-7(3) 6-2 6-2 7-6(3) (Raffaello Esposito)

È più difficile arrivare in vetta o rimanerci? Ad Andy Murray (1 ATP) l’ardua risposta. Quest’anno un solo titolo nel 500 di Dubai, finale a Doha, poi tante sconfitte. Per le quali i problemi al gomito che lo hanno stoppato dopo Indian Wells possono essere una parziale scusante. Murray affrontava sul Lenglen il ventisettenne mancino Martin Klizan (50 ATP), sconfitto a Vienna con un 6-0 al terzo nel solo precedente. Lo slovacco non ha mai messo il naso oltre la ventiquattresima posizione mondiale ma sul singolo match può fare male a chiunque. Chiedete a Wawrinka.
Il primo set non parte bene per Andy, che difende subito una palla break nel primo game. Non ci riesce nel turno seguente perché Klizan gioca tre drittoni vincenti, l’ultimo al volo, e spariglia subito il punteggio. È il suo avversario a fare tutto mentre Murray sembra tornato indietro a cent’anni fa e rimane inchiavardato metri oltre la riga a difendersi. È falloso in risposta, corto e lento in palleggio Martin picchia forte e tiene comodamente la battuta fino al 5-4 in suo favore ma a quel punto smarrisce la bussola e gioca il game peggiore quando non si può. Vince il primo punto, gli altri due sono da museo degli orrori e il quarto è una risposta steccata vincente di Andy che sfida le leggi della fisica. L’ennesimo colpo scentrato pareggia il conto, poi lo scozzese tiene per il 6-5 e la racchetta di Klizan lo precede in volo sulla seggiola del cambio campo. Giunti al tie break Murray dà l’ennesima prova di sportività concedendo in battuta un punto mal giudicato e il beau geste gli è fatale perché Klizan non si fa più avvicinare fino al 7-3.
Lo scozzese nel secondo set riparte dalle piccole cose (non di pessimo gusto), mette a posto il servizio, due quindici concessi nei primi tre turni, e questo gli dà lucidità in risposta. Klizan ora deve sudarsi punti che prima piovevano dal cielo, perde la battuta alla prima occasione nel quinto gioco e ancora nel settimo. Giusto il tempo di risalire da 15-40 con un ace e un lungolinea di rovescio giocato dalle tribune e siamo un set pari. Ma se Atene Piange Sparta non ride, non si capisce bene fino a che punto sia cresciuto Murray o calato Klizan.
Il terzo set fuga i dubbi, Andy sale ancora di livello, ormai non sbaglia più e si prende subito un break a 15 che costringe l’altro a rincorrere fin da subito. Adesso è in piena fiducia, come dimostra la difficile smorzata rovescia in contropiede che gioca nel secondo gioco lasciando l’avversario immobile. Potrebbe recuperare subito Martin ma la palla del pareggio si stampa sul cavo d’acciaio della rete. Quando perde ancora il servizio nel quinto gioco molla del tutto, preferendo risparmiarsi per il parziale seguente che lo vede partire in tromba.
Scappa subito sul 3-0 con il piglio del primo set ma stavolta non cede al ritorno di Murray in un pericloso settimo gioco nel quale incappa in due doppi errori. Neanche qualche fastidio alla spalla sinistra, che si fa massaggiare alla pausa del terzo gioco sembra fermarlo ma alle soglie di un 6-3 voluto e meritato Murray gli strappa il servizio, complice uno scriteriato serve and volley che vale il 15-30. È un colpo pesante da assorbire per lo slovacco, che ha ancora la forza di annullare due palle break, la prima alla Rocambole, e guadagnarsi il sei pari. Ma dopo poco è veramente finita. Terzo turno pericoloso per lo scozzese, lo attende sornione Juan Martin del Potro che ha approfittato del ritiro fra le lacrime dello sfortunato Almagro.

K. Nishikori b. J. Chardy 6-3 6-0 7-6(7) (Riccardo Carliseppe)

Inziano i match di secondo turno al Roland Garros di Parigi. Sul campo numero uno va in scena lo scontro tra il beniamino di casa, il francese Jeremy Chardy e il giapponese Kei Nishikori. Sin dalle prime battute si profila un incontro frizzante con due break in apertura equamente distribuiti; questa parità però dura poco perché nell’ottavo game il nipponico perfeziona un secondo break con il quale ha la possibilità di servire per il primo set. Sfrutta l’occasione archiviandolo 6-3 dopo 30 minuti. Nel secondo set la competizione non esiste neanche per un attimo, Chardy accusa il colpo e in pratica non si ripresenta in campo regalando punti dopo punti ad un avversario che cinicamente gli toglie la battuta 3 volte portando a casa anche questo parziale con un impietoso 6-0 dopo 27 minuti. Si arriva al terzo set che sembra la fotocopia del secondo con il tennista giapponese che effettua subito un doppio break e si porta sul risultato di 3-0, a questo punto la vittoria sembra solo una formalità ma con una reazione di orgoglio Chardy rimonta il risultato fino al 4-4. Adesso l’equilibrio tra i due giocatori che si era visto solo nelle battute iniziali della contesa sembra essere tornato allungando i game fino al 6-6. Ora a decidere la prosecuzione o meno della partita è un tie break quanto mai decisivo, a spuntarla è la freddezza del giocatore giapponese Nishikori che lo vince 7-5 portando a casa la partita all’alba delle due ore di gioco con il risultato finale di 6-3, 6-0, 7-6.

[3] S. Wawrinka b. A. Dolgopolov 6-4 7-6(5) 7-5 (Cristina Pozzoli)

Stan Wawrinka ed Alexandr Dolgopolov, vincitore quest’anno sulla terra di Buenos Aires, si affrontano per la quarta volta con l’ucraino in vantaggio 2-1 ma i precedenti sono datati (l’ultimo risale al 2014 con la vittoria di Dolgopolov al Master 1000 di Miami). Viste le caratteristiche dei due giocatori ci si può aspettare di tutto ma l’imprevisto non accade, i valori in campo vengono rispettati e, nonostante la buona prestazione dell’ucraino, è il numero 3 del mondo a fare la differenza giocando da campione i punti importanti.

Il primo set scorre a corrente alternata con Dolgopolov che cerca di mettere pressione a Wawrinka senza dargli ritmo ma non trova il campo e cede il servizio nel secondo game. Nei suoi primi turni di battuta invece lo svizzero ha la prima ben calibrata e non si gioca. Sotto 0-3 l’ucraino si sveglia, trova un’ottima resa con il servizio e mette a punto la risposta attaccando, con i piedi dentro al campo, le seconde di servizio dello svizzero sosrprendendolo con fucilate al corpo senza dargli il tempo di coordinarsi in uscita dal servizio. La prima palla del contro break per l’ucraino arriva nel quinto game ma Wawrinka si salva con un’ottima prima ad uscire. Dolgopolov non sbaglia più niente e va avanti con accelerazioni e prime vincenti strappando il servizio a Wawrinka nel settimo game che, sulla terza palla break concessa, spinge un po’ troppo la seconda per non farsi aggredire ma commette doppio fallo. Dopo aver completato l’aggancio sul 4-4, l’ucraino continua a spingere con grande determinazione e si procura altre due palle break consecutive nel nono game. Wawrinka non è il numero 3 del mondo per caso e, come tutti i grandi, quando i punti pesano, trova giocate vincenti. Lo svizzero salva il servizio e con tre ottime risposte si procura tre set point consecutivi chiudendo il secondo con un rovescio lungo linea dei suoi.

Nel secondo parziale sono i servizi a comandare, non si vede una palla break e il tie-break è il giusto epilogo. Ancora una volta, nel momento decisivo è lo svizzero a fare la differenza incamerando subito un minibreak con un rovescio incrociato stretto che Dolgopolov non riesce ad agganciare. Con un altro rovescio incrociato giocato in contropiede, Wawrinka strappa ancora un servizio all’ucraino e sale 5-2 con due servizi a disposizione ma ne restituisce uno con un errore di dritto. Dolgopolov si fa sotto annullando due set point con due gran prime ma poi lo svizzero, per evitare complicazioni, alla terza occasione piazza un ace e chiude il parziale.

All’inizio del terzo parziale Wawrinka è bene attento mentre Dolgopolov accusa un calo di tensione e cede subito il servizio a zero. Come in avvio di partita l’ucraino non molla e mette a segno il contro break nel sesto game. Ancora una volta però, quando i punti valgono di più è Wawrinka a segnarli e nel decimo game strappa il servizio al suo avversario e poi, chiamato a servire per il match, non si distrae e chiude dopo oltre due ore e mezza di gioco.

[29] J. M. del Potro (ARG) b. N. Almagro 6-3 3-6 1-1 rit. (Piero Vassallo)

Dura poco più di due set la sfida di secondo turno tra Juan Martin del Potro e Nicolas Almagro: a inizio terzo set infatti il giocatore spagnolo è costretto al ritiro a causa di un infortunio al ginocchio sinistro. Del Potro aveva iniziato benissimo il match trovando il break in apertura e amministrando il vantaggio nonostante un problema muscolare alla coscia che ha richiesto l’intervento del medico a inizio secondo set. Almagro ha approfittato delle condizioni non perfette del suo avversario per pareggiare i conti, ma purtroppo per lui il ginocchio sinistro ha fatto crack e, dopo un primo intervento del fisioterapista, lo spagnolo si è accasciato in campo piangendo a dirotto e venendo consolato dallo stesso del Potro. L’argentino si qualifica così per il terzo turno dove affronterà il vincente della sfida tra Andy Murray e Martin Klizan, aspettando informazioni più specifiche sul problema fisico accusato quest’oggi. A Nicolas Almagro invece un grosso in bocca al lupo nella speranza di rivederlo presto in campo.

[24] R. Gasquet b. V. Estrella Burgos 6-1 6-0 6-4 (Aldo Cutaia) 

Disarmante il divario in campo tra Richard Gasquet e Victor Estrella Burgos. Il francese, a causa di condizioni fisiche non esaltanti, ha raccolto ben poco in questo 2017 ed il dominicano, nonostante la terza vittoria di fila in quel di Quito, non è quello di due stagioni fa. 

Il dominicano riesce a mettere a segno il primo punto solo nel quarto gioco, dopo averne persi tredici di fila. Gasquet non sembra giocare diversamente dal solito, ma è semplicemente troppo superiore al suo avversario. Estrella ha anche tre palle break consecutive nel quinto game, ma il francese le annulla tutte e sale 5-0. Game della bandiera per il campione di Quito, che incassa un inevitabile 6-1.

Il secondo set si apre come si era chiuso il primo. Gasquet dirige le operazioni, anche se da dietro la linea di fondo, ed Estrella che si affanna a recuperare per come può. In un attimo si è ancora sul 4-0 e nel quinto game Estrella ha la palla per tenere il servizio. La spreca però con una smorzata che non raggiunge nemmeno la rete e che tutto il Lenglen avrebbe preferito non vedere. Gasquet non ha pietà del dominicano che stavolta deve addirittura subire un bagel. In appena venticinque minuti è 6-0.

Ad inizio terzo set, Estrella riesce finalmente a tenere il servizio e a portarsi in vantaggio nel punteggio. Impensierire il francese in risposta è tuttavia un’operazione molto complicata ed infatti Gasquet concede solo un game ai vantaggi, quando sotto 1-2. Il dominicano tiene ancora fino al 3-3, fino a quando troppi scambi diventano dei bracci di ferro dal lato del rovescio. Gasquet raccoglie quindi il break e si proietta sul 5-3. Estrella rimanda ancora l’epilogo, tenendo il servizio ai vantaggi, ma è ormai solo questione di tempo. Il francese chiude 6-4.

Gasquet approda al terzo turno, dopo una partita il cui esito non è mai stato in discussione. Trova il connazionale Gael Monfils, che ha liquidato in tre set il brasiliano Thiago Monteiro.

Le altre partite (Simone Milioti)

Sorpresa di giornata sul campo 6 dove la testa di serie numero 13, Tomas Berdych, viene estromesso dal torneo dal russo Khachanov. Per il ceco sconfitta netta in tre set in cui il russo non ha mai permesso al più forte avversario di rientrare. Sugli altri campi vittoria agevole di Gael Monfils ai danni del brasiliano Monteiro, liquidato in tre set. Avanzano i mancini spagnoli meno famosi che in passato avevano giocato il doppio insieme, tutti e due vincono in cinque set, Fernando Verdasco contro Herbert; Feliciano Lopez in un match molto tirato contro, la testa di serie numero 30 del torneo, David Ferrer ormai lontano parente del faticatore che abbiamo ammirato per anni sui campi da tennis. Da segnalare l’uscita di scena di Renzo Olivo che non riesce a recuperare in tempo, dopo aver compiuto l’impresa contro Tsonga, e cede ad Edmund.

Risultati

[3] S. Wawrinka b. A. Dolgopolov 6-4 7-6(5) 7-5
[15] G. Monfils b. T. Monteiro 6-1 6-4 6-1
[1] A. Murray b. M. Klizan 6-7(3) 6-2 6-2 7-6(3)
[24] R. Gasquet b. V. Estrella Burgos 6-1 6-0 6-4
[7] M. Cilic b. K. Kravchuk 6-3 6-2 6-2
[8] K. Nishikori b. J. Chardy 6-3 6-0 7-6(5)
[29] J. M. del Potro (ARG) b. N. Almagro 6-3 3-6 1-1 rit.
F. Verdasco b. P. H. Herbert 6-3 3-6 4-6 6-3 6-3
F. Lopez b. [30] D. Ferrer 7-5 3-6 7-5 4-6 6-4
K. Edmund b. R. Olivo 7-5 6-3 6-1
[21] J. Isner b. P. Lorenzi 6-3 7-6(3) 7-6(2)
H. Chung b. D. Istomin 6-1 7-5 6-1
[22] P. Cuevas b. N. Kicker 6-4 6-4 6-4
[28] F. Fognini b. A. Seppi 6-4 7-5 6-3
K. Kachanov b. [13] T. Berdych 7-5 6-4 6-4
K. Anderson b. [18] N. Kyrgios 5-7 6-4 6-1 6-2

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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