Roland Garros

Rafael Nadal, versione 2017, migliore del sé stesso più giovane

La cavalcata trionfale di Nadal durante il Roland Garros 2017, oltre l’aver spazzato via gli avversari, oltre ad aver portato la decima Coppa dei Moschettieri nella bacheca dello spagnolo, oltre aver ribadito – quasi ce ne fosse bisogno –  che il padrone della terra è lui, ci ha lasciato anche uno Slam in cui il vincitore non ha mai ceduto un set lungo tutto il corso delle due settimane di torneo.

Cammino immacolato per Rafael Nadal e non è neanche una notizia così sensazionale visto che l’iberico ci era già riuscito in altre due occasioni, sempre e solo al Roland Garros. Nel 2010 battendo in finale Soderling che l’anno prima aveva fatto la storia e nel 2008 lasciando la miserie di 4 giochi a Roger Federer.

L’edizione del 2010, nonostante nessun set ceduto, per lo spagnolo non è stata una cavalcata in cui asfaltava i suoi avversari e comunque resta il dato che ha affrontato solo un giocatore nei primi 20 del mondo ed era lo svedese incontrato all’atto decisivo.

Cammino di Nadal nell’edizione 2010.

Proprio con l’edizione dello scorso decennio, quella del 2008, troviamo delle analogie molto interessanti con la vittoria dell’anno in corso. Primo sicuramente uno svizzero maltrattato in finale: 4 game per Federer, 6 per Wawrinka. Stan quantomeno evita l’imbarazzo del 6-0.

Cammino di Nadal nell’edizione del 2008.

Seconda analogia le briciole lasciate agli avversari, specie nella seconda settimana – nell’edizione del 2017 bisogna dire che Rafa è stato agevolato dal ritiro di Carreno Busta in quarti di finale dopo appena un set e due game del secondo – ma comunque nel 2008 lasciò 3 giochi ad Almagro, 3 a Verdasco, 12 a Djokovic che oppose più resistenza di tutti e 4 a Federer.

Quest’anno nella seconda settimana 5 giochi a Bautista Agut, 2 a Carreno Busta, 7 a Thiem e 6 a Wawrinka. Dominic però non è quello che ne ha fatti di più perché a sorpresa Haase, nel secondo turno, è riuscito a portarne a casa 8, uno in più. Contando i game nel 2008 ne perse appena 41, media di 5.8 a partita. Nell’edizione appena conclusa 34, 4.8 a match.

Terza analogia è per quelli che dicono che Nadal abbia avuto un tabellone facile. Però a ben guardare, ora come allora, Nadal ha incontrato e maltrattato – se non tutti – alcuni dei terraioli più forti del momento. Almagro, Verdasco, Djokovic del 2008 erano dei signori giocatori su terra rossa; Bautista Agut, Carreno Busta e Thiem sono probabilmente il corrispettivo del 2017.

Cammino di Nadal nell’edizione del 2017.

Potrà non piacere o no, ma indubbiamente Nadal su questa superficie non ha rivali, nemmeno tra gli specialisti della superficie stessa. A distanza di anni e dopo qualche stagione non proprio felicissima per lui è riuscito – come ad inizio stagione aveva fatto Federer sul cemento – a realizzare un’impresa. Due giocatori che sembravano finiti, ma che grazie alla loro immensa classe, sicuramente con stili diversi, hanno riportato davvero gli orologi indietro di una decina d’anni.

Simone Milioti

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