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Bacsinszky: “Wawrinka fonte di ispirazione. Per Federer ho pianto 18 volte”

Seconda semifinale in tre anni. Quanto speciale è questo torneo per te? Diventa sempre meno una sorpresa trovare questa sorta di magia qui?
Beh penso che qui ci sia stato sempre qualcosa di magico, fin dalla prima volta che ci sono venuta da piccola. Sto ancora cercando di capire il perché, ho qualche idea ma ancora non sono sicura al cento per cento. Poi, come pro, credo sia l’unico torneo dello Slam in cui non ho mai perso al primo turno. Già prima ad inizio carriera è sempre successo qualcosa qui ed ho giocato partite solide tutte le volte. È il torneo dello Slam più vicino a me, che vengo dal cantone francese della Svizzera e quindi l’ho sempre seguito molto. Se sono sorpresa? Mi piacerebbe dire sì perché mi stupisco di me stessa per la concentrazione che posso ottenere nei momenti importanti e probabilmente il fatto di aver già giocato i quarti due volte e raggiunto anche la semifinale mi ha aiutato un sacco oggi. Ma mi sento tutte le volte come una piccola bambina di quasi 28 anni. Beh non ancora…due giorni. Ma sono davvero contenta di essere qui e soprattutto quando sono capace di esprimere me stessa abbastanza bene con una racchetta.

Quarti di finale sia l’anno scorso che questo, affrontando le due Kikis (Bertens nel 2016, Mladenovic nel 2017, nda). Come sei stata capace di rendere possibile tutto questo, specialmente con le difficoltà incontrate come i ritardi per la pioggia ed altro?
L’anno scorso penso sia stato un antipasto per questo match. Quindi ero pronta per la terra dura. Posso dire ora che ho avuto la possibilità di allenarmi in Svizzera con 4 gradi fuori. Un paio di settimane fa, forse un mese, allenandomi con Viktorija Golubic e pattinando letteralmente sul campo. Quindi penso di essermi preparata abbastanza bene per la terra pesante ed ero pronta per tutto ciò. Oggi, col vento, non è un qualcosa per cui puoi davvero allenarti ma penso di aver provato a dare il meglio in campo e credo che a nessuna tennista piaccia giocare col vento. Ma come ho detto non avevo altra scelta e nessuna influenza su ciò. Devi solo convivere col vento ed i ritardi per pioggia e quindi ho solo cercato di prenderla così come è cioè di non arrabbiarmi e cercare solo di concentrarmi su cosa potessi fare con le opzioni che mi offriva il tempo oggi. Come posso adattare il mio gioco alle condizioni del tempo oggi?

Come hai sentito il pubblico oggi? Perché alcune giocatrici hanno avuto brutte esperienze nel giocare contro Mladenovic ed il pubblico francese. Mi sembravano abbastanza educati nei tuoi confronti oggi.
Ho sentito alcune volte il boato del pubblico e ti prende, è difficile, oggi è accaduto un paio di volte. Ma ero pronta a ciò, è un qualcosa che puoi aspettarti se giochi contro un giocatore in casa. Perciò ero davvero pronta a questo. In qualche modo mi piace questa situazione perché so che non sono contro di me ma stanno urlando per lei. E mi piace quando accade qualcosa nel campo da tennis, non mi piacciono quegli stadi in cui stai giocando bene o entrambi stiamo giocando bene ed il pubblico è tipo paralizzato. Loro tifavano moltissimo per lei, non come quando ha giocato contro Garbiñe Muguruza, non so il motivo. Non sono sicura sia perché sono una giocatrice gentile in campo, non saprei. Ma ad ogni modo sapevo che dovevo convivere con questo ed ho fatto un buon lavoro. Ci penso ogni volta che sentivo il gran rumore del pubblico, anche nell’ ultimo game in cui lei ha avuto il break-point…ma ero talmente concentrata su come avrei potuto vincere il prossimo punto che ricordo davvero poco del contorno che avevo attorno. Ero pronta a tutto questo fin dall’ inizio e penso mi abbia aiutato molto l’aver questo atteggiamento.

Buon pre compleanno. Sei a conoscenza che giovedì sarà anche il compleanno di Jelena Ostapenko?
Lo so perché abbiamo giocato il doppio assieme l’anno scorso a Wuhan. Stiamo giocando molto bene insieme e stavamo giusto pensando che potrebbe essere un buon match questo, come pure il giocare in doppio più avanti. Penso sia divertente e bello averla incontrata in palestra appena dopo il nostro match ed esserci dette contemporaneamente: “Bel lavoro!“. Ci siamo abbracciate entrambe, lei è davvero una brava ragazza. Con me è sempre stata gentile. Ci siamo allenate poche volte assieme ma ero felice che fosse in semifinale anche lei e che condividiamo la stessa data di compleanno. Per sua fortuna è più giovane di me (ride), ma io ho esperienza in più. Penso che queste storie siano davvero belle. Lei è esuberante, divertente e giovane. Io ho 8 anni di più e qui al French Open sono pronta a combattere. Lei ha un ottimo timing, colpisce la palla molto bene e sembra non sentire la pressione. Forse si nutre di pressione, grande credito a lei. Ha un ottimo servizio, è una giocatrice completa. Continueremo a giocare in doppio ma so che non sarà un letto di rose giovedì.

Hai detto che hai un buon feeling con questo torneo. Puoi dirci perché e cosa ti fa giocare così bene qui?
Come dicevo prima non sono sicura su tutto ma…

Dicci lo stesso.
No, ci sono alcune cose che terrò per me stessa, scusate. O non scusate (ridendo). So solo che ho del fuoco dentro che si mantiene ancora acceso e mi aiuta molto giocare sulla mia superficie preferita. È diverso per ognuno: ad esempio per Roger è Wimbledon, per Stan credo sia qui ma anche in Australia. Ma ha sempre giocato molto bene qui perché è un giocatore da terra. Almeno all’ inizio visto che abbiamo condiviso lo stesso coach(il suo iniziale è il mio adesso) e questa è l’unica informazione che ho. Ognuno ha il suo proprio torneo. Per me è stato il mio primo torneo a Zurigo ma anche Gstaad è qualcosa di speciale. C’è un legame speciale là e sono felice di averlo anche qui a Parigi. Quindi mi godo tutti i minuti che passo qui.

Hai detto molte volte che le cose che ti sono accadute nel passato ti hanno aiutato a gestire la pressione. È perché ora senti meno pressione che sei arrivata a questo risultato qui o per il fuoco in pancia di cui parlavi prima?
Pancia sottile, eh. Beh, sapendo che ho già giocato qui quanti? tre quarti? Oggi sono due anni da quando ho fatto i quarti qui ed era una sensazione completamente nuova ed emozionante per me tanto da non dormire la notte. Adesso l’esperienza mi dà una sorta di, se non vantaggio, conoscenza che quando raggiungi i quarti la prima volta, poi la seconda e poi la terza, realizzi che non è altro che una partita uguale a qualsiasi altra. Prima e dopo i quarti sei sempre la stessa persona, vai al bagno, scusate il paragone, allo stesso modo. Non devi sentire la pressione di star giocando questa partita e per cui hai lavorato duro ogni giorno per essere lì. Anche perché può accadere che non vai lontano, non sei fortunata abbastanza per proseguire o ci sono molte altri fattori che possono influenzare la tua carriera e quindi quando raggiungi questi traguardi devi solo godere il momento. E questo è ciò che mi sono detta oggi: divertiti, hai questo privilegio e beh forse puoi proseguire. Non dico più facilmente ma mi leviga un po’ le emozioni. Se avessi perso oggi probabilmente mi sarei detta le stesse cose: che avrei avuto altre opportunità che avrei creato per me stessa lavorando su questi punti. Non è perché hai un  buon coach, un buon team, che puoi fare molte cose bene ma questo viene da te, da ciò che hai creato, da che chance hai preso e quando. Quindi cerco di credere in me stessa sapendo che sono passata attraverso molte cose. Ma sono ancora qui e sono davvero fortunata nel fare il lavoro che faccio. Sì. Scusate per la lunga risposta.

Quali sono i desideri per il tuo compleanno? Pensi che sarai fortunata oggi?
Ricordo di aver giocato una partita molto tempo fa e mi sono beccata uno strappo muscolare..due volte. Vuoi che continui? Non ho particolari ricordi dei miei compleanni ma forse me ne creerò dei nuovi. Penso sia lo stesso per la mia avversaria e lei ne compirà 20, io 28. Quindi il suo compleanno è più importante del mio. Non ho altri gossip sul mio giorno.

In Svizzera hai Stan, Roger, Martina Hingis. In cosa ti hanno ispirato? Quanto sono fonte di ispirazione?
Per Roger ho pianto un sacco, 18 volte. Un sacco di emozioni, sono sensibile a queste cose nello sport. Di Martina ho già parlato molto. All’inizio è stata la mia ispirazione, molte persone mi hanno confrontato con lei. Le cose sarebbero state diverse se non avesse avuto quella carriera. Ha avuto molti successi e le persone mi paragonano a lei. È un grande onore ma all’epoca avevo 16 anni e non capivo ancora. Lei è un’amica, una straordinaria amica. È sempre schietta e ci rispettiamo vicendevolmente. Ho avuto un messaggio da Martina ieri ed uno oggi. Riguardo a Stan lui è una fonte di ispirazione e lo sarà sempre più di qualsiasi altro giocatore svizzero. Ha un sacco di talento e ci sono pochi giocatori con quel talento. Ma lavora comunque tanto; non ho mai visto nessuno allenarsi così. Conosco Dmitry e quindi posso sapere quanto ha lavorato duramente. È caduto e si è alzato. È caduto di nuovo e si è rialzato. Ma ultimamente ha deciso di non cadere più. e da lì ha vinto un sacco di tornei, 3 Grand Slam. Come pure Roger e Martina. E quando ho vinto un torneo ne sono stata davvero felice ma non voglio paragonarmi a loro. Ci sono pure Belinda, Victoria. Noi vogliamo spingere noi stesse e non porci dei limiti. Non sappiamo dove siano i nostri limiti. Loro sono tutte fonti di ispirazione anche se è dura fare parte di questo gruppo di persone che vengono da un altro pianeta. Ma io sono la continuazione e questo mi motiva per poter andare anche oltre.

Francesca Padoin

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