Dopo l’infinito prologo siamo finalmente arrivati al dunque. Tra poche ore scenderanno in campo otto dei sedici superstiti (otto donne e otto uomini) sopravvissuti, agli altri toccherà domani. Il Roland Garros non ha arrestato l’invecchiamento della zona nobile dell’ATP e tra oggi e domani avremo ben 4 giocatori che hanno superato i trentanni. Considerato che partono tutti e 4 favoriti (Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka) ci potrebbero essere in semifinale, per la prima volta nella storia, 4 trentenni. Per adesso il record è fermo a 3, raggiunto nel Roland Garros del 1968 e, non casualmente, nell’ultimo Australian Open.
Forse quello che ha più possibilità di evitare il record è proprio il più giovane del mazzo, Dominic Thiem, che oggi si gioca una fetta di carriera. A questo punto non ci sono più scuse, l’austriaco deve completare il suo lunghissimo percorso che lo ha portato a giocarsi il quarto di finale proprio contro l’ultimo vero dominatore del circuito e una sconfitta oggi lo ricaccerebbe indietro e posticiperebbe di chissà quanto il suo ingresso nei grandi di quest’epoca. Tutto sembra essersi messo per il verso giusto per Dominic. Un torneo contro avversari di media difficoltà sorvolato con il semplice fastidio di un tiebreak – contro Johnson nel turno precedente – mai in campo per più di due ore e mezza (2 ore e 23 il massimo, contro Bolelli) appena trenta game persi, che sarebbero un gran risultato se nel torneo non ci fosse Nadal. Dall’altra parte invece gli infiniti turbamenti del non più giovane Nole, che anche a Parigi ha messo in mostra un tennis a dir poco zoppicante. Contro avversari più malleabili di quelli di Thiem dopo due primi turni giocati svogliatamente è riuscito nell’impresa di farsi portare al quinto da Schwartzman e di andare sotto di un break per un paio di volte contro Ramos. A parte questo Djokovic continua a mostrare una condizione fisica preoccupante, e a differenza di Roma non avrà di fronte un avversario reduce dalla grande impresa. Insomma è sicuramente eccessivo dare per favorito Thiem, soprattutto considerati i precedenti (5-0 per il serbo un solo set vinto dall’austriaco che negli altri 11 set non è mai arrivato a 5 game e l’ultima lezione vecchia di appena due settimane) ma se c’è un posto e un momento in cui Thiem deve invertire la tendenza il posto è il Roland Garros e il momento è ora. Agli amanti delle statistiche servirà forse sapere che se Djokovic vincesse staccherebbe Connors in due classifiche: quella del maggior numero di vittorie e quello del maggior numero di semifinali raggiunte in uno slam. Diventerebbe secondo, inutile dire dietro a chi.
Il secondo quarto di finale di oggi sembra invece il più sbilanciato dei quattro, quello senza storia. Considerato il ruolino di marcia e lo strapotere fisico messo in evidenza da Rafa, forse Carreno-Busta sarebbe già contento di fare un figura migliore dei precedenti rivali del maiorchino che è stato fin qui implacabile. In tutta franchezza è difficile comprendere a cosa possa appigliarsi il venticinquenne asturiano per sperare di far partita pari. I precedenti, giocati con un Rafa decisamente meno in forma di quello di oggi, sono tutti a favore del più anziano e l’unico set Pablo lo ha vinto sul cemento di Doha. Nadal non ha mai perso contro uno spagnolo al Roland Garros e infine arriva da una passeggiata di salute mentre Pablo ha dovuto lottare per più di 4 ore contro Raonic. Insomma anche vincere un set sarebbe sorprendente.
Sicuramente meno affascinanti i due quarti di finale femminili di oggi, anche se torna in campo Kiki Mladenovic, che porterà con sé tutte le speranze francesi. La sua storia qui sembra fatta apposta per trascinarla al titolo tra le sofferenze dovute alle imperfette condizioni fisiche e la capacità di superarle fino al punto da battere addirittura la detentrice del titolo, con contorno di ola e cori commossi. Oggi Kiki se la vedrà con Timea Bacsinzsky e difficilmente poteva trovare di meglio. Tutto dipenderà dalle condizioni fisiche, anche se la svizzera ha superato la francese nell’ultimo match giocato in Federation Cup. Timea arriva meno stanca al match, e ha già fatto semifinale due anni fa. Non è improbabile che sia un’altra partita da lacrime e sangue, ma saremmo sorpresi se la vincesse la svizzera.
L’altro quarto è un rebus, in linea con le ultime abitudini della WTA. Wozniacki ogni tanto sembra essere tornata la numero 1 che fu per poi smentirsi il giorno dopo. Ostapenko non si sa se è pronta o meno, ma certo l’anno prossimo sarebbe strafavorita. Quest’anno chissà. In ogni caso, a differenza del torneo maschile, avremmo una semifinali molto giovani, visto che la più anziana è la Bacsinszky, che ha appena 27 anni.
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