L’edizione della Coppa Davis 1976 fu una delle più celebri e controverse. Per noi italiani è quella del trionfo, delle discussioni parlamentari, della maglietta rossa di Panatta e Bertolucci, del successo di una generazione irripetibile di tennisti che hanno fatto la storia.
Della finale in Cile si è già raccontato tutto il raccontabile. Anche della semifinale, vero capolavoro del gruppo azzurro capace di battere sulla terra del Foro Italico la fortissima Australia di John Newcombe e Tony Roche.
Proprio gli ‘Aussie’ per arrivare a quella semifinale dovettero fare i conti con i capricci del tempo del tempo e del calendario. Inseriti nella Zona Asiatica, godettero di due bye nel tabellone principale ed entrarono in gioco solo in semifinale, dove batterono per 5-0 l’Indonesia sull’erba di Hobart. Nella finale zonale trovarono i vicini di casa della Nuova Zelanda, che in semi aveva battuto l’India.
Il rubber iniziò il 27 febbraio a Brisbane: Brian Fairlie portò in vantaggio gli ospiti battendo in cinque set Ross Case, ma Newcombe pareggiò subito liquidando Onny Parun in tre set. Sabato Newcombe e Roche portarono l’Australia sul 2-1 vincendo il doppio in quattro set su Fairlie e Parun. Con due singolari ancora da giocare, l’imprevedibile tempo oceanico fece capolino. Un vero e proprio ciclone tropicale si abbatté su Brisbane, facendo saltare tutti i piani. Impossibile giocare e impossibile recuperare in tempi brevi: la vita del circuito doveva riprendere subito e incastrare una data che andasse bene a tutti fu impresa ardua.
Bisognò attendere 113 giorni: il 18 giugno 1976 Australia e Nuova Zelanda poterono concludere la loro finale zonale. Ma certo non in Australia. A breve si sarebbe giocato Wimbledon e i giocatori erano tutti in Europa in vista dei Championships. Uno dei tornei preparatori era il John Player Tournament di Nottingham. Tutti i giocatori coinvolti nel rubber erano iscritti al torneo e fu colta la palla al balzo. Newcombe batté il neozelandese Fairlie 8-6 5-7 11-9 6-3, spedendo l’Australia alla semifinale mondiale contro l’Italia, quattro mesi dopo l’inizio del confronto.
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