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Roma, débacle italiana: non si salva nessuno dei 5 azzurri in campo

A. Cornet b. [WC] S. Errani 6-3 6-4 (Diego Barbiani)

Non è la Sara Errani che eravamo abituati a conoscere. Della giocatrice che volava sulla terra e resisteva alle migliori del mondo compensando con tanta grinta e coraggio, oggi rimane soltanto la volenterosa, ma quasi sconsolata, giocatrice che si aggira per il campo sapendo che anche dando il 100%, in questo momento della carriera, è difficilissimo arrivare al successo.

Questa sera ha messo a nudo tutti i suoi problemi anche contro Alizé Cornet, che pure negli scontri diretti era indietro 2-4 e nell’unico confronto sulla terra era stata dominata 6-2 6-1. Altri tempi, altri momenti delle rispettive carriere. La Errani di oggi una giocatrice che, purtroppo per lei, riesce a stento a tenersi dentro le prime 100 del mondo, ha perso profondità ed incisività, sbaglia molto più di prima e nei momenti in cui dovrebbe tenere la concentrazione cade incredibilmente in errori non da lei. L’esempio migliore arriva proprio quando la francese sta servendo per il match: nel primo punto Sara ha preso campo ed è volata a rete per chiudere con la voleè di rovescio, colpo incredibilmente affossato sotto il nastro da distanza zero; poi subito dopo, quando nel palleggio da fondo campo ha sbagliato di rovescio senza neppure forzare.

Il primo set si è deciso soprattutto nelle fasi iniziali, quando Cornet ha trovato un vantaggio importante di 4-0 che anche con un break perso ha comunque portato a casa con un netto 6-3. Nel secondo c’è stata molta più lotta: Cornet ha preso pre tre volte un break di vantaggio (1-0, 3-2, 4-3) ed Errani ha sempre avuto chance per rientrare. C’è riuscita in due circostanze su tre, mancando l’ultima in un game, l’ottavo, che è stato un macigno enorme nell’economia dell’incontro. Ventidue punti giocati, sei palle break mancate da Sara che ha da mangiarsi le mani soprattutto sulla seconda e la quarta, quando aveva due dritti abbastanza comodi e che invece si sono tramutati in errori. Per il resto brava, bravissima Cornet. Tra smorzate vincenti ed una serie di lob e voleè smorzata precisissima, è riuscita a tenere l’importantissimo game di battuta. Sul 5-3 ha mancato il primo match point, ma sul 5-4 ha chiuso al terzo, con un servizio all’incrocio delle righe.

La vittoria, a Cornet, mancava dal secondo turno di Monterrey ad inizio aprile. Ora al secondo turno Elina Svitolina, che ha approfittato di un bye all’esordio.

[Q] N. Almagro b. [WC] A. Seppi 7-6(6) 6-3 (Piero Vassallo)

Nemmeno Andreas Seppi riesce a sopravvivere al lunedì nero dei tennisti italiani a Roma. La wild card altoatesina cede 7-6(6) 6-3 allo spagnolo Nicolas Almagro che ora si prepara al derby contro Rafael Nadal, sempre che quest’ultimo decida di presentarsi al Foro Italico. Avanti 2-1 nei precedenti, ma sconfitto nell’unico match giocato sulla terra, Seppi esce di scena dopo quasi due ore di gioco con il rimpianto di aver sprecato una ghiotta occasione nel tie break del primo set. Bravo Almagro che ha oggettivamente giocato un tennis migliore e avrebbe avuto la possibilità di chiudere il primo parziale in anticipo visto che non ha sfruttato nessuna delle undici palle break a disposizione tra il nono e l’undicesimo gioco. Sopravvissuto in qualche modo, Seppi ha preso un mini break di vantaggio in apertura di tie break e ha poi allungato sul 5-2 con due servizi a disposizione, non ha saputo incidere con il servizio e Almagro ha ribaltato la situazione fino al 6-5 in suo favore, per poi imporsi 8-6. Un finale di set che ha fatto tutta la differenza del mondo anche a livello psicologico, al rientro in campo infatti lo spagnolo è apparso ringalluzzito mentre Seppi ha accusato il colpo e perdendo il servizio a zero nel quarto gioco si è spento, fino al 5-1 Almagro. Il tennista di Murcia non ha chiuso alla prima opportunità ma con un vantaggio talmente ampio perdere un break di vantaggio non è stato un problema e infatti alla seconda occasione ha strappato il pass per un secondo turno con l’incognita Nadal. Se il maiorchino optasse per il forfait verrebbe rimpiazzato da un lucky loser e allora per Seppi i rimpianti aumenterebbero.

V. Troicki b. [WC] S. Napolitano 7-6 (1) 6-2

Non basta tutta la generosità di Stefano Napolitano per scalfire Viktor Troicki. L’azzurro ha giocato un primo set sostanzialmente alla pari, in cui è arrivato anche a disporre di due set point consecutivi in risposta, sul 6-5 in suo favore. Il serbo, d’altro canto, ha dato l’impressione di essersi limitato a scaldare i motori nel primo parziale, lasciando molto l’iniziativa al suo avversario. Al momento di capitalizzare, tuttavia, si è destato giocando il tiebreak ai suoi livelli e aggiudicandoselo per 7-1.
Da quel momento in poi non c’è stato più nulla da fare per Napolitano che ha comunque provato a lottare, ma ha dovuto concedere il break in apertura, proiettando Troicki sul 3-0. Nessun problema per il serbo, che consapevole di avere il peggio alle spalle, ha chiuso agevolmente per 6-2 il secondo set, strappando ancora una volta la battuta all’avversario.
Napolitano ha impostato il primo set in maniera propositiva e l’unico rimpianto possono essere i due set point non sfruttati. I suoi colpi, tuttavia mancavano della potenza e profondità necessaria a buttare fuori dal campo l’avversario, al quale è bastato alzare di poco l’asticella per approdare al secondo turno.

A. Bedene b. [WC] G. Mager 6-7(3) 6-4 3-0 rit. (da Roma, Fabrizio Fidecaro)

Maledetti crampi. Questo deve aver pensato Gianluca Mager, numero 363 ATP con un career high al numero 290, mentre, giunto a pochi punti dal clamoroso successo su Aljaz Bedene, ha sentito che il suo corpo non rispondeva più in modo adeguato alle sollecitazioni. Il ragazzo di Sanremo, ventidue anni compiuti a dicembre, ha provato a resistere strenuamente, ma alla fine è stato costretto alla resa. A passare il primo turno degli Internazionali d’Italia è stato dunque il qualificato sloveno-britannico, attuale numero 55 del ranking mondiale, che ha prevalso sul campo 2 con il punteggio di 6-7(3) 6-4 3-0 rit. Per Mager, che era stato ammesso al main draw con una wild card guadagnata nelle prequalificazioni, il rimpianto di una sconfitta amara e del mancato confronto con Novak Djokovic al secondo round, che ovviamente avrebbe avuto come palcoscenico d’eccezione il centrale del Foro Italico.

E dire che tutto sembrava mettersi per il meglio. Gianluca si era aggiudicato il parziale d’avvio al tie-break, dopo aver annullato due palle set con il rivale al servizio sul 6-5, e aveva strappato la battuta a Bedene in avvio di secondo, issandosi poi sul 4-2. Fra l’ottavo e il nono game, però, ecco i crampi a bloccarne la magnifica corsa. Raggiunto sul 4 pari, Mager ha ancora avuto a disposizione due palle break nel nono game, ma le sue chance di avanzare nel torneo sono finite lì. Il ligure, in preda a un forte dolore a una gamba, ha cercato di proseguire, ma, persi sette giochi di fila, ha dovuto abbandonare in lacrime.

«Prima della partita ero incredibilmente teso», ha ammesso in conferenza stampa, «già ieri sera facevo fatica a prendere sonno. L’esordio in un Master 1000, davanti a questo pubblico fantastico… Non è una questione di preparazione fisica, sono abituato a partite di tre ore, come per esempio nelle prequalificazioni con Berrettini, ma oggi era una situazione diversa. Dopo due ore ho accusato problemi al polpaccio e al quadricipite. Mi dispiace molto per il pubblico che magari neanche mi conosceva ma mi ha sostenuto dal primo all’ultimo punto, ma anche perché vincendo avrei conquistato tanti punti e per la mancata sfida con Djokovic. D’altra parte sono contento di aver giocato alla pari, se non meglio, con uno che quest’anno ha vinto tanti match. A un certo punto pensavo di portarla a casa: sul 4-3 ho servito un kick e lui ha sbagliato la risposta, ma mi hanno chiamato foot fault. Se andavo 5-3 non so come finiva…»

Ora Mager tornerà a calcare i terreni dei circuiti minori, dove quest’anno fin qui non è riuscito a togliersi le soddisfazioni passate: era reduce dall’uscita nelle qualificazioni del Challenger di Francavilla e il miglior risultato stagionale è rappresentato dal secondo turno nel future di Santa Margherita di Pula (F7). Di sicuro il bel percorso compiuto al Foro nell’ultima settimana fungerà da stimolo per i prossimi appuntamenti. «Sono carico e motivatissimo per il futuro», ha dichiarato lui in modo esplicito. «Voglio salire nel ranking, magari per arrivare l’anno prossimo a giocare tornei di questo genere senza bisogno di aiuti».

L. Tsurenko b. [WC] D. Chiesa 7-5 6-2 (Diego Barbiani)

La luce, per Deborah Chiesa, si è spenta sul più bello. La ragazza classe 1996, nativa di Trento ed attualmente numero 470 del mondo, è stata ad un solo punto dal vincere un rocambolesco primo set contro Lesia Tsurenko, numero 41 delle classifiche mondiali.

Approfittando alla grande di un inizio molto incerto della giocatrice ucraina, Chiesa aveva preso due break di vantaggio e salendo fino al 5-1, prima di subire una striscia di 7 game consecutivi. Tensione, difficoltà a chiudere i punti, la crescita di Tsurenko. C’è stato un po’ di tutto nel 6-0 che ha portato Lesia sul 7-5. Innanzitutto maggiore attenzione durante lo scambio, poi la precisione che fin lì era mancata nell’attaccare e sbagliare nulla. Le ultime reali chance dell’azzurra sono state sul 5-3 15-40, quando ha avuto due set point consecutivi: un ace sul primo, una prima consistente sul secondo con Deborah costretta a cercare un’impossibile risposta di rovescio da fuori dal campo.

Tsurenko era diventata padrona del gioco: spingeva, non sbagliava, e faceva fare i chilometri alla sua avversaria. Non è bastata all’azzurra la grande generosità, tutta la differenza di classifica si è evidenziata nelle difficoltà della giovane trentina di cambiare passo e riprendere un po’ della sicurezza che l’aveva condotta così in alto contro un’avversaria di valore al primo impegno ufficiale nel circuito WTA. Nel secondo set il break sul 2-1 ha aperto definitivamente le porte del secondo turno all’ucraina.

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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Tags: Roma 2017

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