[4] G. Muguruza b. F. Schiavone 6-2 6-4 (Diego Barbiani)
Adesso è realmente finita. La storia d’amore tra Francesca Schiavone ed il Roland Garros, cominciata diciotto anni fa e che ha toccato il suo picco tra 2010 e 2011, ha vissuto il suo ultimo episodio nell’atmosfera migliore desiderabile: sul Philippe Chatrier, teatro dei sogni per l’azzurra.
C’è anche un po’ di rammarico per il 6-2 6-4 subito da Garbine Muguruza, ma non va dimenticato che proprio la spagnola è campionessa in carica, essendosi consacrata nel 2016 con un grande successo nei confronti di Serena Williams. Eppure non si può non pensare a quel primo set così strano, facilmente suddivisile in tre momenti distinti tra loro. I primi tre game hanno visto la spagnola spingere con forza su palle perfette per lei, dove poteva scaricare tutto il peso del corpo ed imprimere grande potenza. Schiavone non era entrata nel match, ma un paio di errori dell’avversaria sul 3-0 15-15 l’ha portata alle prime palle break: è bastata la prima per smuovere la casella dei game e cambiare atteggiamento.
Muguruza rimaneva molto pericolosa in risposta, ma Schiavone ha compiuto un numero salvandosi da 0-40 ed annullando 4 palle break per farsi ancor più sotto, capire una tattica molto buona per dare fastidio all’avversaria e metterle tanti dubbi per quelli che potevano essere i game successivi. Caricando tanto top-spin ed aumentando la profondità dei colpi, Muguruza non colpiva più con la stessa facilità di prima, la profondità e soprattutto la pericolosità della spagnola diminuivano notevolmente. Purtroppo, una sospensione del gioco prima del sesto game costretta da un malore che ha colpito una signora anziana sulle tribune, ha come spento la verve dell’azzurra.
Il parziale, da lì, è stato tutto a suo sfavore: 12 punti persi su 12 giocati, atteggiamento molto diverso rispetto a pochi minuti prima e Muguruza che veleggiava tranquilla verso il primo set. Il parziale diventerà poi di 15 punti consecutivi e, in generale, di 5 game persi fino al 6-2 2-0.
Il meglio Schiavone l’ha offerto proprio quando tutto stava per finire, quando ha tenuto il secondo turno di battuta su cinque, il primo in cui non ha dovuto salvare palle break. Sull’1-2 ha trovato una nuova reazione di carattere, portandosi fino al 3-2 15-40, ma Muguruza non le ha permesso di giocare alcuna delle tre palle break concesse e sul 4-4 ha trovato il break decisivo prima di chiudere al quarto match point.
“Schiavone è una leggenda. Sono veramente felice di aver potuto giocare sul Philippe Chatrier contro di lei” ha dichiarato la numero 4 del seeding al microfono di Marion Bartoli, a bordo campo. Nel frattempo, la milanese, abbandonava il campo piuttosto frettolosamente. Un po’ per nascondere le emozioni, un po’ per la delusione di una partita che poteva girare in maniera diversa: magari non tanto nel risultato, quanto nell’andamento. La pausa prima del sesto game del primo set l’ha danneggiata più del previsto, ma non deve essere un alibi. Ora è il momento in cui lasciar scorrere tutti i ricordi di quanti momenti, quante partite importanti Schiavone ha giocato.
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