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Murray: sconforto, rabbia e… fiducia!

La sconfitta di ieri sera di Andy Murray, dal suo punto di vista e dei suoi tifosi, è certamente preoccupante, non tanto per il fatto di aver perso, quanto per il modo, che è assolutamente inusuale per l’attuale numero uno del mondo, esattamente come quella di una settimana fa. Di Sir Andy Murray si possono dire tante cose, e quante volte gli sia stato detto che non è all’altezza degli altri tre dei Fab Four solo lui lo sa, ma non che non sia un combattente e l’elemento di queste due ultime partite è proprio questo: lo scozzese ha perso senza mai dare l’apparenza di poter ribaltare la situazione, di voler combattere, di reagire. In campo si è visto qualcosa che è distante persino dal fantasma stesso del tre volte campione slam: lentezza, scarsa aggressività in risposta, errori gratuiti a grappoli. Vero che Fabio Fognini ha giocato un gran tennis, nessuno lo nega, ma l’atteggiamento rinunciatario del numero uno del mondo, il suo non tentare neanche una serie di recuperi sulle smorzate è apparso davvero strano e sorprendente, perché che Murray sia un fighter è noto a tutto il circuito e, anche nelle sconfitte più importanti della sua carriera, ha sempre lottato.

Pertanto è stato strano vederlo arrivare in conferenza stampa tutto sommato sereno, anche se egli stesso ha dichiarato, oltre a riconoscere i grandi meriti di Fognini, di non sapere esattamente cosa stia accadendo, che ci sia stata una regressione importante nella qualità dei suoi spostamenti in campo nelle ultime due settimane e di sentirsi profondamente distante dal livello di tennis che vorrebbe avere. Il giocatore era davvero un mix di delusione e confusione, sorpreso egli stesso da cosa stia accadendo. Di fatto però, e lì è uscita la corazza da guerriero dello scozzese, ha mostrato fiducia nel poter invertire questa rotta attraverso questa dichiarazione: “So come tutti pensino che sia impossibile, dopo queste due settimane, che io faccia un buon torneo a Parigi, ma io penso di si. Non sarà certamente facile, dovrò lavorare molto nei prossimi dieci giorni, trarre il massimo da ogni singolo giorno e poi metterci davvero me stesso nel torneo. Sarà dura, ma penso ancora di poter fare bene lì. Semplicemente non sto giocando un buon tennis e devo capire come cambiare le cose, in fretta, e penso di poterlo fare.

La conferenza ha avuto anche due momenti di reale fastidio per lo scozzese, che ha risposto davvero scocciato alle due domande tipiche di queste ultime settimane, relative al fatto se sia l’essere numero uno che penalizza le sue performances e le wild card di Maria Sharapova.

Ecco le sue risposte:

“Non ha nulla a che fare con l’essere numero uno e non capisco perché ogni settimana io debba rispondere a questa domanda, qualcuno lo penserà ma io no” e, sulla Sharapova, “Ancora?- alzando gli occhi al cielo- non se ne può più, ogni settimana fate la stessa domanda, non so più che altro aggiungere all’argomento a quanto già detto…”

Qui, forse, si è visto quel leone lottatore che sa essere Andy Murray e che vedremo se nelle prossime settimane riuscirà a tornare fuori. Il passato dello scozzese fa presumere di si, considerato che si è rialzato da sconfitte ben più pesanti di quelle delle ultime due settimane. Il campo risponderà.

Matteo De Laurentis

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