Dopo aver battuto Dimitrov nella semifinale degli Internazionali BNL d’Italia di tre anni fa, Nadal si disse molto ottimista per il futuro: “Ieri ho giocato molto bene contro Andy e oggi ne ho avuto la conferma”. Il 2014 fu un anno particolare per Rafa, perché il maiorchino non brillò affatto nei tornei di preparazione al Roland Garros: a Montecarlo era stato battuto da Ferrer, a Barcellona da Almagro mentre a Madrid aveva vinto grazie al ritiro di Nishikori, che fino allora stava dominando. Servivano vittorie convincenti per arrivare con un po’ di fiducia al Roland Garros e la partita con Murray a Roma, nei quarti di finale, servì alla causa, eccome. Nadal aveva già rischiato grosso con Simon al debutto, poi aveva ceduto un set perfino a Youzhny e contro Murray, pur essendo favorito, arrivava con tanti dubbi.
I dubbi non vennero dissolti quel giorno di tre anni fa, visto che Nadal vinse facendo un enorme fatica, 1-6 6-3 7-5, ma quel giorno probabilmente Rafa capì in che direzione dovesse andare per vincere ancora una volta a Parigi. Contro lo scozzese, Nadal dovette soffrire parecchio: la partenza sprint di Murray lo aveva sorpreso, ma lo spagnolo, annullata una palla break a inizio secondo, aveva pian piano cominciato a prendere fiducia. È nel terzo set che arrivarono i fuochi d’artificio: i due si scambiavano un break in apertura, poi Murray si portava avanti mente il pubblico del Foro Italico cercava di riscaldarsi nonostante il calare delle temperature, ma alla fine a trionfare ancora una volta era Nadal, che vinse dodici degli ultimi tredici punti e chiude 7-5 al terzo.
Due giorni dopo sarà Djokovic a fermarlo in finale, ma la strada verso la Nona era ormai tracciata. A Nadal serviva solo giocare una partita come quella contro Murray.
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