[2] N. Djokovic b. A. Bedene 7-6(2) 6-2 (da Roma, Fabrizio Fidecaro)
Un set di apprensione, poi il via libera. Novak Djokovic è ancora in “convalescenza”, lontano dalla versione dei giorni migliori, ma quanto meno la direzione intrapresa, dopo la semifinale di Madrid, sembra quella giusta. Il suo debutto agli Internazionali d’Italia dinanzi all’attuale numero 55 ATP Aljaz Bedene, proveniente dalle qualificazioni, è stato all’insegna della sofferenza per tutta la frazione d’avvio, nella quale Nole ha stentato a trovare il ritmo giusto. Addirittura è stato lo sloveno-britannico ad avere le chance maggiori, prendendosi un break di vantaggio in apertura (immediatamente restituito) e mancando la chance di tornare avanti nel settimo game. Logico affidare la risoluzione della diatriba al tie-break, nel quale il serbo è tornato a far intravedere sprazzi di ciò che era fino a non molto tempo fa, aggiudicandosi in scioltezza i primi cinque punti e chiudendo la pratica con un comodo 7-2.
L’incontro, di fatto, è terminato lì. Il ritrovarsi comunque indietro dopo un simile vano sforzo è stato fatale a Bedene, che è logicamente sceso di livello, al contrario dell’avversario, ormai in pieno controllo della partita. Il secondo set si è aperto con il break del numero 2 del mondo, che ha subito allungato sino al 5-1, facendo infine suo il match con lo score di 76(2) 62. Il prossimo avversario, giovedì negli ottavi di finale, uscirà dal confronto tutto spagnolo tra Pablo Carreno Busta, quindicesimo del seeding, e Roberto Bautista Agut, in programma domani.
Certo il tennista di Belgrado, al momento privo di coach dopo la separazione da Marian Vajda, dovrà innalzare ulteriormente il proprio standard attuale se vorrà avere concrete possibilità di aggiungere un altro trofeo ai quattro già conquistati in passato (2008, 2011, 2014-15) in sette finali disputate a Roma. “Oggi sono partito lentamente”, ha ammesso, “ma poi ho giocato un grande tie-break e servito bene quando serviva. Avrei desiderato solo cominciare in modo diverso, ma spero che la prossima volta andrà meglio”.
Sulle difficili condizioni dei campi Nole si è espresso così: “È difficile parlarne a questo punto del torneo, non si è ancora giocato molto sul campo centrale. Non so come sia la situazione della NextGen Arena, ma ho sentito commenti non molto positivi al riguardo. Anche il centrale non è buono come l’anno scorso o due anni fa. Ma è una cosa tradizionale avere questo genere di problemi a Roma. Gli uomini dei campi danno il loro meglio, ma una volta che il torneo è partito non puoi fare più granché. La base va costruita mesi e mesi prima, la terra è una superficie molto delicata, e devi giocare sui campi almeno tre mesi prima dell’inizio del torneo. Bisogna farlo più o meno regolarmente, ogni giorno. Ma, se ho ben capito, ci giocano solo tre, quattro o cinque settimane prima, e non regolarmente. Non puoi aspettarti di avere un buon campo in quel modo”.
A Djoko è stato chiesto poi del Roland Garros, che non vedrà al via, per motivi diversi, né Roger Federer né Maria Sharapova. “A questo punto della sua vita, e specie con l’inizio di stagione che ha avuto, Roger può fare quello che vuole. È sempre molto intelligente nelle pianificazioni. Sa quello che sta facendo, ne sono certo. Ovviamente è consapevole di avere maggiori chance di vincere grandi tornei sui terreni più veloci. Non sono troppo sorpreso della sua decisione. Per quanto riguarda Maria, non c’è molto che possa dire. Gli organizzatori hanno deciso di non assegnarle una wild card, ed evidentemente pensano sia la decisione più appropriata. Dev’essere dura per lei, ma è andata così. In alcuni tornei avrà gli inviti, in altri no. Purtroppo per lei è uno Slam. Ma ho visto qualcosa dei suoi match, sta giocando bene, sono sicuro che sarà paziente e ricostruirà pian piano il suo ranking, ritornando dove ha le qualità per stare”.
[9] D. Goffin b. F. Verdasco 3-6 6-2 6-2 (Adriano Spataffi)
R. Bautista Augut b. [LL] A. Dolgopolov 6-4 6-2 (Salvatore De Simone)
Alexandr Dolgopolov non ha saputo sfruttare la fortuna. L’ucraino infatti era stato ripescato all’ultimo momento per via del ritiro di Nick Kyrgios ma non si è dato molto da fare contro Roberto Bautista Agut. D’altronde il nativo di Kiev non è mai stato un fenomeno di concentrazione ma è sempre rimasto il classico giocatore genio e sregolatezza (e dallo stile unico) e dunque non è certo una sorpesa la sconfitta subìta per mano dello spagnolo, il quale a sua volta è invece un ottimo regolarista, uno specialista del rosso e per di più in gran forma in queste ultime settimane.
Nel primo parziale a dire il vero Dolgopolov, anche se non è stato in grado di strappare la battuta all’avversario, ha tentato di limitare le sue giocate kamikaze e tutto è filato liscio sul suo servizio fino al decimo gioco quando con un errore di diritto regala due set point: il primo riesce ad annullarlo ma sul secondo spedisce di nuovo il diritto a rete e consegna il parziale allo sfidante.
Nella seconda parte Bautista non perde tempo e sul 2-1 realizza ancora un break grazie ad un altro diritto sbagliato da Dolgopolov, il quale non contento nella battuta successiva si fa recuperare dal 40-15 e con un doppio fallo permette all’iberico di andare avanti di due break: l’ucraino ha uno scatto d’orgolio e con tre vincenti, tra cui una splendida risposta di rovescio, dimezza lo svantaggio; ma è solo un fuoco di paglia dato che nel game seguente commette ulteriori errori e con un rovescio a rete consegna a Bautista Agut set e match.
[16] A. Zverev b. [Q] K. Anderson 6-4 4-6 6-4 (Cristina Pozzoli)
Nella seconda partita sulla Next Gen Arena, Alexander Zverev, con molta più fatica del previsto, riesce ad imporsi su Kevin Anderson dopo quasi due ore e mezza di gioco. I due si erano già incontrati due anni fa sul cemento di Washington e si impose Zverev in rimonta ma allora era un altro giocatore rispetto ad oggi ed era anche un altro giocatore Anderson che quell’anno toccò la decima posizione mondiale. Visti i valori attuali in campo ci si aspetta una partita senza problemi per Zverev che invece, rispetto al livello di gioco mostrato nelle ultime due settimane, offre una prestazione decisamente incolore ottenendo però una vittoria fondamentale sotto al punto di vista della fiducia.
Anderson parte al servizio e c’è subito battaglia. Zverev risponde bene ed imposta un ritmo intenso al gioco spostando bene il sudafricano che accetta gli scambi ma non riesce a tenerli. Sulla diagonale sinistra Zverev alza il livello colpo dopo colpo portando all’errore il sudafricano che si aggrappa al servizio per annullare quattro palle break. Molto più rapido il turno di battuta del tedesco che fa molto male con prime sui 200 km/h. Dopo aver sofferto la profondità del gioco di Zverev, Anderson nel successivo turno di battuta tira tutto per evitare di mettersi a scambiare e trova le righe con i colpi in uscita dal servizio. Zverev non soffre al servizio anche se ogni tanto commette qualche errore evitabile e si va avanti veloci con il sudafricano che si prende grossi rischi per tenere i suoi turni di battuta. La tattica lo ripaga fino al nono game in cui Zverev alza il livello il risposta, spinge bene e si procura il break che gli permette di servire per il set. Sul 30-30 il tedesco non trema e chiude con una gran prima e un ace.
Nel secondo parziale arrivano le prime difficoltà per Zverev che coincidono con il consueto calo di concentrazione da cui si fa sorprendere quando ha tutte le carte in regola per imporsi senza dover soffrire. Nel quarto game si trova 0-30, recupera ma commette doppio fallo regalando palla break al suo avversario e poi completa l’opera con un dritto tirato malamente in corridoio in uscita dal servizio. Anderson si fa sempre più aggressivo mentre Zverev si mette a giocare metri fuori dal campo, accorcia sempre di più lasciando il pallino del gioco completamente in mano al suo avversario. Nel nono game Zverev si rianima, ritrova profondità riuscendo a comandare gli scambi e arrivano gli errori del sudafricano che si trova 15-40 ma due gran prime lo salvano. Zverev non molla e si procura un’altra palla break sulla quale però serve ancora bene Anderson. Alla fine con un rovescio lungo linea sulla riga il tedesco si procura un’altra occasione che converte con una risposta profonda che Anderson prova ad aggirare per colpire con il dritto ma non è abbastanza veloce e il colpo finisce in rete. Nel game successivo però il tedesco gioca ancora senza mordente e Anderson ne approfitta per attaccarlo in risposta procurandosi due set point. Sul primo Anderson va ancora avanti e Zverev lo supera con un lob di rovescio ma poi tiene bene un lungo scambio da fondo prendendo sempre più campo finchè non riesce a sfondare con un dritto inside-out.
Si va al terzo e la situazione non cambia, Zverev gioca sempre troppo lontano dalla riga di fondo e subisce l’iniziativa di Anderson che si procura palle break nel secondo e quarto game ma non riesce a sfruttarle e nel quinto le paga care. Zverev trova gran pressione con il rovescio e si procura tre palle break, vanifica le prime due con il diritto ma riesce a giocare la terza con il rovescio andando a segno con una risposta vincente e conferma il break nel game seguente. Nonostante il vantaggio, Zverev non lascia andare i colpi, gioca contratto ma il servizio funziona e alla fine, soffrendo più del dovuto, riesce a portare a casa la partita. Vittoria non convincente ma importante sotto l’aspetto mentale che sarà da rivedere al prossimo turno contro Viktor Troicki.
(aggiornamenti a breve)
Risultati odierni:
secondo turno
[1] A. Murray vs F. Fognini
J. Isner b. F. Mayer 7-6(4) 7-6(4)
[9] D. Goffin b. F. Verdasco 3-6 6-3 6-2
R. Harrison vs [6] M. Cilic
[2] N. Djokovic b. A. Bedene 7-6(2) 6-2
primo turno
[16] A. Zverev b. [Q] K. Anderson 6-4 4-6 6-4
[PR] T. Haas b. [LL] E. Escobedo 6-0 4-6 7-6(1)
B. Paire b. N. Mahut 6-4 6-2
P. Cuevas b. [Q] A. Mannarino 6-4 7-6(3)
J. Sock b. D. Schwartzman 6-4 1-6 7-5
D. Ferrer b. F. Lopez 4-6 6-3 6-1
[15] P. Carreno Busta b. G. Simon 6-3 6-3
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