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ATP Roma: un Djokovic double face basta per superare questo del Potro

[2] N. Djokovic b. J. M. del Potro 6-1 6-4

Risolta già da ieri la sera la questione riguardante chi doveva sfidare Dominic Thiem, per manifesta inferiorità del povero Palito, il momento più emozionante della prosecuzione di oggi è stato dopo l’ottavo game. Conquistato il 5-3 con una delicata palla corta Djokovic, tornando verso il suo angolo di risposta, ha pensato di svegliare dalla pennica lui stesso e il generoso pubblico romano, chiamando un applauso, un uro, un incitamento, qualcosa insomma che facesse capire di essere ad uno spettacolo agonistico e non ad un’esibizione. Obiettivo raggiunto e pubblico finalmente divertito. Il resto, oggi come ieri, è stato abbastanza penoso, considerato l’eccessivo divario tra i due. Ma mentre ieri sera era sembrato quasi un Djokovic ritrovato, molto preciso nei fondamentali di dritto e rovescio e attento persino sullo smash, quello di oggi era già un passo indietro. Forse distratto dalla felicità del match Djokovic ha sbagliato un paio di facili conclusioni all’altezza della linea del servizio, tirando qualche dritto troppo largo e qualche rovescio troppo lungo. Niente che potesse mettere in discussione il risultato ma abbastanza per far un po’ dubitare che il preciso Djokovic della sera prima fosse più il risultato di un incontro facile che un effettivo segnale di ripresa.

La partita si è incanalata anche oggi nel solito ripetitivo schema. Djokovic cercava il rovescio di del Potro e cominciava uno scambio sulla diagonale rovescia, fino a quando il serbo non decideva che il colpo di Palito fosse troppo corto per continuare e giocava il colpo definitivo: di rovesci alternava o il lungo linea che trovava del Potro lontano o l’incrociato stretto e forte che del Potro non riusciva a rimandare dall’altra parte; se aveva tempo e voglia di girarsi sul dritto o l’incrociato, e di nuovo del Potro lontano dalla palla, o quello anomalo e di nuovo del Potro non rimandava dall’altra parte. L’unica variazione al canovaccio era quando a servire era l’argentino, con Djokovic che però era ben centrato alla risposta, fino a quando è servito, che riusciva a rispondere anche a bordate dell’argentino.

Insomma davvero una partita poco emozionante e che poco può dire su entrambi. Del Potro aveva detto sin da subito che gli pareva già un miracolo aver vinto un paio di partite, mentre Djokovic avrà bisogno di un test serio per vedere a che punto è arrivato. Quello di stasera lo sarà senz’altro.

 

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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