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ATP Madrid: Nadal rompe l’incantesimo, travolge Djokovic e vola in finale

[4] R. Nadal b. [2] N. Djokovic 6-2 6-4

Ecco a voi, ladies and gentlemen, il cinquantesimo Nadal-Djokovic – o Djokovic-Nadal, che dir si voglia. Oggi in campo 26 vittorie e 40 finali Slam, 59 vittorie e 87 finali Masters 1000, 364 settimane complessive sulla vetta del tennis. Quando i numeri precedono le parole… Saremmo folli se elencassimo tutti gli scontri diretti, ma concedeteci almeno un rapido excursus: fino alle quattro di oggi pomeriggio Djokovic era avanti 26 a 23; al serbo le ultime sette uscite, unica vittoria dello spagnolo negli ultimi dodici incontri la finale del Roland Garros 2014, quando, dopo aver perso il primo, vinse in quattro set. Per Nadal ormai quasi un mito da sfatare e un ultimo spinoso ricordo: i quarti di finale di Roma dell’anno scorso, quando Djokovic vinse 7-5 7-6.

Di cose ne sono cambiate da quel momento, il serbo pare non sia più invincibile – forse fu proprio quel torneo, con la sconfitta in finale con Andy Murray, il primo scricchiolio dell’inevitabile calo – e in questa settimana non ha mai veramente convinto, giocando male e rischiando di perdere al primo turno contro Almagro, migliorando contro Feliciano Lopez ma non giocando la prima “vera” prova a causa del ritiro di Nishikori. Nadal, spinto dal suo pubblico, ha rischiato grosso contro un Fognini in grande spolvero, per poi procedere senza intoppi con un confuso Kyrgios e un troppo leggero Goffin. Alla vigilia i bookmakers davano favoritissimo lo spagnolo.

E i bookmakers, buon per loro, avevano ragione. Nadal rompe la striscia positiva di Djokovic battendolo per la ventiquattresima volta, in un’ora e trentotto minuti e in un match a senso unico.  Alle 16 e 15 il brusio nervoso del pubblico, quello tipico dei giorni importanti, si ferma lasciando iniziare l’attesissimo match. Probabilmente nessuno immagina di stare per assistere alla disastrosa partenza, al servizio, di Novak Djokovic.

Prima un buon passante, poi un dritto e un rovescio fuori del serbo, regalano a Nadal tre palle break consecutive; lo spagnolo concretizza la prima con una risposta vincente. Fatica poi con la propria battuta, finisce ai vantaggi, ma un ace e una buona prima lo tolgono dai guai. Il serbo torna a servire ma la musica, purtroppo per lui, non cambia e, dopo essere stato avanti 30-0, subisce quattro punti consecutivi dello spagnolo, uno dei quali – quello che ha portato altri due break point a Rafa – su un suo brutto errore di dritto. Ancora una volta il maiorchino non ci pensa troppo: alla prima occasione spara un dritto a sventaglio vicino alla riga: il doppio break è servito, 3-0 Nadal. Niente sorprese nei tre giochi successivi ma è chiaro che è il serbo a faticare di più. Sul 5-1 Rafa servizio Nole, lo spagnolo ottiene il primo set point, che però sfuma in una risposta appena larga. Nadal sembra di un passo che Djokovic non riesce a tenere: sbaglia poco, gioca bene tatticamente e si lascia spingere dal pubblico. Chiude il set con una brillante palla corta, Djokovic non ci arriva. 6-2 per lo spagnolo.

L’avvio del secondo parziale ricorda fortemente il primo. Nole, a suon di errori gratuiti, tra i quali un dritto “da chiudere” fuori di due metri, concede un’altra palla break che Nadal, puntualmente, concretizza. Il maiorchino soffre al turno di servizio successivo ma non concede la palla dell’1 pari. Arrivano poi i primi servizi agevoli per Djokovic: 2-1 e servizio Nadal. Nel quarto gioco qualcosa cambia, ma solo per un po’: prima Djokovic, grazie a due meravigliosi rovesci incrociati, conquista il primo break del match, poi cede di nuovo la battuta. Nadal si porta sul 40 pari grazie a uno degli scambi più belli dell’incontro: con il serbo a rete, tenta il passante e arriva sulla seguente volée chiudendo il punto e infiammando, una volta ancora, il Manolo Santana. Non riesce a replicare sul primo break point, quando lo stesso colpo termina appena largo; ma alla seconda occasione del game assiste all’errore di rovescio del serbo e ritrova il break di vantaggio: 3-2 e servizio Nadal. Il set procede senza colpi di scena. Lo spagnolo va a servire sul 5-4, si porta sul 40-15 ma non sfrutta i primi due match point. Subisce l’ultimo colpo d’orgoglio di Nole ma salva il break point con un’altra meravigliosa palla corta. Ottiene la terza palla della vittoria. La concretizza. Chiude il match 6-2 6-4.

Lo spagnolo ha giocato una grande semifinale: deciso, concentrato, grintoso come sempre. Djokovic, d’altro canto, si è confermato in un precario stato di forma, lontano anni, forse decenni luce dalla condizione di un anno fa; non è riuscito, per tutto il match, a sopportare gli scambi dello spagnolo, ha commesso tanti, troppi errori e, in più di un’occasione, ha preso le scelte sbagliate. Indubbiamente ha dovuto fare i conti con un Nadal quasi perfetto, ma da uno come lui ci si aspetta, forse si spera, sempre qualcosa in più. Ottava finale casalinga per il maiorchino, che ora aspetta il vincente dell’altra, inattesa, semifinale tra l’uruguaiano Pablo Cuevas – che ha rimontato ai quarti Alex Zverev – e l’austriaco Dominic Thiem, scampato a tre match point contro Grigor Dimitrov e vincente, nella tarda serata di ieri, contro Borna Coric.

Jason D'Alessandro

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