È un Djokovic che sicuramente convince di più quello visto oggi contro Feliciano Lopez. Nel match d’esordio contro Almagro era apparso oltremodo sottotono, quasi triste, spaesato in un campo da tennis troppo grande e, oltre al discutibile livello del suo gioco, era il linguaggio del corpo a preoccupare, a tratti sembrava dire: “vincere o perdere, che importanza ha?”.
La separazione dallo storico coach Marian Vajda e dal suo team deve aver rappresentato un duro colpo; come una storia d’amore che finisce: per quanto ci si lascia “bene” non è mai facile da affrontare. Ieri, il fratello Marko, al suo angolo, non smetteva di incitarlo e deve aver tirato un bel sospiro di sollievo nel vedere Almagro, attuale 86 del mondo, finalmente al tappeto. Nole portava a casa l’incontro salutando calorosamente il pubblico, per tutto il match comprensibilmente schierato contro di lui, e cantando “Cumpleanos Feliz” a Manolo Santana, ma i suoi occhi, perlomeno visti dagli spalti sud del Centrale madrileno, apparivano spenti.
Oggi molto meglio. Un altro spagnolo di fronte e un altro impietoso bilancio negli scontri diretti, 8 a 1 a suo favore, ancora più impietoso se si pensa che l’unica vittoria di Feliciano era arrivata, l’anno scorso, dopo il ritiro dell’avversario ai quarti di finale di Dubai. Il resto è noia, anche “gioia” forse, ma solo per il serbo: in nove allacciate di scarpe solo tre i set vinti dallo spagnolo. Una curiosità: in una sola occasione i due si erano incontrati sulla terra, nel 2011, nella finale di Belgrado. Lopez aveva tenuto fino al tie break del primo set, poi perso, per poi crollare nel secondo parziale 6-2.
Feliciano, toledano classe ’81, è ormai uno dei veterani del circuito, sicuramente qui a Madrid, alla sua quindicesima apparizione, nonostante sia decisamente uno spagnolo “anomalo” – più erbivoro che terraiolo – non disdegnando l’ormai raro serve and volley e giocando moltissimi rovesci in back. Dopo la battaglia vinta ieri contro Gilles Simon (6-3 3-6 7-6) ha dichiarato: “jugar contra uno de los mejores jugadores de la historia en mi casa es un premio” – “giocare contro uno dei migliori giocatori della storia a casa mia è un premio”. E Feliciano, forse grato per quel premio, è entrato in campo con le idee molto chiare. Solido al servizio, spesso a rete, mai ripetitivo nelle scelte nel tentativo di confondere un Djokovic che però non è sembrato mai perdere il controllo.
Il primo set è stato molto divertente nonostante nessuna palla break fino al sesto gioco. Il quarto game entusiasmante: prima un lob in recupero di Lopez con annesso pollice in su del serbo, poi una palla corta, infine un lungo scambio a suon di back concluso con un vincente dello spagnolo. Come detto, la prima occasione di dare una direzione alla partita ha preso vita, nel sesto gioco, in una palla break a favore di Djokovic conquistata prima con una complicata volée sotto rete, poi con un passante in recupero e una risposta vincente, ma vanificata con un errore di rovescio dovuto a un cattivo rimbalzo. Dopo questo piccolo acuto la situazione è tornata in equilibrio, con un tennis divertente e qualche applauso scrosciante del Manolo Santana. Tutto, come spesso accade nel tennis, si è risolto in un battito di ciglia e dove fa più male, in questo caso a Lopez. 5-4 Djokovic, servizio per lo spagnolo, 30-40: primo set point per il serbo che però viene annullato dal servizio e dritto dell’avversario. Alla seconda occasione succede qualcosa di molto strano: palla lenta e profonda di Feliciano sulla riga, Djokovic pare fermarsi ma colpisce e rimanda la palla, Lopez si ferma a sua volta ma non colpisce. Nessuno aveva chiamato “out”. Nella perplessità generale è punto Djokovic. 6-4.
Il secondo parziale inizia di nuovo con Nole al servizio e sugli stessi piacevoli ritmi del primo. Nel game di apertura, Feliciano, con la combinazione dritto lungo linea, palla corta e volée di chiusura si guadagna la sua prima palla break. Parte un lungo scambio, di quelli che piacciono al serbo, che si conclude con un rovescio in mezzo alla rete dello spagnolo. Nole diventa poi impeccabile, altri due punti consecutivi: 1-0. Dopo questo primo accenno di battaglia, prende vita un set di agevoli turni di servizio; per essere precisi è il serbo a soffrire di più: al settimo, nono e undicesimo gioco è Lopez che si avvicina alla palla break, senza mai raggiungerla. Si arriva così sul 6-5 Djokovic servizio Lopez. Tutto fa pensare a un imminente tie break. E invece, una volta ancora, il serbo affonda al momento più opportuno. Lopez gioca contratto e, con un dritto largo, regala tre match point consecutivi all’avversario. Annulla il primo con un buon servizio al corpo ma non riesce a evitare il secondo, che si concretizza dopo uno scambio durissimo a favore del serbo. 7-5.
Sicuramente si è visto un altro Djokovic rispetto a ieri: più fluido, rilassato e concentrato nei momenti importanti. È sicuramente ancora lontano dalla forma ideale dello scorso anno e chissà se tornerà mai su quel pianeta. Oggi ha giocato un match solido contro un avversario complicato come Feliciano Lopez ma che mai, veramente, lo ha impensierito. Ora lo aspetta Kei Nishikori, poco fa vincente senza problemi contro David Ferrer. Il livello si alza. Vediamo se Nole crescerà con lui.
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