Cuore di papà. Andy Murray festeggerà domani a Roma i suoi primi trent’anni, ma, si sa, il numero uno del mondo non è tipo da badare troppo a ricorrenze particolari o ad altre quisquilie del genere. Lo ha confermato, almeno in parte, nella rituale conferenza stampa pre-torneo, tradendo però uno stato d’animo diverso nel momento in cui ha rivolto il pensiero alla figlioletta Sophia, evidentemente capace di generare in lui un immediato cambio di espressione…
Ma andiamo per ordine. A chi, ricordandogli la cifra tonda in arrivo, gli domandava se prevedesse di fare qualcosa di speciale per l’occasione, Andy ha rivolto un sorriso eloquente. La smorfia divertita di chi ha ascoltato discorsi simili miriadi di volte e ormai ha la risposta pronta per ogni evenienza.
«Ne parlavo con il mio team proprio ieri», ha detto il campione in carica del Master 1000 capitolino, atteso a un esordio tutt’altro che semplice contro Fabio Fognini, «e tutti a dirmi cose del tipo “guarda che quando compi trenta o quarant’anni sono compleanni importanti…”. Io non l’ho mai pensato, per qualsiasi compleanno. Lo dicevo ai ragazzi a Madrid, l’ultima volta in cui mi trovavo a casa il giorno del mio compleanno avevo, credo, quattordici anni. Ho sempre viaggiato e non ho mai avuto intorno la famiglia o gli amici in quei giorni. Non significano molto per me, non ci ho mai badato granché».
Quando la riflessione sull’argomento sembrava terminata, ecco però il colpo di coda che ha dato tutto un altro sapore alle sue esternazioni. «Per quanto mi riguarda è così, ma ovviamente per il primo compleanno di mia figlia vale tutto un altro discorso. Lì posso capire perché per i genitori, e non solo, si tratti di un grosso affare!», ha esclamato Murray, cercando di dissimulare la dolcezza con un ghigno autoironico.
Insomma, la piccola Sophia, che ha compiuto un anno a febbraio, è riuscita nell’impresa di intenerire, persino in pubblico, un uomo che si è sempre fatto un vanto della sua apparente scorza da duro delle Highlands. L’ultimo periodo professionale non è stato certo dei migliori per il due volte vincitore di Wimbledon, attualmente solo undicesimo nella Race 2017, ma dal punto di vista privato le gioie non devono essergli mancate. E, al di là di ogni considerazione riguardante il trend negativo sui campi da gioco, la cosa non può che fare piacere.
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