La stagione 2002 è una delle più vincenti per Serena Williams: otto titoli vinti su dieci finali disputate, tre tornei del Grand Slam in bacheca, un bilancio di cinquantasei vittorie e cinque sconfitte e ovviamente primo posto nel ranking WTA. A soli ventanni la statunitense è già tra le più forti giocatrici del circuito, a inizio anno però un infortunio le impedisce di partecipare agli Australian Open ma al suo ritorno in campo è una vera furia.
Prima vince a Scottsdale e Miami, battendo entrambe le volte in finale la numero 1 del mondo Jennifer Capriati, poi ci si sposta sulla terra, la superficie su cui ancora fa più fatica. Sulla terra verde di Charleston cede nei quarti a Patty Schnyder, le cose vanno meglio a Berlino dove centra la sua prima finale sul rosso ma viene battuta al terzo da Justine Henin in una partita molto combattuta. L’appuntamento con la prima gioia sulla terra però è soltanto rimandato di qualche giorno.
Agli Internazionali d’Italia di quell’anno si presenta da numero 4 del seeding, elimina senza problemi l’azzurra Rita Grande, la qualificata Denia Chladkova e la russa Anastasia Myskina; la semifinale è una lotta ad armi pari contro Capriati e la giovane Williams la spunta 7-5 al terzo. In finale è l’ora della rivincita contro Henin: finisce 7-6(6) 6-4 per Serena che sfata il tabù terra rossa e di lì a poco vincerà il suo primo Roland Garros. Per vincere ancora a Roma invece dovrà attendere undici anni.
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