18 febbraio Linz 2009, ultima finale WTA tra teenager. Quella volta Yanina Wickmayer, che avrebbe compiuto 20 anni due giorni più tardi, si fece un bellissimo regalo di compleanno superando 6-3 6-4 Petra Kvitova per il terzo dei sei titoli conquistati finora in carriera. Sono passati otto anni e mezzo, ma finalmente abbiamo una nuova sfida tra teenager con un trofeo in palio: Jelena Ostapenko contro Daria Kasatkina.
Charleston, cittadina statunitense sulla costa della South Carolina, nel centro-sud degli interi Stati Uniti, ha tra le mani un potenziale esplosivo: mostrare agli appassionati di tennis il primo confronto in finale tra due giocatrici nate nel 1997, annata che ha prodotto diversi talenti, alcuni dei quali ancora non completamente espressi, e diventare sia nel caso vincesse Ostapenko sia nel caso lo facesse Kasatkina, il primo terreno di conquista di due carriere già adesso importanti e che chissà in futuro in cosa potranno trasformarsi.
La prima, lettone, nata a Riga l’8 giugno, studiosa ed al tempo stesso ballerina, oltreché prima lettone (in generale) a vincere un titolo Slam. Non un luogo qualsiasi, ma il tempio dello sport in questione: Wimbledon. Era il 2014 e stava disputando il torneo junior. Il capolavoro in quel caso arrivò in semifinale, quando dominò un’altra giocatrice attesissima già quest anno all’ingresso tra le prime 100, di 2 anni più giovane: Marketa Vondrousova, devastante a livello junior e già tra le protagoniste nei tornei ITF in questo inizio di stagione ed ormai a ridosso delle prime 200 con solo la possibilità di guadagnare da adesso a fine stagione perché lo scorso anno trascorse gran parte del tempo fuori per infortunio. La seconda, russa, nata un mese prima, il 7 maggio, vincitrice nel 2014 del Roland Garros superando un altro potenziale talento classe 1997 che sta però faticando molto più del previsto ad venir fuori da oltre le prime 100, Ivana Jorovic.
Modi di vedere il tennis molto diversi tra loro, che si riflettono anche nelle rispettive crescite. Kasatkina potrebbe passare ore a caricare in top-spin il dritto, dove impiega tantissimo polso per salire sopra e mandare l’avversaria a colpire in una posizione scomoda, ma passare alla fase offensiva alle volte sembra piuttosto banale: chiude la rivale in un angolo, proprio col dritto, poi chiude il punto in lungolinea o tornando per l’ennesima volta sul lato del contropiede. Il rovescio è più offensivo, ha più manualità rispetto ad Ostapenko ma molta meno efficacia, anche perché la lettone è più offensiva. Però quest ultima sembra nata con quel colpo: angoli strettissimi e lungolinea dritti negli ultimi centrimetri di campo. Un tipo di tennis più aggressivo ma su cui sta lavorando per farlo rendere al meglio: “Siamo sulla terra, non posso spingere a tutta in ogni circostanza e devo essere più costante nel rendimento, però mi piace”. A differenza di Kasatkina, il suo gioco già adesso si adatta molto bene a tutte le superfici. Rispetto a qualche anno fa ha pure accumulato maggior esperienza. Nel 2015 rifilava un 6-0 a Sara Errani in 18 minuti allo US Open giocando in maniera eccellente. L’italiana, in difficoltà, seppe comunque reagire e contenere i suoi momenti negativi in una giornata vittima di qualche difficoltà fisica. La lettone, sentito il fiato sul collo e l’aumentare della pressione, nel terzo set perse 4 turni di battuta di fila buttando alle ortiche un nuovo risultato di livello dopo l’incredibile ascesa che l’aveva ormai portata dentro le prime 100 dopo l’inizio di stagione ben oltre la top-300. In quello stesso torneo Kasatkina esordiva battendo Gavrilova, già top-50, la connazionale Ana Konjuh e si arrendeva a Kristina Mladenovic al terzo turno.
Ora Ostapenko sta iniziando a gestire meglio quei momenti. A Charleston nel secondo turno stava dominando Maria Sakkari prima di incartarsi nel secondo set e perderlo 6-4, ma nel terzo tornò a colpire vincenti su vincenti ed a chiudere 6-2. Ieri sera contro Lucic Baroni aveva ancora giocato un ottimo primo set, aveva preso 2 volte un break di vantaggio nel secondo prima di perderlo 7-5 dopo aver servito per il match. Ancora, nel set decisivo è tornata a giocare come sa, prendendo un doppio break che, malgrado non aver confermato il secondo ed aver visto la croata rientrare nuovamente fino al 3-4, l’ha aiutata a chiudere l’incontro nel decimo game.
Comunque vada, oggi, sarà l’ennesima dimostrazione che non esiste solo la tanto conclamata #NextGen nel maschile. Anzi, ad essere sinceri queste ragazze sono ormai in top-100 stabili da 2/3 anni, una di loro ha già vinto un titolo di altissimo livello (Bencic, ora in un momento di grande difficoltà ma che nel 2015 si impose a Toronto battendo la numero 5-4-2-1 del mondo).
IL CAMMINO
Entrambe hanno superato 2 teste di serie, Kasatkina ha giocato un match in più al terzo mentre Ostapenko ha avuto un ritiro a favore dopo il primo set. Neanche da dire che l’abbia favorita più di tanto visto che fino a ieri la lettone era in gara anche nel torneo di doppio assieme all’esperta statunitense Raquel Atawo.
I PRECEDENTI
2015, ITF 100.000 Trnava, 1° turno, Ostapenko b. Kasatkina 6-3 6-1
2016, Eastbourne, 1° turno, Ostapenko b. Kasatkina 4-6 6-2 6-3
Sorprendono entrambi. Nel primo caso si giocava sulla superficie più congeniale alla tennista russa, che pure rimediò una sconfitta pesante. Nel secondo era la prima partita di Kasatkina su erba, mentre Ostapenko era nell’habitat forse in grado di farle esprimere il miglior tennis per l’ottimo bilanciamento nei colpi, baricentro basso e colpo profondo e privo di rotazione. Eppure impiegò 3 set per avere la meglio, vittima anche di un vento che quel giorno era tremendo e le fece scappare qualche parola di troppo ad un cambio campo (“Me ne voglio andare, non è possibile giocare così, non me ne frega nulla del torneo”).
POSSIBILE CHIAVE DELL’INCONTRO
Kasatkina, al netto della tensione che potrebbe avvertire per essere all’esordio in una finale, dovrebbe regalare pochi punti alla sua avversaria, che sarà dunque chiamata alla terza partita superlativa di seguito dopo quelle contro Wozniacki e Lucic Baroni. Ostapenko sembra pronta e vuole rompere il tabù dopo le 2 delusioni (per differenti motivi) in Quebec ed a Doha. Dovrà fare molta attenzione sul lato del dritto, perché il movimento del colpo la porterà sì ad incidere ma anche a soffrire le eventuali traiettorie cariche della sua avversaria da quel lato. Di buono c’è, per Ostapenko, che nonostante non abbia ancora molta manualità nel momento in cui lascia una mano dalla racchetta, sta giocando tantissimo in doppio proprio per migliorare il più possibile le sensazioni in singolare quando deve avanzare nel campo e colpire una voleè, quindi avere meno sensibilità sulla palla e meno senso della posizione. Kasatkina cercherà di variare e non subire il martellamento continuo da fondo campo. Proverà a vedere come si comporterà nei pressi della rete la sua avversaria. Farle vedere che non ha paura potrebbe già essere un inizio per rendere il tutto ancor più equilibrato ed incerto.
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