Congratulazioni, come mai questo stadio trae il meglio di te?
È una combinazione di dettagli. C’è molto del supporto del pubblico, ma mi piace anche la superficie.
In Charleston su un’altra superficie in terra veloce hai fatto semifinale. È questa la tua soluzione migliore?
Sì, definitivamente. Mi è sempre piaciuta la terra verde, come questa.
Puoi spiegare come mai?
Mi permette di variare tanto ma allo stesso tempo di mettere tanta pressione nell’avversario e rendere il gioco molto più veloce.
Alcune giocatrici dicono che non andranno a modificare il loro gioco sulla terra. Tu preferisci adattarlo alla diversa situazione?
Sì. Voglio dire: penso che alcune persone giocano nello stesso modo ovunque e contro chiunque. Io non sono così anche perché non ho quel tipo di gioco che me lo possa permettere.
Contro Simona come hai cercato di comportarti?
Ho provato a metterle tanta pressione. Ho voluto dominare il gioco, cosa che poi ho fatto molto bene anche contro Pliskova nei quarti.
Uno dei colpi chiave è stato il lungolinea?
Sì, abbiamo avuto tanti scambi sull’incrociato, dunque era molto importante per me sapere quando cambiare.
Senti pressione a questo punto del torneo?
No. Per me è solo il mio preferito e voglio fare bene, ma ho fatto bene finora rimanendo concentrata.
Aiuta aver già giocato in finale?
Sì, assolutamente. Vuol dire che ho fatto di nuovo molto bene e da molta fiducia.
Che partita prevedi contro Kristina?
Lei può essere aggressiva ed allo stesso tempo variare tanto. Sarà una partita molto complicata.
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