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“Mia mamma fa foto migliori di Kasatkina”

Daria Gavrilova contro Daria Kasatkina, “Dasha” l’australiana (di origine russa) contro “Dasha” la russa che per differenziare da qui in avanti chiameremo “Dashka”. Il torneo WTA Premier di Charleston propone negli ottavi una sfida tra due giocatrici così diverse in campo e così legate fuori da un rapporto di amicizia fortissimo, nato in maniera quasi casuale dopo una loro sfida di un anno e mezzo fa conclusosi in maniera a dir poco turbolenta.

Era il 2015 ed allo US Open Gavrilova doveva esordire al primo turno contro Maria Sharapova. La russa si ritirò all’ultimo momento ed a prendere il suo posto fu la connazionale di 10 anni più giovane, campionessa al Roland Garros junior dell’anno precedente. Kasatkina, nata a Togliatti, tifosissima di Rafael Nadal e del Barcellona, dotata di un tennis molto ragionato, dove all’anticipo ed alla potenza preferisce la manovra e la pazienza, era stata sconfitta nell’ultimo turno di qualificazioni da Elizaveta Kulichkova ma entrò in tabellone da lucky loser approdando fino al terzo turno.

La partita contro Gavrilova, che pochi mesi dopo avrebbe definitivamente abbracciato la bandiera australiana dopo i burrascosi rapporti con la federazione russa a fine 2013 e la voglia di evadere dettata anche da un periodo di allenamento in off season con Nicole Pratt (sua futura allenatrice) e dall’amore per il fidanzato Luke Saville, fu estremamente avvincente. Un confronto di caratteri in campo che tenne gli spettatori presenti sul filo fino agli ultimi, discussi, punti che fecero andare su tutte le furie Dasha. 6-2 Kasatkina il primo set, 6-4 Gavrilova il secondo. Dasha salì 3-1 nel set decisivo, fu rimontata e Dashka andò a servire sul 4-3. Arrivarono in volata: 4-4, 5-5. Il quarto break subito dall’australiana avvicinò ulteriormente la russa al primo successo in carriera in uno Slam. Al servizio sul 6-5, Kasatkina si trovò indietro 15-30. Poi 30-30. Qui Gavrilova scese a rete, Kasatkina giocò un passante di dritto su cui l’avversaria aveva già la racchetta pronta per colpire al volo, ma la tolse. Si fidò dell’istinto, convinta che il colpo uscisse. Non si girò neanche, talmente certa delle proprie idee, ma da parte dell’arbitro non arrivò alcuna chiamata. Andò a cercare il segno, ne vide uno nei pressi della riga (la tv non fece mai chiarezza sull’episodio ed hawkeye non era a disposizione sul campo 11 di Flushing Meadows) ed urlò all’arbitro come fosse stato possibile non averla vista. Passò qualche minuto prima che il gioco riprese, tra le proteste vibranti dell’australiana. Il match point fu buttato al vento da quest ultima, ancora in confusione per quanto avvenuto. La stretta di mano fu fugace, Gavrilova uscì dal campo in fretta e furia a testa bassissima.

Dopo un anno e mezzo Gavrilova e Kasatkina si ritroveranno contro, nel frattempo tra le due è nata un’amicizia incredibilmente forte, che David Kane (membro del team di WTA insiders) ha fatto raccontare dalle stesse protagoniste in una bellissima intervista.

Gavrilova: “Ho scoperto solo 2 ore prima di andare a letto che Sharapova si era ritirata e che avrei giocato contro di lei (Kasatkina, ndr). Mi sono chiesta chi fosse, non ne avevo la minima idea”.
Kasatkina: “Il bello è che io e mio fratello la conoscevamo già da tanti anni”.
Gavrilova: “Loro mi guardavano giocare quando erano piccoli”.
Kasatkina: “Oh sì, eravamo grandissimi tuoi fan”.
Gavrilova: “Al Roland Garros del 2016 decidemmo poi di giocare assieme…”.
Kasatkina: “No già a fine del 2015 cominciammo a parlarne…”.
Gavrilova: “Io avevo intenzione di giocare con Svitolina, ma lei voleva farlo con Vesnina. Così abbiamo cominciato a discuterne”.
Kasatkina: “E così cominciammo a Wimbledon”.
Gavrilova: “Hey, abbiamo passato pure 2 turni”.

“Io: “punteggio?”
Kasatkina: “Boh”
Io: “Proviamo a stare entrambe a fondo e vediamo su chi servono le altre”
Kasatkina: “Ottima idea””

Gavrilova: “Quando persi contro di lei allo US Open, nello spogliatoio le dissi “buona fortuna. Lei però fu quasi spaventata”.
Kasatkina: “Perché tu dopo la partita sei uscita dal campo arrabbiatissima ed hai cominciato ad urlare al tuo coach”.
Gavrilova: “Lei aveva 18 anni, era nuova nel tour…”.
Kasatkina: “Beh perché lei invece… era espertissima”.

In un’altra circostanza descritta, entrambe avevano perso al primo turno in un torneo e si trovarono nello spogliatoio

Gavrilova: “Ci siamo incontrate nello spogliatoio, io avevo finito poco prima di lei”.
Kasatkina: “Sono entrata nello spogliatoio, lei era seduta e stava parlando al telefono. L’ho guardata, lei mi ha guardato”.
Gavrilova: “Ci siamo date l’un l’altra un lunghissimo abbraccio”.
Kasatkina: “sembrava come se il tempo si fosse fermato”.
Gavrilova: “Ci siamo abbracciate per tipo 10 minuti, sedute lì, immobili”.
Kasatkina: “Era tristissimo. Ci siamo chieste l’un l’altra cosa fosse accaduto”.
Gavrilova: “Dovevamo giocare il doppio poco dopo, non ne abbiamo neanche parlato”.
Kasatkina: “No, praticamente ci siamo dimenticate del match”.
Gavrilova: “Ma alla sera abbiamo pensato di uscire fuori a cena per dimenticare un po’ tutto”.

Alle Olimpiadi le due, entrambe esordienti, hanno trascorso molto tempo assieme, soprattutto prima dell’inizio del torneo. Qui un’immagine molto carina delle due, con Kasatkina che scrive: “Ho catturato un pokemon australiano!”.

A fine anno le due sono andate in vacanza assieme, reduci dalla prima finale in doppio disputata a Mosca, torneo in cui batterono lungo il cammino le future campionesse delle WTA Finals Elena Vesnina e Ekaterina Makarova perdendo solo da Lucie Hradecka ed Andrea Hlavackova (medaglie d’argento della specialità a Londra 2012) nell’atto conclusivo. Fu quasi un peccato per entrambe, perché con i vari forfait poteva presentarsi a Zhuhai quantomeno da alternate. Nell’ultimo mese però aveva giocato tanto e raggiunto ottimi risultati, passando da fuori le top-40 ad un passo dalla top-25. Persero quel match (Gavrilova perse anche la finale in singolare, contro Svetlana Kuznetsova, con un netto 6-1 6-2) e dissero: “No, basta”. Non ne valeva la pena, probabilmente, se non da un punto di vista economico, giocare un torneo strutturato obiettivamente male, con gironi da 3 giocatrici dove solo la prima passa alle semifinali (in sostanza chi perde il primo match può essere già certa dell’eliminazione). Andarono alle Maldive ed iniziò una sorta di sit-com raccontata su Twitter da Gavrilova a cui potremmo dare il titolo di: “Pure mia mamma fa foto migliori di Kasatkina :(“.

Il momento più divertente, probabilmente, è quando Dasha ha chiesto a Dashka di farle una foto e lei ha risposto: “No, faccio qualcosa di meglio”. Ed ha preso la sua valigia per scaraventarla poi in mare. Si beccano, si cercano, si divertono da matte assieme.

Oggi, nella prima serata italiana, saranno di nuovo l’una contro l’altra. La terra è forse la superficie migliore per entrambe. Ieri Kasatkina ha rivelato in una breve intervista a Courtney Nguyen (anche lei rappresentante del team WTA insider) della gioia enorme che ha provato quando finalmente ha messo alle spalle il periodo infelice sul veloce ed era tornata a poter scivolare coi piedi sulla terra, a ricevere la palla con più tempo per preparare i colpi ed ad esaltarsi negli scambi prolungati. Anche Gavrilova ha esordito alla grande, con un 6-3 6-1 ad Alison Riske. Tanta varietà per entrambe, tanta diversità in campo: un po’ più attendista Dashka, un po’ più offensiva Dasha, ma non aspettatevi un match su un unico binario tattico e (speriamo) in bilico ed appassionante come nel 2015, con questo finale

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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