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Federer: “Ora devo fermarmi per un po’”

Congratulazioni. La tua ultima vittoria qui risale al 2006, con la stessa striscia AO-Indian Wells-Miami. Cos’ha fatto la differenza oggi?, credo il servizio e il tuo dritto a uscire sul suo dritto
C’è stata meno differenza di quel che è potuto sembrare, è stato un match tirato. Sui punti importanti ho giocato meglio, non so perché, è andata così. Dal punto di vista fisico e mentale è stata una settimana tosta, sono contento di me stesso. Grande atmosfera, ancora un match speciale contro Rafa e ancora di più se ripenso alla prima volta qui e a tutto quello che è successo nei 12-13 anni in mezzo. Ho cercato di giocare senza pressione, osare nei punti importanti. Ora, dopo questi tre mesi, corpo e mente hanno bisogno di riposo, la mia famiglia ha bisogno di me, voglio stare con loro.

Cos’hai imparato dal tuo rientro? Sei stato sotto pressione ma ci sono stati i risultati
Devo solo continuare a giocare e approcciarmi alla competizione come ho fatto in questi mesi. Sono contento del mio gioco offensivo qui e a Indian Wells, non era facile soprattutto dopo gli AO. Ho maturato la fiducia nel mio gioco soprattutto dopo alcuni match difficili, che molti danno quasi per scontato già dal giorno dopo. Un esempio su tutti il match con Berdych, tutti un domani parleranno solo della finale con Rafa.

Hai giocato con Rafa 37 volte, l’ultima è stata ancora così emozionante e speciale come le precedenti?
Ogni volta è diverso, perché noi ci sentiamo diversi ogni giorno. All’inizio era il giovane emergente, poi c’era la posta in palio, che fosse la classifica, uno Slam o un Masters 1000, e la combinazione di trovarmi contro di lui in una finale. Alcune volte stai da dio, come a Indian Wells due settimane fa, altre sapevo che avrei perso perché il mio gioco non era all’altezza: ogni match è diverso. Oggi ero rilassato, perché la stanchezza accumulata non mi ha fatto pensare molto, sono andato in campo e ce l’ho messa tutta.

Torniamo alla tua programmazione. Il prossimo appuntamento sarà il Roland Garros, poi l’erba. Wimbledon è il tuo appuntamento clou?
Prima di tutto devo riposarmi e rilassarmi. Devo comunque allenarmi, perché tra una settimana ho il “Match for Africa 3” a Zurigo. Dopo tornerò in palestra e mi allenerò, non sono riuscito a lavorare molto negli ultimi tempi. Giocherò principalmente sul veloce, ma mi allenerò su terra un paio di settimane prima dei French Open: spero di giocarli, vedrò come va durante il mio periodo di riposo e allenamento. Wimbledon è l’appuntamento principale a breve termine, ma anche il Roland Garros e la stagione sul veloce in America. Sapete, dipende tutto da come mi sentirò. L’erba è importante, giocherò anche a Stoccarda e Halle. Sono già proiettato alle Finals, senza dimenticare la stagione indoor. La seconda metà dell’anno è importante, ecco perché adesso voglio fermarmi un po’.

Tu e Nadal siete dei modelli e fonte di ispirazione per molti. Credi che alla fine della tua carriera scriverai un libro o altro, per lasciare qualcosa in più a chi ti segue, dentro e fuori dal campo?
Non so se sarà utile, ho sempre avuto molti dubbi a riguardo. Ho sempre avuto molto riserbo sulla mia vita privata, preferisco condividerla con chi la vivo. Mai dire mai, vedo forse più un documentario, ma significherebbe comunque un’invasione della mia mia privacy familiare, e ora non sono pronto a farlo. , Sono stanco di avere così tante persone intorno alla mia vita, ma anche contento di essere un esempio. Ecco perché pondero parole e azioni, per far appassionare la gente al tennis e lo sport in generale.

Giocare un tennis così brillante sia in attacco che in difesa non ti fa rimpiangere di non partecipare a più tornei sulla terra?
Potrei ancora cambiare la mia agenda, ma non ho più 24 anni, la mia salute ha la precedenza. Forse ciò è dovuto a come ho sentito il mio ginocchio sulla terra lo scorso anno, ma il mio staff medico mi ha consigliato così e al momento credo sia la decisione giusta. Fermandomi, tornerò con più energia e voglia di giocare, voglio sentirmi così.

Abbiamo parlato a lungo della tua fase di rientro. Ora è finita?
Sì, direi di sì (risata). Ho viaggiato molto, dall’Australia al Medio Oriente, West Coast e East Coast, controllando le reazioni del mio ginocchio. Mi sono preso cura del mio fisico,facendo stretching, massaggi, dormendo. Sono felice che tutto sia filato liscio.

Solo due tennisti han vinto più di te in singolare. Sei a tre tornei da Ivan Lendl (94), e 18 tornei dal pareggio con Connors. Ci pensi in questa fase della tua carriera?
Sì, non sarebbe male arrivare a 100, è un bel numero. Ma non è che scelgo di fare tornei facili per arrivarci, ora mi fermo per dieci settimane. La salute viene prima di tutto, quest’anno ho avuto un inizio di stagione incredibile rispetto all’anno scorso. Per raggiungere quota 100 dovrò giocare ancora a lungo ad altissimi livelli, è difficile ma vedremo.

Carlo Rosati

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Carlo Rosati

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