Il sito TSN Canada ha pubblicato il 31 marzo un articolo con gli ultimi sviluppi della vicenda legata alla causa di Eugenie Bouchard, la tennista canadese al momento numero 56 al mondo ma con un passato (2014) da top-5, e la federazione tennistica statunitense, la USTA.
Lo scorso agosto il legale della tennista, Benedict Morelli, aveva dichiarato: “Al tennis servono tutti i migliori atleti, e tutti quelli dotati di un bellissimo aspetto, come nel caso della signorina Bouchard”. Stando alle ultime dichiarazioni, la linea non è cambiata: “Genie è molto attiva sui social network ed è una bellissima ragazza. Purtroppo però il suo rendimento recente è stato influenzato dalla mancanza di fiducia, dai problemi fisici ed emotivi e qualcuno dovrà pagare per questo”.
La sera del 5 settembre del 2015 Bouchard è caduta in una stanza dello spogliatoio femminile di Flushing Meadows, impianto dove si svolge lo US Open, a seguito di un match di doppio misto. Sbatté la testa, si procurò una commozione cerebrale e dovette rinunciare al match di ottavi di finale del tabellone di singolare contro Roberta Vinci oltre che a concludere in anticipo la sua stagione. La canadese sostiene che il pavimento fosse scivoloso e non adeguatamente segnalato, oltreché la stanza fosse abbastanza buia da non vedere dove metteva i piedi, mentre la USTA ritiene fosse tutto a norma e che la colpa fosse soltanto della ex top-10.
Mercoledì scorso c’è stato un nuovo incontro tra l’avvocato ed i rappresentanti della USTA ma l’esito ancora una volta non sarebbe stato positivo ed ora il processo sembra davvero destinato a prendere il via, magari già a settembre. “Sappiamo tutti – continua Morelli – che nel 2014 e durante lo US Open 2015 Bouchard stava mostrando una forza mentale che non aveva eguali negli altri atleti”.
Cominciano a girare le prime stime sul risarcimento, fatto a cui non fa accenno Morelli nelle sue dichiarazioni. Quella che veniva annunciata come una richiesta di “milioni e milioni di dollari”, dovrebbe essere di 50/100 milioni: “Lei è diventata un personaggio sui social media, ma la verità è che non ha mai recuperato dalla commozione cerebrale. Non c’è nulla che possiamo fare se non chiedere un risarcimento economico, non possiamo tornare indietro nel tempo e riavere quello stato di forma. Ancora oggi faccio fatica a dire a Genie che per la USTA lei è sempre la responsabile dell’incidente, lo trovo ridicolo”.
Ricordiamo che Bouchard in quel torneo vinse 3 partite, lo stesso numero di vittorie che aveva ottenuto da febbraio in poi, per un record di 3-15.
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