[15] A. Ramos-Vinolas b. [11] L. Pouille 6-3 5-7 6-1
Era l’occasione della vita, più per lui che per il suo avversario, e Ramos-Vinolas non se l’è lasciata soffiare: è il ventinovenne di Barcellona il primo finalista del Masters 1000 di Monte Carlo, grazie al successo per 6-3 5-7 6-1 su Lucas Pouille in due ore e sedici minuti. Vince ancora una volta contro pronostico e in tre set, esattamente come aveva fatto anche nei turni precedenti contro Andy Murray e Marin Cilic. Quello contro il numero 1 del mondo poteva sembrare un exploit isolato invece Ramos si è confermato battendo il croato e non si è lasciato intimidire alla vista del traguardo più importante della carriera, al pari del quarto di finale raggiunto al Roland Garros un anno fa.
Di sicuro sarà la finale più prestigiosa che abbia mai giocato visto che fino ad ora non era mai andato oltre quelle negli ATP 250: Casablanca, Chengdu, San Paolo e soprattutto Bastad, dove ha vinto il suo unico titolo. Monte Carlo è tutta un’altra cosa e avrà l’onore di essere il dodicesimo spagnolo a giocare una finale nel Principato dopo Andres Gimeno, Manolo Santana, Manuel Orantes, Sergi Bruguera, Albert Costa, Alex Corretja, Carlos Moya, Juan Carlos Ferrero, Rafael Nadal, Fernando Verdasco e David Ferrer. Insieme ai tantissimi punti – sono seicento – per la finale arriva anche il sospirato ingresso nella top 20: da lunedì sarà numero 19 del mondo, il numero tre di Spagna alle spalle di Nadal e Bautista Agut, risultati che fino a un paio di anni fa sembravano impensabili.
Chi esce male dal torneo è Lucas Pouille, la semifinale di per sé è un buonissimo risultato e a meno di vittoria finale di Ramos avrà anche un nuovo best ranking da numero 14 del mondo, ma era favorito alla vigilia della partita di oggi e invece ha deluso le aspettative giocando molto male e fallendo quella che poteva essere una prova di maturità importante. Invece ha sentito tutto il peso dell’evento, di una possibile finale prestigiosa vicino a casa e si è sciolto in quarantaquattro errori non forzati che dicono molto se non tutto della sua partita. Una partita non bella soprattutto nelle fasi iniziali con entrambi i giocatori che hanno faticato a entrare nello scambio, poi dopo un break e contro break nei primi due giochi Ramos ha recitato il suo copione, quello che sa a memoria: tanta quantità, dritto mancino lavorato pronto a spingere quando necessario e super lavoro di gambe.
Tutto giusto, toccava a Pouille fare quel qualcosa in più, dimostrare di avere maggiore qualità e più armi a disposizione. Invece niente ha funzionato nel gioco del francese, ha perso due volte il servizio nel primo set e non ha mai acceso l’entusiasmo del pubblico, molto freddo e distaccato. Ha cercato di scuotersi nel secondo set e in parte è riuscito nel suo intento, ha sfiorato il break nel terzo e nel nono gioco, poi sotto 5-4 30-30 ha visto da vicino lo spettro della sconfitta e ha giocato due grandi punti, risvegliando per un attimo il tifo del centrale. Ramos, più in difficoltà in questa fase della partita, ha concesso ancora qualcosa e nell’undicesimo gioco avanti 30-0 ha subito la rimonta e ha dovuto fronteggiare tre palle break: si è affidato al dritto per annullare le prime due, colpo che gli è scappato lungo nella terza occasione, dando a Pouille l’opportunità poi ben sfruttata di portare la partita al terzo.
Come sempre imperturbabile, Ramos non si è scomposto, è tornato al suo piano tattico a inizio terzo set mentre Pouille ha ricominciato a sbagliare e sulla prima palla break del set, già nel secondo gioco, un doppio fallo grossolano lo ha condannato a inseguire sin da subito. Non ne ha avuto la forza, sotto 3-0 ha chiesto l’intervento del fisioterapista per trattare la parte bassa della schiena, Ramos invece sembrava non risentire per niente delle due partite molto dure vinte nelle giornate precedenti e col morale a mille ha affondando il colpo del KO nel sesto gioco con il secondo break del set, che lo ha mandato avanti 5-1. Un paio di minuti dopo, al primo match point, ha festeggiato il successo con la sobrietà che lo contraddistingue: un ragazzo molto tranquillo, mai appariscente, prototipo dell’anti-personaggio che per una volta si prende tutti i riflettori. Con pieno merito.
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