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14 apr 1992: Borg ci riprova

Riassunto delle puntate precedenti. Dopo anni di dominio più o meno incontrastato, Borg finisce il 1981 con più ombre che luci. La stagione, che sarebbe stata quasi trionfale per un qualsiasi altro giocatore, lo lascia con l’amara sensazione del sorpasso. Infatti, dopo aver vinto per la sesta volta al Roland Garros (contro Lendl 6-1 al quinto), deve incassare due pesanti sconfitte da McEnroe nelle finali di Wimbledon e Us Open. La seconda, più netta della prima, sancisce la definitiva superiorità di Supermac.

Borg non ha ancora 26 anni, ma mentalmente se ne sente molti di più. Decide di prendersi allora una pausa, per poter tornare ancora più forte nel 1982. Ma un cavillo regolamentare gli mette il bastone tra le ruote. Nel 1981 aveva giocato soltanto 9 tornei del Grand Prix anziché dei 12 previsti, quindi avrebbe dovuto giocare le qualificazioni in tutti i tornei in cui era iscritto. Accadde ad esempio a Monte Carlo, dove le superò agevolmente prima di cedere di schianto (6-1, 6-2) di fronte ad un ispirato Yannick Noah. Dopo un’altra delusione a Las Vegas (dove non superò nemmeno le qualificazioni) decise di prendersi un altro lungo periodo lontano dal tennis. Rientrò ancora una volta a Monte Carlo nel 1983 e, dopo una promettente vittoria contro Clerc, venne battuto 7-6 al terzo da Henry Leconte. Ci riprovò l’anno dopo a Stoccarda, ma questa volta Leconte fu ancora più severo: 6-3, 6-1!

L’ennesima delusione fece così calare il silenzio sul dominatore degli anni ’70. Silenzio che si interruppe nel 1991 quando Borg, ormai trentaquattrenne, annunciò il suo ritorno. Il tentativo andò in scena nella solita Monte Carlo e non fu affatto lusinghiero. L’ex Orso si presentò con la folta chioma e la sua solita racchetta di legno, ma bastò un Jordi Arrese qualsiasi – giocatore che in altri tempi avrebbe battuto con la pipa in bocca – per infliggergli un severo 6-2, 6-3.

La delusione fu enorme. Decise allora di prendersi una nuova pausa e allenarsi (finalmente) con una racchetta più moderna. Arriviamo così al 14 aprile 1992, data del nuovo ritorno. Borg si presenta al torneo di Nizza e al primo turno deve vedersela col francese Olivier Delaitre, all’epoca numero 43 del mondo. Ancora una volta un avversario modesto, che sarebbe l’ideale per il vero Borg. Ma quella macchina da tennis, capace di sgretolare la resistenza di qualsiasi avversario, semplicemente non esisteva più. Dopo un primo set equilibrato (5-7), lo svedese cede di schianto nel secondo (2-6) e anche questo ritorno si risolve in una cocente delusione.
Non sarà l’ultima, purtroppo. In quel triste 1992 Borg giocò altri 7 tornei rimediando 7 sconfitte, senza riuscire ad aggiudicarsi neanche un set. Un po’ meglio andò nel 1993, quando arrivarono altre tre sconfitte, ma tutte al set decisivo. Contro Volkov, a Mosca, ebbe addirittura un matchpoint, ma dovette cedere al tiebreak del terzo: 4-6, 6-3, 7-6 (7). Fu il suo ultimo match. Il suo ultimo, triste, spettacolo.

Enzo Cherici

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Enzo Cherici
Tags: Bjorn Borg

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