La carriera di Thomas Muster, nel 1989, era ad un crocevia. A Miami aveva vinto un match bellissimo, in semifinale contro Yannick Noah, e così l’austriaco, considerato un tennista da terra battuta (e in effetti cinque tornei su cinque li aveva vinti su quella superficie) si era candidato a diventare uno dei protagonisti del circuito. La semifinale con Noah fu una delle partite simbolo di Muster, che rimontò due set di svantaggio e fece finire la benzina al suo avversario: finì 5-7 3-6 6-3 6-1 6-2 e per Muster quella al Lipton International Players Championships era la prima finale di un torneo così importante, per giunta sul cemento. “Sentivo che la forma fisica sarebbe stata importante, contro Noah”, disse Muster alla fine di un match durato tre ore e dieci minuti.
In finale a Miami Muster avrebbe dovuto giocare contro Ivan Lendl, ma quella finale non si giocò mai. Rientrando in hotel dopo il match, la macchina di Muster fu colpita da una Lincoln Continental guidata da un 37enne, Robert Norman Sobie, ubriaco e senza patente. Muster fu sbalzato per sei metri, ma soprattutto subì un gravissimo infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Risultato: Muster dovette subire un’operazione chirurgica molto delicata e a lungo non si seppe se sarebbe tornato davvero a giocare a tennis.
Poco dopo l’operazione, però, Muster fece vedere che cosa significa “avere tigna”: le foto mentre si allenava su una specie di panca che gli permetteva di colpire con una gamba ingessata fecero il giro del mondo e pian piano tutti si convinsero che l’austriaco sarebbe tornato a giocare. Il rientro avvenne a settembre, a Vienna, e nel 1990, nemmeno dodici mesi quell’impatto terribile, Muster aveva già ripreso a vincere: quell’anno vinse il torneo di Adelaide (il primo della carriera sul duro), oltre a Casablanca, Roma, un paio di Challenge; inoltre raggiunse la finale a Montecarlo e la semifinale al Roland Garros. A maggio era entrato in top 10 e a fine anno si qualificò al Masters. Per vedere il migliore Muster occorrerà aspettare ancora un altro po’, per la precisione il 1995, e per mettere a posto i conti con Miami occorrerà aspettare altri due anni: ma questa è un’altra storia.
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