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Statistiche della settimana: 5-25-90 sulla ruota di Federer, l’Italia torna a battere un top 10

Federer sigla la sua quinta vittoria nel torneo californiano in sette finali e scavalca così Djokovic nell’albo d’oro del torneo in quanto il serbo ha vinto cinque volte su sei finali.

Salgono a 25 i Masters 1000 vinti in carriera dallo svizzero in 43 finali disputate.

E salgono a 90 i tornei vinti in carriera da Federer che vede più vicino il suo rivale Lendl che si fermò a 94.

Dandosi il cambio in perfetta sintonia, i Fab Four continuano a dominare la scena senza interferenze. Nel 2016 l’avevano fatta da padroni Djokovic e Murray con l’apporto di Nadal a Montecarlo e quest’anno, nei primi 2 appuntamenti chiave dell’anno, è subentrato Federer che mancava all’appello da Cincinnati 2015.
Dal 2005 su 173 tornei tra Slam, Masters 1000, Olimpiadi e ATP Finals, i Fab Four si sono imposti 149 volte pari all’86% del totale.
L’unico vero guastafeste in tutti questi anni è stato e rimane Stan Wawrinka che, se ieri avesse vinto, avrebbe messo un quinto sigillo di pregio nel suo palmares dopo 3 Slam (Australian Open 2014, Roland Garros 2015, Us Open 2016) e il Masters 1000 di Montecarlo 2014.
Con la vittoria di ieri Federer diventa il vincitore più anziano nella storia dei tornei Masters 1000 scavalcando Agassi che vinse il suo ultimo Masters 1000 a Cincinnati nel 2004 a 34 anni e 3 mesi.
Next Generation: Nel main draw erano 9 i tennisti nati dopo il 1995 e da loro probabilmente si ci aspettava qualcosa di più: in realtà hanno in totale vinto solo quattro match. L’unico risultato degno di nota è dell’americano Fritz, n.136 del ranking che dopo aver superato il francese Paire all’esordio, ha ottenuto la sua prima vittoria in carriera contro un Top 10 battendo Cilic (n.7) prima di scivolare sul tunisino Jaziri. Fuori categoria, va tuttavia segnalata la settimana del giapponese Nishioka (classe ’95) che, ripescato dalle qualificazioni come lucky loser, ha inanellato tre vittorie contro Ymer, Karlovic e soprattutto Berdych prima di dare filo da torcere a Wawrinka costretto al tie break del set decisivo. Per il giapponese il nuovo best ranking al numero 58.

Altri numeri

3– le finali tra connazionali dal 1990, da quando fu istituita la categoria dei Masters 1000.

23– gli head to head tra Federer e Wawrinka. Il bilancio è di 20-3 a favore di Federer (15-0 sul cemento)
36– le sfide tra Federer e Nadal con un bilancio favorevole allo spagnolo (23-13). Le ultime 3 sfide sono state appannaggio dello svizzero (Finale Basilea 2015, finale Australian Open 2017 e quarto turno Indian Wells 2017).
300– I match vinti da Djokovic nei tornei Masters 1000. Meglio di lui Federer giunto a 335 e Nadal a 319.
3090 punti- il vantaggio in classifica di Murray su Djokovic. Benché eliminato all’esordio per mano del canadese Pospisil, lo scozzese ha beneficiato dell’eliminazione precoce di Djokovic che era il campione uscente e di conseguenza ha perso 910 punti in classifica. Il divario automaticamente si allargherà a 4000 punti al termine del torneo di Miami poiché entrambi saranno assenti per infortunio e di conseguenza perderanno per intero i punti conquistati lo scorso anno (1000 per Djokovic e 90 per Murray).

Torneo degli italiani

Se volessimo vedere il bicchiere mezzo pieno possiamo dire che l’edizione 2017 per gli italiani nel complesso ha visto un inversione di tendenza in termini di presenze e di match vinti. Sette presenze (quattro donne e tre uomini ) grazie alla vittoria nelle qualificazioni di Gaio e della Schiavone) e cinque match.

L’altra buona notizia in assoluto è che dopo due anni un azzurro in campo maschile torna a battere un top 10 interrompendo una striscia negativa di ventinove sconfitte. Fabio Fognini, ritrovando una delle sue giornate magiche in cui gli riesce tutto, ha battuto al secondo turno Tsonga, n.8 del ranking, lottando duramente e riuscendo ad avere la meglio al terzo set dopo due ore e mezza di gioco.
L’ultima vittoria di un italiano contro un Top 10 risaliva al torneo di San Pietroburgo del 2015, quando Simone Bolelli superò al secondo turno Tomas Berdych (n.5) prima di arrendersi al portoghese Joao Sousa. Due settimane prima, nel terzo turno degli Us Open, Fabio Fognini aveva ottenuto una delle sue vittorie più prestigiose superando Nadal dopo aver rimontato 2 set di svantaggio.
Nel contempo è arrivata l’ ennesima conferma del declino del settore femminile in cui la sola Vinci riesce ad esprimere sprazzi di classe come avvenuto nel secondo set vinto contro la Kuznetsova mentre la Giorgi continua ad esser in totale confusione e in balia dei proprio fantasmi tanto da ritirarsi dal torneo di Miami.

 

Giancarlo Di Leva

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