Tra te e Federer c’è una differenza di 5 anni d’età eppure state vivendo una situazione simile: sei sorpreso da ciò?
No, cioè non lo so. Penso che abbiamo avuto entrambi un buon inizio di stagione, anche se ovviamente a lui sta andando ancora meglio. In ogni caso sono molto contento di come mi stiano andando le cose, specialmente se penso alla seconda parte dello scorso anno in cui sono stato infortunato. Credo sia una cosa positiva che entrambi siamo ancora competitivi in quasi ogni settimana che giochiamo.
Dato che hai 30 anni e avendo avuto tanti infortuni nel corso della tua carriera hai cambiato qualcosa nei tuoi allenamenti?
Mi alleno molto a dicembre. Se ho qualche infortunio è logico che mi devo allenare di meno. Ho iniziato bene il 2017 perché ho avuto la possibilità di allenarmi quanto ho potuto. Il mio obiettivo è quello di decidere ciò che è meglio per me. Per molti anni durante la mia carriera non ho avuto questa opportunità: mi allenavo quando solo il corpo lo richiedeva, non quando davvero sentivo di averne bisogno.
Il tuo prossimo avversario è Jack Sock. L’ultima volta che vi siete affrontati è stata a Pechino. Parlaci un po’ di come pensi sarà questa sfida.
Beh, lui è un tennista davvero aggressivo: grande servizio, ottimo diritto e un buon rovescio. Dunque ho bisogno di essere aggressivo a mia volta. Penso che sia la via migliore per affrontare questo match.
Si è parlato molto del fatto che in alcuni tornei sudamericani come Rio e Buenos Aires vogliano cambiare superficie e passare dalla terra rossa al cemento per avere una entry list migliore. Tu pensi che possa succedere e come la vedi su questo faccenda?
Se per esempio Shanghai o Pechino passano alla terra avremo ancora più competitivi tornei sul cemento e ancora di più i più forti tennisti. È chiaro che se si fanno disputare meno tornei sulla terra poi meno giocatori forti partecipano alle competizioni sul rosso. Più fai tornei sul cemento meno avrai specialisti del rosso e gli eventi che avete citato prima finiranno per non avere più un top player. Questo prima non sarebbe stato possibile perché c’erano un sacco di grandi specialisti della terra battuta come Moya, Gaudio, Coria e altri. La situazione è cambiata perché l’Atp ha voluto negli anni far disputare sempre più tornei sul cemento. Se è questo quello che vogliamo per il nostro sport, allora va bene. Non sto parlando così per via del fatto che io sono un tennista migliore sul rosso ma sto parlando del bene del nostro sport. È la stessa cosa del Masters di fine anno; lo si gioca sempre sul cemento e non capisco il perché, non penso che sia corretto. E allo stesso modo penso che non sia giusto che ci siano meno tornei sul rosso. Anche perché c’è la questione fisica: se si gioca la grande maggioranza dei tornei importanti sul cemento è peggio per il corpo.
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