[12] C. Wozniacki b. L. Safarova 6-4 6-3 (Diego Barbiani)
È felice, Caroline Wozniacki, quando al termine dell’incontro le viene chiesto di raccontare del suo momento, del suo 2017: “Sta andando tutto molto bene, il gioco è su un livello molto alto, ora poi che sono in semifinale qui a Miami sono veramente contenta di quello che sto facendo”.
È stato un gran match, giocato quasi interamente alla pari e che come accaduto nel primo incontro non ha reso giustizia nel punteggio finale. Quasi due ore di partita, un primo set lungo un’ora e che ha visto i primi 5 game durare 40 minuti, ad un media perfetta di 8 a turno di servizio. L’avvio di Safarova, soprattutto, è stato eccezionale: se già nel match contro Cibulkova avevamo evidenziato l’enorme efficacia della sua risposta nelle fasi cruciali, contro la danese ha subito trovato i tempi giusti giocando almeno una decina di risposte che le portavano il punto immediato o in quello successivo. Un tennis aggressivo ed iperefficace, che ha costretto l’avversaria a dare tutto fin dai primi scambi per non rischiare di finire sotto di due break.
Sullo 0-2 infatti sono state 5 le chance avute dalla ex numero 5 del mondo, che qui in Florida ha disputato il primo torneo di livello da quando nella primavera-estate del 2015 raggiungeva la finale al Roland Garros e la finale a New Haven prima di essere colpita da un’infezione batterica che, di fatto, le ha tolto un anno intero facendola sprofondare oltre le pirme 60 del mondo. Wozniacki non ha mai sbagliato, in quei frangenti, ed una volta entrata in corsa ha saputo subito alzare il livello rendendo l’incontro più che mai avvincente.
Sono servite 4 palle break alla danese prima di trovare la parità, aiutata anche da questo scambio fantastico in cui ha ripreso campo dopo le prime accelerazioni della ceca fino ad avere la chance per colpire di dritto
Safarova, anche qui, aveva sprecato una occasione per chiudere il game, con un errore di rovescio al termine di uno scambio che verrà preso come linea guida da Wozniacki per le fasi successive del parziale: usare tanto top-spin di dritto sul lato destro della sua avversaria, impedendole di colpire pulita col rovescio e farla accorciare. In quel caso la palla non aveva varcato la rete, fermandosi sotto al nastro.
Passata questa prima fase di match molto accesa, Wozniacki è cresciuta esponenzialmente al servizio ed i suoi game erano diventati piuttosto rapidi e si concedeva anche numeri come questo.
Per Safarova invece i problemi continuavano: c’era molta più difficoltà nel chiudere i punti, le palle tornavano molto più di prima e gli errori aumentavano sempre più. È stata brava a rimontare in 2 occasioni dal 15-40, prima sul 2-3 e poi sul 3-4. Però le difficoltà erano sempre maggiori e sul 4-5 è arrivata la resa: un doppio fallo iniziale più altri 2 errori di dritto l’hanno portata ancora sotto 15-40 e stavolta, alla prima chance, la danese ha colpito con un nuovo punto “dei suoi”.
Dopo un’ora a questi livelli entrambe le giocatrici hanno tirato un po’ il fiato all’inizio della seconda frazione: game più rapidi, zero problemi per entrambe. La prima a rischiare qualcosa è stata Safarova quando, sul 3-2 Wozniacki, si è fatta rimontare da 40-0 a causa di qualche pasticcio di troppo, rimediando subito e riagguantando la parità. È stata poi la volta della danese ad andare in affanno, costretta 3 volte ai vantaggi, primo caso dal suo secondo turno di battuta dell’intero match.
Se nei primi game la risposta di Safarova era un colpo spesso a cercare la chiusura immediata del punto, nel settimo game del secondo set è stata più un colpo che cercava profondità e con molta rotazione, sistematicamente sul rovescio dell’avversaria, di modo poi da avere la palla comoda sul dritto e provare a chiudere. All’ennesima accelerazione sul lato destro di Caroline, però, ecco che quest ultima ha trovato il cambio in lungolinea che ha chiuso un nuovo, importantissimo game e l’ha tenuta avanti nel punteggio. La ceca è tornata sotto pressione vedendosi poi rimontare da 40-15 a 40-40 con 2 risposte di dritto molto profonde di Wozniacki che sempre con questo fondamentale colpiva ancora la riga e si procurava la prima chance di break del parziale. La tendenza, in questa fase del match, era ancor di più a favore della giocatrice di Odense perché oltre alla grande solidità aveva anche il vantaggio di servire per prima e di occasioni per Safarova, per quanto sul 3-3 avesse concesso qualcosa, non se ne erano più viste dal secondo game di battuta dell’intero incontro. Sarà necessaria la terza palla break ed un nuovo errore di dritto della ceca per portare Wozniacki a servire per il match. Sul 5-3 un nuovo game piuttosto equilibrato poteva regalare una chance a Safarova, che però dal 30-30 ha concluso il suo match con 2 errori piuttosto simili: 2 colpi da fondo terminati lunghi di poco.
Un anno fa la danese era l’ombra di se stessa, una giocatrice in totale mancanza di fiducia e risultati, che aveva intrapreso la lunga discesa che l’ha portata a sfiorare la clamorosa uscita dalle prime 100 del mondo all’inizio dello scorso US Open. Ora invece può vantare in stagione 6 quarti di finale su 7 appuntamenti (all’Australian Open fu fermata da una Johanna Konta molto in forma al terzo turno) e soprattutto quella ottenuta contro un’ottima Lucie Safarova è la prima semifinale in un torneo Premier Mandatory da Indian Wells 2013, torneo in cui poi perse in finale da Maria Sharapova. Ora Karolina Pliskova, contro cui in stagione ha già giocato una finale (persa) nel deserto del Qatar.
[2] K. Pliskova b. [26] M. Lucic Baroni 6-3 6-4 (Diego Barbiani)
Karolina Pliskova festeggia e vendica, almeno in parte, la sconfitta che Mirjana Lucic Baroni le ha inflitto non più di due mesi fa a Melbourne, nei quarti di finale del primo Slam del 2017. Stavolta le due si sono ritrovate sempre nei quarti di finale, ma l’approdo al turno successivo sarebbe valso la prima semifinale nel torneo di Miami, secondo Premier Mandatory della stagione dopo Indian Wells.
La numero 3 del mondo ottiene la seconda semifinale consecutiva dopo quella della California, a testimonianza ulteriore di un rendimento veramente alto in questa fase iniziale della stagione. Per arrivarci ha dovuto battere un’altra giocatrice molto “in palla”, protagonista di alcuni tabù personali infranti che duravano da quasi 20 anni.
I due set, per quanto non diano l’impressione di un match sudato, raccontano in realtà due storie tra loro molto differenti. Nel primo la ceca ha preso subito il largo, aggredendo una spenta Lucic Baroni soprattutto con la seconda di servizio, situazione che l’ha vista vincere punti appena 1 volta su 12. Sotto 1-4, la croata ha recuperato appena uno dei due break di ritardo, finendo per perderne a sua volta un terzo nel momento in cui serviva per rimanere nel parziale. il secondo è stato molto più avvincente perché la stessa Lucic Baroni, nonostante nei primi game abbia portato il numero dei doppi falli commessi a 9, ha cominciato a prendere coraggio e campo, diventando molto più pericolosa nel momento in cui le sue fucilate trovavano il campo.
Tenuto un delicatissimo turno di battuta per il 2-2, la croata ha aggredito il servizio avversario fino a prendere il break di vantaggio, poi confermato pressando Karolina e senza darle mai troppo angolo, costringendola ad indietreggiare ed a colpire una palla non facile. Pliskova, per rimontare e completare la serie di 4 game consecutivi che le ha garantito il successo, ha dovuto anche ringraziare la buona sorte che le è sempre stata vicina nei momenti delicati. Con la croata al servizio sul 4-3, due risposte di rovescio sono state smorzate in maniera cruciale dal nastro. Sul 4-4 non aveva neppure fatto in tempo a prendere la pallina per servire il primo punto che subito si era trovata sotto 0-30: pallata al centro e chiusura col colpo successivo. Il tennis di Lucic Baroni in quel momento era di molto superiore, ma prima il grave errore sul 15-30 (uno schema uguale ai primi 2 punti, ma ha sbagliato l’angolo del colpo di chiusura scegliendo quello dove la ceca si stava muovendo e cercando dunque di angolare finendo per trovare il corridoio) e poi l’autentico gioiello che la ceca ha trovato per salvare la palla break
Tenuto quel turno di servizio, Karolina si è poi subito fatta aggressiva in risposta, vincendo il primo ed il terzo punto, quest ultimo grazie all’utilissimo aiuto dell’occhio di falco che ha confermato fuori, per questione di millimetri, un colpo a chiudere della sua avversaria.
Come sempre, a Natale si è tutti più buoni. Per cui, senza troppo indulgiare oltre,…
di Salvatore Sodano C'era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e…
Iga Swiatek è stata protagonista di intervista con Anita Werner a 'Fakty po Faktach" (Il…
La FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e l’ITF (International Tennis Federation) sono liete di…
Sei mesi da numero uno. Jannik Sinner inizia oggi la ventiseiesima settimana consecutiva in vetta…
Simona Halep non è stata fin qui la sola giocatrice a esprimersi sul caso di…