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Miami, donne: bene Kerber ed Halep, avanti una nervosissima Muguruza

[1] A. Kerber b. Y. Duan 7-6(3) 6-2 (Diego Barbiani)

Una sorridente, sollevata ed esausta Angelique Kerber è al terzo turno del WTA Premier Mandatory di Miami, ma che giornata infinita quella della tedesca. La folle scelta degli organizzatori di cancellare il suo match, inizialmente in programma sul campo centrale dopo quello di Rafael Nadal, per permettere alla sessione serale di non cominciare in ritardo, l’ha portata a scendere sul terreno di gioco sei ore e mezza più tardi, quando in Florida erano le 11:30 di sera.

Una numero 1 del mondo che riceve un trattamento del genere è qualcosa di incredibile, ma Kerber è riuscita anche nell’intervista finale a bordo campo a non fare una sola parola a riguardo: “Le condizioni sono state difficilissime, ringrazio tutti per essere rimasti qui a sostenermi fino all’una del mattino, alla fine è importante per me aver ottenuto la vittoria”. Il (poco) pubblico che affollava le gradinate del grandstand per un match inizialmente non in programma lì e cominciato davvero tardi, è sempre stato dalla parte della tedesca nonostante Duan Ying Ying fosse la normale “underdog” del match. Probabilmente, più che una questione di leadership, c’era una situazione di vicinanza emotiva verso una giocatrice che sta faticando tantissimo nell’esprimersi sui livelli del 2016. Il contrappasso “from zero to hero” si è ripetuto nel percorso inverso, almeno in questi primi mesi della nuova stagione e la numero 1 del mondo sta provando tutte le difficoltà di dover resettare la mente dopo il raggiungimento di un obiettivo sognato tutta la carriera e che mentalmente l’ha svuotata nel finire della scorsa annata, soprattutto perché farlo a quasi 29 anni aveva proprio il sapore di fine del percorso.

Kerber, stasera, ha portato a casa un successo a due volti: la tanta fatica fatta per il primo set, e qualche game nel secondo, ha lasciato poi il passo ad un livello discreto negli ultimi quattro/cinque game, quando è riuscita ad innalzare i giri del proprio motore. Le difficoltà, prima, erano tutte nel trovare maggiore profondità coi colpi e muovere lateralmente Duan, che ha il suo punto forte nel colpo da ferma mentre cresce la percentuale d’errore se spostata. Chi meglio di Kerber e della sua traiettoria mancina di dritto? Il problema è che quel genere di colpo è stato trovato pochissime volte dalla tedesca, che ha quasi rischiato di perdere il primo parziale dopo che l’avversaria era andata al servizio sul 5-3. Non è mai arrivata a set point, Duan, che ha perso il servizio e sul 5-5 ha salvato un game in cui era nuovamente sotto 0-40. Nel tie-break, sono stati due i momenti fatali: il primo dal 2-1 Kerber, con la cinese che ha commesso due errori costati altrettanti minibreak, il secondo sul 4-2 Kerber quando Duan, in completo comando dello scambio, aveva praticamente chiuso il punto con un dritto lungolinea. Kerber è arrivata rigiocando con la punta della racchetta un lob comunque corto e senza velleità, su cui la cinese ha colpito in maniera scomposta un comodo schiaffo al volo che avrebbe voluto dire 3-4 e servizio, invece l’ha rispedita sotto di tre punti. Il secondo set point è stato quello decisivo per chiudere, in favore di Angelique, un complicatissimo primo parziale.

Nel secondo Kerber ha avuto l’occasione per partire subito con un break di vantaggio, ma come ad ulteriore dimostrazione delle difficoltà che sta attraversando, ecco l’incredibile errore con il passante, uno dei suoi punti di forza assoluti, con tutto il lungolinea libero. Salvatasi, poco dopo, da un game molto complicato sull’1-1 dove è stata Duan a decidere (nel bene e nel male) i punti dal 30-30, la tedesca ha piano piano trovato coraggio, e con esso i primi colpi “da Kerber”. Il dritto ha cominciato ad avere una marcia in più, sia in lungolinea che in diagonale. C’era profondità, c’era rotazione (in diagonale) e potenza (in lungolinea), nonché una maggiore precisione e voglia ad avanzare nel campo. Dal 2-2 è giunta una bella serie di cinque game consecutivi. Un doppio fallo della cinese ha messo fine al match ed un cenno d’intesa tra Kerber ed il suo coach, entrambi a battersi un pugno nella zona del cuore, rendono l’idea di come nonostante tutto rimangano più che mai uniti e si sostengano a vicenda nel tentativo di ritrovare lo smalto dei giorni migliori. Al prossimo turno ci sarà Shelby Rogers, che ha superato in tre set Daria Kasatkina (numero 31 del seeding).

[6] G. Muguruza b. C. McHale 0-6 7-6(6) 6-4 (Diego Barbiani)

Con la visiera a coprire gli occhi ed uno sguardo a trattenere il più possibile le lacrime, Garbine Muguruza completa una rimonta impossibile da prevedere meno di 24 ore fa, cambiando in parte l’atteggiamento in campo ed approfittando di una Christina McHale più volte vicina alla vittoria ma a cui è sempre mancato il coraggio.

Niente voglia di esultare per una prestazione comunque molto sotto ai suoi livelli, tutto l’opposto di quello che aveva fatto vedere nei quarti di finale del torneo di Indian Wells, quando la sua partita contro Karolina Pliskova l’aveva superata al termine di due tie-break, ma il nervosismo della spagnola ha rischiato più e più volte di rovinare tutto, trovandosi anche ad urlare qualche insulto nei confronti del suo allenatore, Sam Sumyk, che all’inizio del terzo set le ha detto, ad un cambio campo: “Non ti azzardare più a dirmi di chiudere la bocca, hai capito?”. Presa dal momento, Garbine continuava a non guardarlo, espirmendo poi tutto il suo dispiacere con la voce rotta dall’emozione: “Ti prego, scusami, mi è uscito inovolontariamente, scusami”.

Il peggio, per quello che riguarda l’andamento del match, era forse già passato. Alla ripresa del gioco McHale aveva tenuto sempre la testa, mancando però due occasioni per servire per il match. Prima sul 5-4, poi sul 6-5, senza mai arrivare al match point. Questo momento si è verificato nel tie-break dove la spagnola conduceva 5-3 prima di complicarsi nuovamente la vita e trovarsi sotto 5-6. Sfruttando anche il vento, ha giocato una prima di servizio esterna che ha portato la statunitense a colpire oltre la linea di giudice di sedia con il suo colpo meno efficace, il rovescio, e la palla non è rientrata.

Ad inizio della frazione decisiva, McHale ha trovato un nuovo break di vantaggio, prontamente perso a zero. Qui il cambio campo dove Sumyk ha rimproverato un’allieva che non riusciva a calmarsi. Ricevute le scuse, ha poi continuato il discorso: “Vai tranquilla, è tutto ok, però io l’ho sentito, chiunque l’ha sentito, anche da casa, per via dei microfoni. Non è bello, ma ora è tutto ok, ora torniamo a lottare”.

Queste parole hanno contribuito solo parzialmente alla rimonta portata a termine della spagnola, sempre in difficoltà in mezzo al campo e che ha ringraziato la sua avversaria se sul 3-3 non è riuscita ad approfittare dei tanti errori commessi (tra cui due brutte risposte di rovescio su altrettante palle break) e con un dritto fuori misura ha preso il decisivo vantaggio. Sul 5-4 ha chiuso il match a “15” con un ace al centro, coprendosi il volto e non mostrando alcun segno di gioia per una partita che, fosse continuata ieri sera, non l’avrebbe mai vista vincente. Oggi ha solo tenuto un po’ di più da fondo campo non facendo comandare McHale, ed alla fine, in qualche modo, è bastato. Domani sfiderà Shuai Zhang contro cui ha perso il precedente giocato a Doha lo scorso febbraio.

[3] S. Halep b. N. Osaka 6-4 2-6 6-3 (Diego Barbiani)

Parte bene Simona Halep, che all’esordio nel WTA Premier Mandatory di Miami trova una vittoria importante contro una giocatrice molto pericolosa come Naomi Osaka. Un match in cui la giapponese ha espresso un bel gioco solo a tratti, infastidita più della sua avversaria dal forte vento che spirava in diagonale lungo il campo centrale di Key Biscane. Confermato, inoltre, il precedente dello scorso anno al Roland Garros, quando la rumena si impose a livello di terzo turno e sempre in tre set.

Partenza molto comoda al servizio per entrambe, con zero palle break concesse nei primi otto game disputati. Chi ha mostrato maggior sicurezza con la battuta è stata la numero 3 del seeding, che alla fine perderà appena tre punti con il servizio a disposizione. A fare la differenza è stato il break sul 4-4 alla prima chance disponibile, con Osaka che ha sprecato una palla game ed è stata tradita per due volte consecutive, dal 40-40, dal nastro.

Sul 4-6 1-0 in favore della giapponese è arrivato il primo scroscio di pioggia, che (si vedrà poi) ha aiutato notevolmente la giocatrice in svantaggio nel punteggio a ritrovare tranquillità in una fase per lei abbastanza delicata. Il suo avvio piuttosto deciso, alla ripresa del gioco, ha invece tolto sicurezze nella rumena che ha ceduto due turni di battuta consecutivi. Non è bastato riprenderne uno, perché Osaka ha aumentato il ritmo ed il numero dei vincenti, tenendo un importante game sul 4-2 e strappando nuovamente la battuta alla rivale pareggiando i conti.

La frazione decisiva ha visto partire nuovamente forte Osaka, che però non è riuscita a prendere un break di vantaggio nel primo turno di servizio di Halep. La rumena in quel momento ha forse ritrovato la giusta concentrazione per alzare a sua volta il livello di gioco e costringere l’avversaria a prendersi dei rischi in più. Dopo un primo break in suo favore, sul 2-2, Osaka era riuscita a recuperare rimontando da 30-0 (in un game con due brutte chiamate a sfavore della numero 3 del seeding) ma il copione del match non è cambiato e già pochi minuti dopo Halep conquistava un nuovo break. La pioggia, giunta nel cambio campo sul 4-3, questa volta non ha destabilizzato la rumena che alla ripresa del gioco continuava la sua marcia spedita verso il terzo turno dove affonterà Ekaterina Makarova o Anett Kontaveit.

[WC] A. Tomljanovic b. [13] E. Vesnina 3-6 6-4 7-5 (Daniele Vitelli)

Subito eliminata la fresca vincitrice del torneo di Indian Wells, Elena Vesnina, che perde la lotteria finale contro Alja Tomljanovic in un match in cui hanno inciso pesantemente le difficili condizioni meteo e che ha visto 3 sospensioni per pioggia (oltre ad un vento a tratti impossibile da sostenere).

Continua il bel momento di Tomljanovic, recentemente tornata alle competizioni dopo oltre un anno di assenza a causa di un problema alla spalla e già autrice in precedenza di prestazioni incoraggianti. Dopo la vittoria su Eugenie Bouchard ad Acapulco, la tennista croata naturalizzata australiana a Miami ha onorato la wild card concessale dagli organizzatori superando in tre set all’esordio  la polacca Linette, numero 73 del ranking mondiale. La russa doveva quindi adattarsi in fretta alle diverse condizioni di Miami per non venir sorpresa dalla arrembante avversaria, che l’ha già sconfitta nell’unico confronto diretto, giocato al Roland Garros nel 2014. Essendo entrambe tenniste dotate di colpi piatti e penetranti, giocati con poca rotazione, la sfida si è giocata sul tentativo della Tomljanovic di evitare, con la potenza, le aperture e le verticalizzazioni della sua più quotata avversaria.

Già nel secondo gioco del match è stata evidente la maggiore difficoltà per la croata di tenere i propri turni di servizio, costretta ad annullare una palla break pur essendo stata in vantaggio per 40-15. Il primo set si è deciso tra il quarto e il sesto gioco, con una serie di tre break consecutivi: due a favore della Vesnina e uno della Tomljanovic. Nei game successivi la russa è riuscita a difendere questo vantaggio e a chiudere per 6 giochi a 3. Il primo parziale combattuto e giocato su pochi punti è stato il preludio per un secondo assolutamente sorprendente, che ha visto la vincitrice di Indian Wells aumentare il numero degli errori e subire la maggiore solidità alla battuta dell’avversaria, capace di mettere a referto una striscia di 4 giochi consecutivi. Il vantaggio così accumulato ha permesso alla neo-australiana, seppur con molta incertezza come dimostrano i 9 set point mancati, di aggiudicarsi il set con il punteggio di 6-4.

Dopo i 7 break su 10 giochi del secondo set, anche nel parziale decisivo il servizio delle due giocatrici non è sembrato essere un fattore determinante: 5 dei primi 6 game sono vinti dalla giocatrice alla risposta. La prima ad allungare è stata, però, Tomljanovic, che ha avuto la possibilità di servire per il match sul 5-3, quando uno scroscio di pioggia ha costretto l’arbitro a interrompere il gioco, salvando di fatto la russa. La partita, già iniziata in ritardo a causa della pioggia caduta in precedenza, è stata quindi rimandata al giorno successivo, proprio alle battute finali. Al rientro in campo, il match sembrava ricominciare con lo stesso copione della giornata precedente: Tomljanovic spesso avanti ma, incapace di chiudere, ha permesso ad una seppur incerta Vesnina di restare nel match. Dopo aver sprecato due match point sul 5-3 e servizio, la croata ne ha avuto un altro, aiutata da ben tre doppi falli della sua avversaria, ma sul 30-40 c’è stata un’ulteriore sospensione per pioggia. Alla ripresa del gioco, un errore di dritto della numero 13 del mondo ha sancito la fine dell’incontro.

Ad attendere la vincitrice di questo rocambolesco match, ci sarà la ceca Lucie Safarova, che ha sconfitto ieri facilmente l’altra naturalizzata australiana Daria Gavrilova.

Risultati 

[1] A. Kerber b. Y. Duan 7-6(4) 6-2
S. Roger b. [31] D. Kasatkina 6-4 5-7 6-0
J. Goerges b. [20] C. Suarez Navarro 6-4 7-6(2)
[Q] R. Ozaki b. [16] K. Bertens 6-4 4-6 6-1
[11] V. Williams b. [WC] B. Haddad Maia 6-4 6-3
[Q] P. Tig b. [22] K. Mladenovic 7-6(5) 6-2
[Q] T. Townsend b. [25] R. Vinci 6-3 6-2
[7] S. Kuznetsova b. M. Minella 6-2 6-2
[3] S. Halep b. N. Osaka 6-4 2-6 6-3
[Q] A. Kontaveit b. [32] E. Makarova 6-7(2) 6-2 6-2
S. Peng b. [21] C. Garcia 6-4 6-0
[14] S. Stosur b. [WC] A. Barty 6-4 6-3
[10] J. Konta b. [Q] A. Sasnovich 6-2 6-7(5) 6-4
P. Parmentier b. [24] T. Babos 6-7(4) 6-2 6-2
L. Arruabarrena b. [28] I. C. Begu 4-6 6-3 6-4
[8] M. Keys b. V. Golubic 6-1 6-2
[6] G. Muguruza b. C. McHale 0-6 7-6(6) 6-4
[WC] A. Tomljanovic b. [13] E. Vesnina 3-6 6-4 7-5
[15] B. Strycova b. J. Larsson 6-4 4-6 7-6(4)

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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