Sono passati 19 esatti da quello storico 29 marzo 1998, quando Marcelo Rios superò nettamente André Agassi (7-5, 6-3, 6-4) nella finale del torneo di Miami, diventando così il 14esimo numero uno dell’era open (il primo sudamericano). Il cileno esordì nel circuito ATP nel 1994, all’età di 19 anni ed ebbe subito modo di mettere in mostra il suo enorme talento. Nei primi tre anni di carriera si aggiudicò subito quattro tornei minori (Bologna, Amsterdam, Kuala Lampur e St. Poelten). Bisognerà però attendere il 1997 per vedere il suo primo exploit, quando dominò Alex Corretja nella finale del torneo di Montecarlo.
Ma il suo anno d’oro fu senza dubbio il 1998. Iniziò quella stagione da numero 10 del mondo e – dopo aver vinto il torneo di Auckland – raggiunse subito la finale dell’Australian Open, dove venne a sorpresa soverchiato da Peter Korda con triplo 6-2. Si scoprirà poi che il giocatore ceco nascondeva un segreto inconfessabile: non era solo forte, ma anche dopato. Marcelo non si perse tuttavia d’animo ed esplose in primavera. Prima vincendo il torneo di Indian Wells (6-4 al quinto a Rusedsky) e poi quello di Miami. In Florida il cileno batté uno dopo l’altro Dreekman, Haas, Ivanisevic, Enqvist, Henman e Agassi: la finale, molto attesa, non ebbe storia, di fatto. Agassi – che era all’epoca numero 31 e tentava di risalire faticosamente il ranking – tenne fino al 5-5 del primo set, poi fu uno show sudamericano: 7-5, 6-3, 6-4.
Con quel successo Rios salì alla prima posizione del ranking, dove restò per un totale di 6 settimane (4 in aprile e 2 in agosto). Fu il secondo giocatore nella storia (dopo Ivan Lendl) a raggiungere la prima posizione mondiale senza vincere titoli dello Slam. Al suo rientro in Cile la folla lo accolse a Santiago come un eroe. In quel magico 1998 vinse ancora Roma, St. Poelten e la Grand Slam Cup, battendo ancora Agassi in una memorabile finale (6-4, 2-6, 7-6, 5-7, 6-3). Ma già alla fine di quell’anno il suo fragile fisico iniziò a mostrare le prime crepe. Di fatto, quella fu la sua unica grande stagione e non si ripeté mai più a quei livelli. Giocò il suo ultimo match a metà, ritirandosi contro Mariano Delfino nell’aprile del 2004 a San Luis Potosi (Messico).
Finirà la carriera con 18 titoli ATP e il rimpianto di non aver mai vinto un titolo Slam. Colpa un po’ sua, un po’ del suo fisico, molto di Peter Korda.
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